Ali bianche- Parte 14

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Mentre cammino verso le bare sulla riva del lago mi rendo conto di quanto io sia stanca. Tutta la stanchezza degli ultimi cinque anni mi sta cadendo addosso tutto in un colpo. Sono così stanca che non riesco nemmeno a respirare.

Mia madre mi fa stendere per terra e mi fa un incantesimo per farmi addormentare. Assorbirà il mio potere e quando mi sveglierò tutti vivranno di nuovo. Mio padre, Cat e David torneranno a respirare. Mi chiedo quando porteranno in vita me.

La vita è un incubo, la mia vita è un incubo. Non doveva andare così, io non dovevo essere questa persona. Io dovevo essere Aria Fell, una normale studentessa e una normale moglie.

Mi chiedo in quale razza di mondo ho messo alla luce mia figlia. Lei è speciale, più speciale di me. E' nata già trasformata, è più rara della ragazza alata. Lei ha il destino del mondo intero tra le mani. Un giorno, quando lei sarà grande, sarà costretta a combattere, come sono stata costretta io. Spero solo che lei diventi una guerriera e non una macchina da guerra.

Vedo quello che sta succedendo come se fossi lontana. Vedo mia madre aprire un varco tra il tunnel e il campo di grano. Vedo uscire prima Lilia, la parte che è morta durante la trasformazione, poi vedo mio padre, poi David, poi Cat. Si tengono tutti per mano. Sorridono, stanno tornando in vita. Hanno una seconda possibilità. Cat potrà stare di nuovo con Marcus, David potrà conoscere sua figlia e mio padre potrà stare di nuovo con mia madre. Tutto si sta risolvendo per il meglio.

Ho la certezza che sono usciti. Sono tornati in vita. Ma io non voglio svegliarmi. Voglio restare qui, in questo sonno magico, almeno per un altro po'.

Io non voglio una vita senza fine se tutta la mia vita sarà così. Continuamente tradita, continuamente in guerra. Ho un brutto presagio, uno di quelli che poi si avverano.

Nonna Aria è ancora viva. I licantropi non possono essere uccisi in nessun modo. Jago è dalla sua parte. La guerra non è ancora finita. Siamo arrivati alla vera fine.

Dopo cinque anni la fine si sta avvicinando e io non voglio aprire gli occhi. Non voglio combattere ancora. Sono devastata, distrutta, senza più motivazioni. Io sono sempre stata l'arma, la ragazza alata. Che nome stupido poi, "ragazza alata". Potevano scegliere qualcosa di più... adatto alla situazione, come ad esempio "la ragazza dannata" o "la ragazza nata per soffrire".

Cavolo, ecco cosa si ottiene illudendo la morte. Io sono morta cinque anni fa. Io ero nata per morire, dovevo morire. Adesso ho una povera piccola che dovrà sopportare tutto quello che ho subito io, non so più chi mi ama davvero, non so più chi sono. Forse non l'ho mai saputo. Chi è Aria Fell? Chi è Aria Blackwell? Chi è Aria Peterson?

Non posso scoprirlo rimanendo addormentata. Devo aprire gli occhi e combattere contro tutti solo per un altro po', poi prenderò la mia bambina e andremo via. Ci lasceremo tutto e tutti alle spalle. Alcune volte è più coraggioso e saggio andarsene che restare.

Apro gli occhi. Non vedo il cielo come mi aspettavo, vedo un tetto fatto di vecchie pietre grigie.

Sento un po' di trambusto attorno a me. Non il trambusto che mi aspettavo però, non sento lacrime e gioia nell'aria, sento solo rumore e una neonata che urla.

Mi metto seduta e mi guardo attorno spaesata. Sono stesa per terra, in un angolo del corridoio d'entrata del castello. Tutti corrono da destra a sinistra, confusi. Dalle persone che corrono intuisco che tutti gli angeli sono venuti qui.

Mi metto all'impiedi e urlo a squarciagola: << Mi potete spiegare che diamine sta succedendo? >>

Marcus si avvicina a me e dice: << Non abbiamo molto tempo. Luce è con Ruben. >>

Luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora