86- Die with memories, not dreams

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Nel momento in cui io e Axel tornammo al piano di sopra, i nostri amici cominciarono a squadrarci in modo abbastanza ambiguo.

Nathan: come va, ragazzi?
Io: tutto bene, perché?
Xavier: -sorrise- oh.. non saprei. Sei andata via con un muso lungo e sei tornata con un sorriso a trentadue denti
Io: è perché adesso mi sento.. decisamente meglio -risposi prima di girarmi verso Axel e sorridergli.
Axel: aveva solo bisogno che qualcuno le ricordasse quanto è meravigliosa -aggiunse mentre appoggiava una mano sul mio fianco.
Xavier: ne sono molto felice -sorrise senza mostare i denti.
Hurley: forza ragazzi, mangiate qualcosa altrimenti si raffrederà.

Una volta finito di mangiare, andammo tutti insieme al campo accanto al fiume per continuare ad allenarci.

Isabelle: come mai adesso sei così di buon umore?
Io: tutto merito di Xeira e Axel
Isabelle: davvero?
Io: già, con lei che mi ha spronata a continuare a lottare e Axel che mi ha ricordato quanto posso valere sono riuscita a tirarmi su
Isabelle: Xavier invece non mi ha detto nulla.. -abbassò la testa.
Io: -appoggiai due dita sotto il suo mento per rialzarle la testa- ehi.. sono certa che sta soltanto aspettando di rimanere da solo con te. Credimi
Isabelle: lo pensi davvero?
Io: certo! Guarda che neanche Axel mi ha detto una sola parola finchè non siamo rimasti da soli
Isabelle: lo spero davvero..
Io: sta' tranquilla e aspetta che finisca l'allenamento -le sorrisi prima di allontanarmi.

Decisi di isolarmi un po' dagli altri per potermi esercitare con i palleggi individuali, un'abilità che sinceramente avrei voluto migliorare dal momento che sarebbe potuta tornare utile.
Cercai di superare il limite di palleggi che riuscivo ad eseguire in una volta un milione di volte, ma non riuscivo mai a superarlo e la cosa mi dava fin troppo fastidio!

Io: diavolo, perché non ce la faccio?!
Jordan: non dovresti stare così dritta, sai?
Io: oh mio Dio! Jordan, mi hai fatto prendere un colpo
Jordan: perdonami, non volevo spaventarti -ridacchiò, divertito.
Io: ridi ridi
Jordan: comunque.. ti ho osservata per un po'. Se continui a mantenere quella postura rigida, non riuscirai mai ad eseguire molti palleggi
Io: e quindi cosa dovrei fare?
Jordan: dovresti piegare di più le ginocchia.

Provai a posizionarmi come ha detto lui.

Jordan: aspetta, non così.

Jordan si posizionò dietro la mia schiena e appoggiò delicatamente le sue mani sulle mie spalle, poi cominciò ad esercitare una certa pressione verso il basso affinché io mi piegassi e sistemassi come voleva lui.

Io: -provai ancora, ma senza riuscirci- non ce la faccio!
Jordan: ci credo, non faccio in tempo a togliere le mani che torni su! Devi restare in quella posizione per tutto il tempo, puoi rialzarti soltanto quando la palla è molto in alto per rilassare i muscoli tesi. Nell'arco di tempo in cui devi eseguire i palleggi, devi sempre restare con le ginocchia piegate
Io: ma quanto devono essere piegate, scusa?
Jordan: tanto così -mi afferrò i miei fianchi per sistemarmi come voleva lui- ti terrò per un po', non ti dirò quando ti lascerò andare. Voglio vedere se riesci a restare con le ginocchia piegate anche senza il mio aiuto
Io: okay, va bene.

Jordan strinse la presa attorno ai miei fianchi per evitare che mi rialzassi. Grazie al suo aiuto, riuscii ad eseguire i palleggi perfettamente più di una volta.

Io: grazie Jordan! Grazie, grazie, grazie -gli sorrisi prima di abbracciarlo.
Jordan: è sempre un piacere darti una mano -mi sorrise.
Io: secondo te potrei riuscire ad eseguirne abbastanza per elaborare una nuova tecnica?
Jordan: dopo aver ricevuto i miei insegnamenti non c'è modo che tu fallisca
Io: quindi adesso ti vorresti prendere anche il merito?
Jordan: non è che voglio, mi spetta di diritto -scherzò.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora