; Carpe diem.

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Paulo Dybala

Carpe diem, cogli l'attimo.
Sua nonna glielo ripeteva sempre, prima che quel maledetto cancro terminale gliela portasse via. E solo ora aveva capito il significato di quelle parole. Quello era il suo momento, e non poteva o meglio non doveva farselo sfuggire. Un opportunità del genere ti capita una sua volta, doveva sbrigarsi. Non sarebbe durato per sempre quell'attimo, attimo fuggente.

La voglia passionale, li aveva travolti distruggendo ogni tentativo di resistenza.
Avevano oltrepassato il punto di non ritorno; non era permesso di tornare indietro.

Piccole e calde goccioline di sudore pendevano per la sua fronte, la voce iniziava a farsi tremolante. La gola secca, e gli occhi lucidi.
Umidi baci marchiavano il suo corpo, nudo e senza protezione da quelle labbra che da tempo desiderava. Lì sentiva, sentiva i suoi occhi premergli addosso rendendo il tutto ancora più imbarazzante.
Rabbrividì non appena sentì la propria pelle tra i denti dello spagnolo, lasciando fuoriuscire un gemito di piacere. Il bello doveva ancora arrivare e questo lui lo sapeva, quello che un tempo era solo un sogno irrealizzabile ora si mostrava come una realtà inaspettata. Ma infondo era felice di trovarsi con lui, in quel letto.

Álvaro Morata

Stavano davvero facendo la cosa giusta? Non avevano alcun modo di tornare al passato.
Il limite era stato raggiunto, afferrò con l'indice l'estremità di quei boxer bianchi e neri, sfilandoli lentamente dalle gambe del suo chico.
Deglutì rumorosamente non appena si ritrovò faccia a faccia con la sua erezione.

; - Sorpreso? - domandò tra un respiro e l'altro, intento nel prendere fiato.

; - Ed eccolo il tuo amichetto. - gli sorrise, mordicchiandosi appena l'interno guancia.

Aveva paura di sbagliare, o meglio di non soddisfare le sue aspettative.
Si abbassò alla sua altezza, e prendendo un profondo respiro lo prese in bocca. Iniziando a succhiare come si fa quando si divora un gelato.
Sentiva il cuore battergli all'impazzata e il sangue ribollirgli nelle vene come mai prima d'ora. Un sussultò irruppe il silenzio creatosi nella stanza, susseguito da una serie di parole incomprensibili da parte di Paulo.

Ora il punto di vista era cambiato.
La situazione si era magicamente capovolta, ed ora era lui a doverlo prendere in culo. Non che gli dispiacesse, per lui quella era una situazione del tutto nuova. E alquanti strana, ma allo stesso tempo bella. Bella da morire.

Paulo Dybala

Non voleva fargli del male, infondo era la prima volta per entrambi. Ed era felice che dovesse condividere quel momento con lui, con il ragazzo dagli occhi marroni.
Lentamente entrò in lui, mentre una sensazione di piacere attraversò il suo corpo, rilassandolo. Avrebbe voluto fermare il tempo. Lasciando che quel momento speciale durasse per l'eternità, ma ahimè non era possibile.
Con un movimento automatico continuava a spingersi dentro lui, mentre le lamentele gioiose di Álvaro si propagavano nella stanza.

Álvaro Morata

Strinse i lembi del lenzuolo, mentre una sensazione di piacere gli travolse la spina dorsale. Stava così bene, avrebbe voluto fermare il tempo e lasciare la lancetta impressa in quel momento. Per sempre.
Altre spinte, questa volta più concentrate più potenti. Le sue urla di piacere invasero la stanza provocando la risatina di Paulo.

; - Non.. Non ridere. - ansimò a corto di fiato.

; - Dovresti davvero vedere la tua faccia, principessa. - lo prese in giro.

; - Zitto nano.

; - Non chiamarmi così. - sibilò.

La velocità con cui Paulo agitava il bacino diminuiva sempre più sino a fermarsi del tutto. Si buttò al suo fianco esausto, voltò lo sguardo verso il ragazzo sorridendogli.
Paulo gli sorrise di rigetto meritandosi un casto e tenero bacio sulle labbra.

[...]

Gli accarezzò lentamente il viso, mentre una lacrima di dispiacere gli rigò il viso. Infilò velocemente i boxer, pantaloni e infine la maglietta. Indossò le sue adorate Stan Smith dorate e con un gesto furtivo oltrepasso la soia d'entrata osservandolo un'ultima volta prima di andarsene definitivamente dalla stanza. Non voleva essere la causa del suo risveglio; era un spettacolo pazzesco vederlo dormire in quel letto, semi nudo. Con le coperte che dolcemente lo avvolgevano come fosse un bimbo in fasce.
Scese velocemente le scale, spostò il peso da un lato aprendo il portone principale, uscendo.
Svoltò l'angolo lasciandosi alle spalle il palazzo nel quale c'era colui che - credeva - di amare. Passò nervosamente una mano tra i capelli, aveva bisogno di risposte. Di conferme. E l'unico modo che aveva per averle era,
quello di parlare, confidarsi con qualcuno.
Ma non poteva farlo con una persona qualunque, gli serviva Amanda.
Chiederlo al resto della squadra sarebbe stato inutile, e comunque non sarebbero mai riusciti a capire la situazione.
In lontananza riusciva a scorgere il suo palazzo, avvicinarsi sempre più, sino a diventare una macchia uniforme e compatta. Corse velocemente fino al secondo piano, iniziando a bussare in modo insistente contro la porta in mogano.
Non capiva nemmeno lui il motivo di così tanta agitazione.

Sentiva il rimbombo causato dai passi che lentamente avanzavano verso di lui facendosi sempre più intensi. La porta si spalancò ritrovandosi due occhioni azzurri, questa volta più intensi delle scorse volte.
Tentò di decifrare la sua espressione, sembrava sorpresa di trovarselo davanti.
Le regalò un dolce sorriso, e lei di rigetto lo invitò ad entrare. Rivolse lo sguardo verso il pendolo, il quale produceva un regolare ticchettio. Tic, tac, tic, tac.
Paulo doveva essersi già svegliato. Chissà cosa avrebbe pensato. Aveva paura della sua reazione, avrebbe potuto fraintendere.

; - Álvaro - sussurrò - qualcosa non va? - chiese con un velo di preoccupazione.

; - Amanda.. - si interruppe, in cerca delle giuste parole. Quello che stava per dire si trattava di argomento delicato. Stava seriamente dicendo ad una ragazza, di essere gay? Il timore di essere giudicato lo stava divorando. Avrebbe capito? - Ho combinato un casino. - confessò.

; - Che hai combinato? - lo guardò inarcando un sopracciglio.

O la va, o la spacca.

; - Credo di essere.. gay. -

Forse era ancora in tempo per darsela a gambe, forse.

SpazioAutrice; Sera patateh. Avrei dovuto aggiornare mercoledì prima della partita ma, ho deciso di pubblicarlo ora. Sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo. Ho cercato di descrivere il rapporto che c'è tra i due, ma non troppo dettagliato. Accompagnato dai sentimenti e dalle emozione che Álvaro e Paulo provano stando accontatto.
Volevo fare qualcosa di particolare e per farlo ci ho impiegato due giorni spero solo di essere ripagata con tanti voti e commenti.
Buona lettura e grazie ancora per il sostegno che mi date leggendo la mia storia. Ve ne sono infinitamente grata, davvero.
@Clara.

Days - Resta anche domani ; Álvaro Morata.Where stories live. Discover now