Tutto sembra perduto- Parte 2

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Non so quante volte il mio telefono ha squillato nelle ultime ore. Non ho avuto la forza di rispondere. È l'alba e io sono ancora qui, accanto al corpo morto della mia migliore amica. Non posso farcela, non posso. Lei è morta e io non posso accettarlo. Ho la schiena appoggiata al tronco di un albero, le gambe incrociate e il corpo di Cat a pochi passi da me.

In questo momento molto probabilmente starà attraversando il tunnel, o forse sarà già arrivata al campo di grano, non lo so. Guardo i lineamenti del suo volto, è serena. Forse questo è meglio per lei, non è condannata a vivere un'eternità di tormento e sensi di colpa come me. Però io l'ho persa.

Non riesco più a piangere, non c'è la faccio. Non ho più la forza di respirare. Dovrei prenderla e portarla alla nuvola, dovrei toglierle i vestiti pieni di sangue che indossa e metterle il vestito più bello che ha e poi... sotterrare il suo corpo.

Il cellulare squilla un'altra volta. Saranno tutti preoccupati per me, devo rispondere. Lo prendo tra le mani e vedo che è Ruben. Respiro profondamente e accetto la chiamata. Non riesco a parlare.

<< Aria, stai bene? >> dice con voce allarmata.

<< N-no. >> sussurro.

<< Dove sei? Veniamo a prenderti. >>

<< Sono... >> dico con voce strozzata << ... a qualche metro dal fiume, a sud. Ti prego vieni qui.>>

Chiudo il telefono e cerco di riprendere fiato. Non riesco a distogliere lo sguardo dal corpo senza vita di Cat. Mi sento così impotente. Non ho le forze per fare niente.

Non so quanto tempo passa prima che un gruppo di angeli armati atterri vicino a me. Sento qualcuno chiamarmi, ma il mio cervello non reagisce. Ad un tratto vedo Marcus buttarsi per terra vicino a Cat. Appoggia la testa sul suo petto e scoppia in lacrime. Dopo qualche secondo Ruben si mette in ginocchio di fronte a me e mi scuote le spalle. Io non reagisco. Sto immobile, senza poter dire niente. Mi prende in braccio e io riesco a reagire appena la mia pelle tocca la sua.

Prima di cadere in un sonno profondo vedo dall'alto Marcus dare un ultimo bacio alla sua fidanzata.

Appena mi risveglio vedo che sono sul lettino dell'infermeria. Devo essere svenuta mentre mi portavano qui. Adesso so solo che ho una flebo infilata nel mio braccio destro, sicuramente sono dei tranquillanti. Mi metto seduta e immediatamente Ariel si alza dalla poltrona. Sulla poltrona vicino c'è Eliah che dorme.

<< Ehi. >> dice mettendomi una mano sulla spalla << Stai bene? >>

Guardo il suo volto. Si vede che ha pianto e sembra molto stanca. Speravo nel fatto che era tutto un sogno, ma a quanto pare è reale.

<< Dov'è Marcus? >> dico con voce debole. Colpa dei sedativi.

<< Sta provando ad affrontare il suo dolore a modo suo. >>

<< Sta già organizzando il funerale, vero? >> dico cercando di mettermi un po' dritta.

<< E' davanti alla porta dell'obitorio e non fa entrare nessuno. Non vuole che nessuno veda Cat. Fa entra ed esci. >>

<< Devo andare a parlargli. >> dico togliendomi con cautela l'ago dal braccio << Ma perchè mi avete fatto una flebo? Questa cosa mi stordisce. >>

<< Mentre eri in volo sei svenuta e non volevi più risvegliarti. >> dice guardandomi << Hanno parlato di stress post traumatico o cose del genere. >>

Appena l'ago è finalmente fuori dal mio braccio la guardo in faccia. Ha delle piccole rughe attorno agli occhi e non sono date dalla stanchezza, deve chiedermi qualcosa e so già di che cosa si tratta. Cosa le dico? Cosa dico a tutti? Non posso dire: "Sai, Ariel, tuo marito e tua figlia adesso sono ibridi e tua figlia non è più una strega". Non posso dirle una cosa del genere, non posso dirlo a nessuno.

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