88- As long as you love me

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Mattino Seguente...

Quando mi svegliai, mi resi conto che fosse finalmente arrivato il compleanno di Julia. Tutto doveva andare per il meglio, perciò brutti pensieri come la mia mancata ammissione nella squadra o i miei genitori dovevano essere messi da parte. Tutto doveva essere perfetto.

Mi girai e mi resi conto di essere sola nel letto. In camera non c'era nessuno e non mi sembrava di sentire voci o rumori provenire dalle altre stanze, perciò decisi di alzarmi e controllare che fine avessero fatto Axel e Julia. Tuttavia, prima di riuscire anche solo a poggiare un piede sul tappeto, sentii qualcuno afferrarmi per la vita e riportarmi sul letto.

Axel: buongiorno piccola! -esclamò prima di stamparmi un piccolo bacio sulle labbra.
Julia: buongiorno Axera!
Io: ehi.. buongiorno -mi stropicciai gli occhi- tantissimi auguri a te, principessa! Oggi compi nove anni! -le sorrisi.
Julia: ahh.. non vedevo l'ora!
Axel: vedrai, il tuo compleanno sarà fantastico!
Julia: davvero, fratellone?
Axel: certo!
Io: vuoi qualcosa in particolare con cui fare colazione?
Julia: potresti.. prepararmi dei pancake?
Axel: cosa? Vuoi davvero dei pancake? -le domandò, abbastanza sorpreso.
Io: non può mangiarli? -domandai al mio ragazzo.
Julia: sì che posso, non vedo l'ora! -esclamò prima di correre in cucina.
Io: perché ti sei sorpreso tanto? Non sono mica male i pancake a colazione
Axel: ecco..
Io: mh?
Axel: Julia adora i pancake, in particolar modo quelli che ci preparava nostra madre. Però.. sai, da quando è morta, lei non li ha neanche più voluti nominare -spiegò con tono triste.
Io: ohh.. non immaginavo minimamente fosse una cosa del genere. Non dovevi parlarmene per forza, Axel -mi avvicinai a lui per abbracciarlo.
Axel: nono, va bene. È che sono solo stato colpito dai ricordi, dalle giornate felici in cui mia madre era ancora qui con noi. Però sono davvero felice che ti abbia chiesto di prepararglieli, significa che ti vuole bene -mi sorrise.
Io: quanto.. quanto tempo fa è morta tua madre?
Axel: qualche anno fa. Avevo più o meno l'età di Julia
Io: mi dispiace tanto, Axel. Non oso immaginare quanto debba essere stato difficile per te
Axel: non è stata tanto la sua morte a farmi soffrire quanto il modo in cui ha cambiato mio padre. Mi sono sentito come se avessi perso entrambi i miei genitori
Io: certo, deve essere stato uno shock anche per tuo padre. Doveva essere molto innamorato di tua madre
Axel: sì, lo erano molto. Ci credi se ti dico che prima venivano a vedere tutte le mie partite insieme? Erano così orgogliosi di me..
Io: davvero? Che cosa dolce..
Axel: però dopo la sua morte non è più venuto. Gliel'ho chiesto tantissime volte, ma diceva sempre di essere troppo impegnato. Dopo l'incidente di Julia ha persino iniziato a odiare questo sport, diceva che se non avessi dovuto giocare, a Julia non sarebbe successo nulla
Io: è per questo che ti davi la colpa?
Axel: ..sì..
Io: Axel, tu non c'entravi assolutamente nulla. Era un piano malato di Dark, lo sai vero?
Axel: adesso sì.. ma questo mio padre non lo capisce
Io: vedrai che con il tempo lo capirà. Il calcio può dare tanta felicità, in primis la tua. Non può non vedere quanto giocare ti renda felice
Axel: diciamo che lo vede ma in maniera sbiadita
Io: insieme lo aiuteremo a vederlo più nitidamente -gli sorrisi.

In quel momento vidi una luce diversa accendersi negli occhi di Axel.

Axel: mi chiedo cos'ho fatto di bello per meritarti
Io: è la stessa cosa che mi chiedo anch'io, credimi
Axel: ti amo
Io: ti amo anche io.

In cucina.

Mentre stavo preparando alcuni pancake per Julia, ripensai alla conversazione che avevo avuto con Axel sui suoi genitori e non riuscii a fare a meno di pensare un momento ai miei. L'ultima volta che ci eravamo visti non avevamo fatto altro che litigare. Si erano messi in testa l'idea di prendere me e mio fratello e nasconderci dai loro nemici in un posto più sicuro. Nonostante io e Xavier ci fossimo categoricamente rifiutati di lasciare il Giappone e seguirli, ero convinta che quei due stessero architettando un piano di fuga a nostra insaputa.
Più ci pensavo più mi veniva voglia di sotterrarmi da qualche parte e non uscirne più.
Volevano che me ne andassi proprio quando ero sul punto di scoprire se avrei potuto realizzare il mio sogno oppure no.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeWo Geschichten leben. Entdecke jetzt