Ripresa- Parte 2

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Dopo la seconda vaschetta di patatine torniamo in ospedale. Tutti ancora dormono. Ancora non mi sembra vero. Niente di tutto questo mi sembra vero. Ho passato un mese infernale e adesso siamo di nuovo tutti qui e c'è pure mia madre tornata in vita, anche se molto probabilmente vorrà ritornarsene al più presto nel campo di grano.

Adesso che tutta questa pressione è svanita mi sento esausta mentalmente. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria. Quindi faccio apparire il mio giubbotto di pelle, che adesso non si chiude più a causa della pancia, prendo il mio telefono e vado dritta verso la stanza del portale. Ancora c'è un silenzio tombale e i corridoi sono deserti. Questa è una fortuna, non mi va di vedere qualcuno. Guardo l'orologio, forse sono ancora in tempo per vedere l'alba. Non ci sono più le guardie davanti alla stanza del portale e questo mi fa pensare che Rachel ha già fatto spargere la voce che io ho ucciso la minaccia. Entro nella stanza e attraverso il portale con molta fretta, ho voglia di vedere l'alba, ne sento il bisogno. Vedere qualcosa di puro dopo tanto tempo, il nuovo giorno arrivare.

Prima di atterrare, mentre sono ancora in volo, mi levo le scarpe e atterro sulla sabbia fredda del mattino. Già è spuntato uno spicchio di sole da dietro le onde del mare.

Mi siedo per terra e mi metto a guardare senza fiatare. Respiro profondamente e mi godo l'aria fresca. E pensare che cinque anni fa, in questo periodo dell'anno, mi stavo preparando per diventare un protettore. Ricordo la corsa che feci proprio su questo posto della spiaggia, mentre venivo inseguita da quel robot che rappresentava un vampiro. Ricordo poi quando mi sono messa a saltare da un albero a quello vicino, fino al punto di arrivo. Mi sembra di essere stata l'unica a riuscirci, anche se non mi ricordo molto bene. Ricordo che anche David era molto bravo. Mi mancano quei giorni, quando ancora non avevo provato i sensi di colpa nell'uccidere qualcuno, quando ancora il dolore della trasformazione in ragazza alata non mi aveva cambiato così radicalmente. Avevo solo diciotto anni e durante quella estate sono successe talmente tante cose... cose più brutte che belle, a dir la verità. Però quella estate mi ha cambiata in un modo irreversibile. E adesso sta iniziando un'altra estate che si spera essere più bella e rilassante di quella che ho avuto a quei tempi, ma questo non si può dire. Magari, fra qualche giorno, un altro nemico di mia madre vorrà eliminarmi oppure verrà fuori un altro segreto che rivoluzionerà di nuovo la mia vita. E poi ancora non è finita. È vero, ho ucciso Vivian, Ezra e Finn, ma ogni volta che un angelo morirà un vampiro tornerà in vita. Dovrò trovare un modo per non permettere questo, e sono quasi certa che la soluzione a questo problema sia in tutti quei scatoloni di Ezra che sono rimasti nel mio appartamento. Chissà cosa troverò lì dentro! E poi non so da che parte sia Alexa. Forse sapeva tutto e stava dalla loro parte, oppure non sapeva niente e mi odierà per sempre per aver ucciso l'uomo di cui era innamorata. Ci sono ancora dei casini da risolvere e non sono pochi.

Mi alzo e mi metto in volo. Dico a me stessa che devo passare da casa per vedere se è tutto a posto, ma in realtà ho bisogno di tornarci, anche per qualche minuto. Ho bisogno di sentire l'aria di casa mia. Appena atterro davanti casa respiro profondamente e con un sorriso stampato in volto salgo i gradini di pietra che conducono all'entrata. Con un incantesimo apro la porta e vedo che dentro è tutto in ordine come lo avevo lasciato. Per terra ci sono tutte le lettere che il postino ha messo sotto la porta. Sono arrivate una marea di lettere. Le prendo tra le mani e inizio a guardarle distrattamente. Bollette e pubblicità perlopiù, poi assegni per alcuni quadri di Ruben e alla fine una busta con il marchio di una nota accademia per scrittori. La apro per capire che cos'è e perchè è arrivata proprio a me.

