44- Two hearts in love need no words

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Axel era al telefono con suo padre e lo stava aggiornando sulle nostre condizioni. Poi suo padre lo aggiornò sui grandi miglioramenti che aveva fatto Julia ed era fiducioso che prima o poi sarebbe tornata a casa.

Nel frattempo io ero indaffarata a guardare dei vari oggetti che avevo trovato in uno scatolone che mi aveva lasciato Erik. Un po' di tempo fa aveva chiamato i suoi genitori per chiedergli di spedirci delle cose che avevo lasciato a casa loro, ma per via della grande distanza tra i due paesi il pacco arrivò molto tempo dopo. Colta da una forte curiosità, aprii lo scatolone e cominciai a rovistarci dentro: c'erano tantissime foto di quando ero piccola. Portavo molto spesso i capelli legati in due trecce e le salopette. Non ricordavo perché, ma da piccola dovevo adorarle parecchio visto che le indossavo in quasi tutte le foto.

C'erano foto in cui ero con la zia e lo zio, in altre con Erik, in altre ancora c'erano persino Bobby e Silvia.
Ad un certo punto però scorsi una foto abbastanza vecchia che raffigurava due bambini con i capelli rossissimi e la carnagione chiara.
Dovevamo essere io e Xavier!

Mi focalizzai sulla foto e analizzai ogni microscopico dettaglio, in particolare la figura minuta di Xavier. Era davvero piccolo..

Io: X-Xavier.. -qualche lacrima traditrice scese sul mio viso.

Strinsi la foto forte al petto, sperando in qualche modo di riuscire a sentire mio fratello più vicino, ma purtroppo la mia testa sapeva che non c'era e che non l'avrebbe rivisto così presto. Faceva così male saperlo così lontano, in un posto sconosciuto..

Un groviglio di emozioni mi colpì, non riuscii a capire se essere felice o triste. Sapevo soltanto che mi sentivo soffocare, mi sentii come se la mia strada fosse stata improvvisamente interrotta da un muro inscavalcabile e io non avessi un modo per superarlo.

Io: AXEL, IO ESCO! -gridai.
Axel: ma dove~?

Non riuscii a finire di parlare che ero già andata via.

Nicholas: lasciala andare, magari ha bisogno di schiarirsi un po' le idee
Axel: sì, ma non è stata bene stamattina e fuori c'è gente che la sta cercando
Nicholas: sa prendersi cura di se stessa, non pensare a quelle cose. Dalle il tempo di schiarirsi le idee e vedrai che tornerà più serena di prima.

Istintivamente mi alzai, indossai velocemente un giubbotto e mi precipitai in ospedale. Non avevo la più pallida idea di come riuscire a togliermi di dosso quel peso, sentivo troppo la mancanza di Xavier e.. forse passare del tempo con David mi avrebbe aiutata.
Spalancai la porta della sua stanza e mi fermai un attimo sulla soglia per riprendere fiato.

David: Axera.. perché stai piangendo?
Io: D-David..
David: ehi.. vieni qui -mi invitò ad andare fra le sue braccia.
Io: -mi precipitai da lui- ..h-ho bisogno di te, David. Ho bisogno di mio fratello
David: -mi strinse a sé e mi stampò un bacio sulla testa- sono qui con te. Sono qui con te, sorellina mia..

Sentire quelle parole da lui fece male, ma non gliene feci una colpa. In fondo il problema era solo mio e lui si stava comportando esattamente come si sarebbe comportato un qualsiasi altro fratello con la propria sorella. Era brutto quello che realizzai poco dopo, quasi orribile, perché avevo capito che David non era il fratello di cui avevo bisogno in quel momento. Io volevo Xavier.. volevo soltanto lui e per quanto David si stesse impegnando, non riuscivo a sentirmi meglio.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeWhere stories live. Discover now