43- I'm here for you

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Johnny: ble ble ble
Conte Dracula: io non dico "ble ble ble"! Lo dico solo quando dico che non lo dico!
Mavis: papà! Denisovich ha detto la prima parola!
Conte Dracula: davvero?!
Mavis: Denisovich, ripeti su, amore!
Denisovich: ble ble ble
Conte Dracula: -muta la sua espressione felice in una da "ma vi state prendendo per il culo?!"- ohh, ma andiamo! Io non dico ble ble ble!
Denisovich: ble ble ble
Conte Dracula: -fa la stessa faccia di prima- io me ne vado.. -esce.
Mavis: ble ble ble
Conte Dracula: -appare dal soffitto- allora gliel'hai insegnato tu!!


Io: come fai a non ridere?
Axel: mi fa ridere, ma non tanto quanto a te
Io: ma se non ridi, come faccio a capire che ti piace?
Axel: solo perché non rido a crepapelle come te non vuol dire che non mi piaccia. Io sorrido e sai benissimo che se lo faccio è perché la cosa che vedo mi piace
Io: allora qual è una cosa che ti fa proprio ridere?
Axel: tu che cadi tanto per cominciare
Io: -gli diedi una spallata- cretino!

<Din don! Din don!>.

Axel: aspetta qui, vado io -si alzò dal letto.
Io: ma tu hai la febbre. Lascia che vada io~
Axel: te l'ho detto, non sto poi così male. Non preoccuparti, sei tu che devi stare a riposo -disse prima di alzarsi dal letto e andare a vedere chi era.
Erik: ehi Axel!
Axel: oh ciao Erik, sei tu
Erik: scusa se non ho suonato al citofono. Il portone del palazzo era già aperto e sono salito direttamente
Axel: ma no figurati, nessun problema
Erik: oggi sono il vostro fattorino. Vi ho portato il pranzo e i migliori auguri di buona guarigione dalla cuoca -ridacchiò mentre mostrava una borsa con dentro il pranzo ancora caldo.
Axel: prego, accomodati pure.

Erik entrò e ne approfittò per togliersi le scarpe.

Erik: tu come ti senti?
Axel: il termometro dice che ho la febbre, ma io non ci credo. Non la sento neanche poi così tanto -scherzò- rimango a letto solo per non far preoccupare Axera
Erik: comunque un po' di riposo non ha mai fatto male a nessuno, perciò dubito che farà crollare una roccia come te -scherzò.
Io: se la roccia entra a contatto con il fuoco ardente, dubito che ne esca fresca come una rosa! -gridai dalla camera da letto.
Axel: fuoco ardente?
Io: scotti talmente tanto che riusciresti a sciogliere un pallone senza il Tornado di Fuoco. Ti basterebbe prenderlo in mano!

Entrambi risero quando sentirono la mia battuta.

Erik: beh, dovresti saperlo Axel.. o il tuo Tornado di Fuoco non ti ha mai mostrato quanto può fare male il fuoco?
Axel: mi basta vedere le mani dei portieri che provano a pararlo per rendermi conto di quanto può bruciare.

Subito dopo si diressero verso la camera da letto.

Erik: Axera.. -si avvicinò a me per darmi un abbraccio.
Io: mi fa davvero piacere che tu sia passato
Erik: come va qui? -domandò dopo essersi seduto vicino a me.
Axel: purtroppo dopo la prima volta ha vomitato altre due volte
Erik: lo immaginavo e proprio per questo ho portato una cosa che vi aiuterà a rimettervi in forze.

Aprì la borsa e tirò fuori due ciotole con dentro della zuppa.

Erik: l'ha preparata Silvia, è una vecchia ricetta di sua nonna e posso garantirvi che funziona. Me la prepara tutte le volte che non sono nel pieno delle mie forze e dopo averla mangiata mi sento sempre forte come un leone!

Ci sistemammo meglio sul letto e poco dopo iniziammo a mangiare.

Erik: come stai?
Io: mi sento un po' stanca..
Erik: e per il resto?
Io: non ho pianto se è questo che vuoi sapere -gli sorrisi.
Erik: davvero?! È meraviglioso!
Axel: di che state parlando?
Erik: Axera è emetofobica
Axel: che vuol dire?
Erik: ha paura di vomitare -gli sussurrò in un orecchio.
Axel: perché me lo dici così?
Erik: è meglio evitare di nominare certe parole, potrebbero darle fastidio
Axel: oh.. non lo sapevo
Io: perché è un argomento che mi mette a disagio. In troppi pensano che sia una fobia infondata e tendono a sminuirla. Ma io ho paura sul serio, la mia testa si annebbia e l'unica cosa a cui riesco a pensare è la paura. A volte mi spavento così tanto che scoppio a piangere e non riesco a calmarmi
Axel: ma perché non me l'hai mai detto? Solo oggi ho nominato quella parola mille volte, chissà quante altre volte l'avrò fatto o avrò detto cose simili..
Io: amore, non devi preoccuparti
Axel: non voglio fare o dire qualcosa che potrebbe metterti a disagio. Prometto che da oggi in poi mi impegnerò a non dire più nulla e a starti vicino quando avrai paura
Io: mi sei già stato vicino. Se oggi non ho pianto è perché sei stato al mio fianco tutto il tempo... mi fido di te e mi sento sempre al sicuro quando sei con me
Erik: questo è un grande onore, Axel. Quando era piccola voleva che al suo fianco ci stesse solo ed esclusivamente mia madre. Sarà felice di avere un degno successorre -sorrise.
Io: la zia riusciva sempre a tranquillizzarmi. Non so come faceva, ma bastava la sua sola presenza per convincermi che sarebbe andato tutto bene
Erik: non hai idea di quanto è stata in pensiero quando ha scoperto che i signori Samford non erano riusciti a trovarti in aeroporto. Eravamo in pensiero tutti, ma lei più di tutti perché temeva che se avessi avuto bisogno di lei non avrebbe potuto raggiungerti
Io: giuro che quando tutta questa storia sarà finita andrò in America per rivederla. Mi manca da morire..
Erik: ahh questo devi farlo per forza, altrimenti ha detto che viene lei. Non hai vie di scampo -ridacchiò.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeWhere stories live. Discover now