"CONGRATULAZIONI signora Fell.

Siamo liete di annunciarle che, da questo Settembre, lei avrà un posto nella nostra prestigiosa scuola. Abbiamo ricevuto i suoi lavori da uno scrittore molto famoso, Marcus Blackwell, e si è offerto per tutti i pagamenti delle spese. Molto presto le arriverà un plico con dei questionari e la lista con tutto l'occorrente che le serve.

Sentiti saluti e ancora congratulazioni."

Io adesso Marcus lo uccido. Mi torna in mente quando, a Gennaio, ha voluto che gli inviassi i tre racconti che avevo scritto a tempo perso. Pensavo che li volesse leggere soltanto, e invece mi ha iscritto in questa accademia. Che poi non so nemmeno come mi hanno ammesso! Non ho nemmeno il diploma! Ma che diamine gli è passato per la mente? Appena lo vedo mi sente. Che poi quei racconti non erano nemmeno belli! Li avevo scritti durante le sere annoiate, ma solo per fare qualcosa. Con le buste ancora in mano, salgo in camera da letto, apro l'armadio e prendo una delle mie borsette, poi mi volto verso il letto e rimango senza fiato. Sul letto c'è un vestito. Lungo, blu notte e molto semplice. C'è un cartellino sopra. Lo prendo con le mani che mi tremano. Lo leggo: "Per la prossima galleria. Ruben". Respiro profondamente. Per un attimo avevo pensato che fosse da parte di... basta, sono morti, ricordo a me stessa. Sicuramente Ruben lo aveva lasciato sul letto prima di trasferirci alla nuvola. Adesso la mia vita sta tornando normale, non c'è più nessuno che vuole farmi del male. Sorridendo, prendo il vestito tra le mani e mi metto davanti lo specchio. Ridendo un po' dico tra me e me: "Dovrò aspettare per mettermelo". Sembra che ho un cuscinetto sotto la maglietta, e ancora crescerà. Ricordo la pancia di Ariel nell'ottavo e nel nono mese, sembrava che avesse un cocomero sotto la magliettina. Non vedo l'ora di sembrare una balena informe, non vedo l'ora di dare alla luce la mia bambina.

Metto le lettere nella borsetta e prendo la valigetta di Ruben. Non va da nessuna parte senza quella valigetta, ci tiene dentro un blocco da disegno, delle matite e altre cose essenziali per disegnare. Poi appendo il vestito nell'armadio e scendo di nuovo in soggiorno.

Sul tavolino c'è ancora il blocco da disegno. Mi avvicino e vedo cosa stava disegnando. Non era lo schizzo del quadro che il signor Pafflow gli aveva commissionato, ma un disegno di un angelo di spalle con il corpo di una ragazza senza vita fra le braccia. Chissà da quanto tempo sapeva la verità e non mi ha detto niente. Chissà da quanto tempo sapeva di Finn e di Vivian. Io che cercavo di proteggerli mentre tutti si mettevano nei guai scoprendo la verità. Strappo il foglio e lo metto dentro la borsetta. Mentre volo verso la nuvola penso a quanto tempo ci vorrà prima di ritornare alla vita di prima. Forse meno tempo di quanto pensi o forse non ci riuscirò mai. Tornare alla vita normale e quasi noiosa di prima?Quando l'unica preoccupazione era riuscire a pagare le bollette a fine mese? Sembra un sogno.

Non posso ancora credere a quello che ha fatto quel pazzo di Marcus. Ma cosa gli sarà passato per la mente? Devo fare una lunga chiaccherata con lui. Molto lunga.

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Buon Natale a tutti voi! Grazie per seguirmi sempre!

:*


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