Passato- Parte 1

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Appena arrivo nella stanza d'atterraggio vedo che Rachel mi aspetta come tutte le mattine sulla soglia della porta. Sto ancora ripensando ad Alec e alle parole che ha pronunciato. Le sue parole mi hanno fatto pensare al fatto che non ho mai visto foto di mia madre da bambina, non so nemmeno i nomi dei miei nonni materni e all'espressione di mia madre quando si parlava della sua infanzia. Forse quel ragazzino vuole solo farmi perdere la concentrazione, ma intanto non riesco a togliermi dalla mente le sue parole.

<< State bene? >> mi chiede Rachel preoccupata << Non avete un buon colorito. >>

<< Sto bene, ho soltanto dormito poco stanotte. Tutto pronto per l'arrivo degli iniziati? >>

<< Nonostante sia ancora presto due sono già arrivati. >> dice mentre iniziamo a camminare verso il mio ufficio << Gli altri arriveranno a breve. >>

<< Perfetto. Se ci sono problemi vienimi a chiamare. >>

Io continuo a camminare, mentre Rachel si gira e va di nuovo verso la stanza d'atterraggio.

Apro il mio ufficio e appena la porta è chiusa dietro di me respiro di sollievo. Dopo qualche secondo mi rendo conto che Marcus è seduto sulla sedia di fronte alla mia scrivania e mi sta aspettando.

<< Che ci fai qui? >> dico sorridendogli.

Lo saluto con un abbraccio e mi siedo sulla mia sedia dietro la scrivania. Cerco di mantenere il sorriso, anche se al momento è un po' complicato.

<< Sono venuto perchè devi raccontarmi una cosa. >> dice incrociando le mani.

<< Non devo raccontarti niente. >>

<< Invece si. Per caso circa un quarto d'ora fa volavo sulla pianura e ho visto che parlavi con Alec. Voglio che tu mi dica di cosa avete parlato. >>

<< Abbiamo parlato di niente e di tutto. >> rispondo << Abbiamo parlato di cosa ha fatto negli ultimi anni. Mi ha raccontato di alcune ricerche che ha fatto non so di che cosa, e lui sostiene di sapere qualcosa che io non so. Qualcosa che riguarda mia madre. >>

Vedo i muscoli del suo corpo irrigidirsi. Sento il suo battito cardiaco accellelare. Forse quel ragazzino aveva ragione, c'è qualcosa che io non so.

Incrocio le mani sul tavolo e con voce calma dico: << Io ovviamente non so che cosa abbia scoperto su mia madre. Infondo cosa può nascondere un'infermiera vicina al pensionamento? >>

<< Cosa ti ha detto nello specifico? >>

Sta cercando di sembrare calmo, ma il suo battito è molto accellerato. È come se sta per avere un attacco di panico.

<< Mi ha chiesto di chiederti addirittura in che secolo avevi conosciuto mia madre. Ma lo sappiamo entrambi, l'hai conosciuta quando mia madre aiutava Natalie e anni dopo ci sei andato a letto. Giusto? >>

Non mi piace la sua espressione. C'è qualcosa sotto, qualcosa che non vuole dirmi.

<< Certo, quando avrei dovuto conoscerla? >> dice ridendo in un modo palesemente finto.

<< Infatti, è quello che gli ho detto. >>

<< Io adesso devo andare. >> dice alzandosi dalla sedia << Cat vuole presentarmi i suoi genitori finalmente. Ci vediamo presto. Tienimi informato su quello che combina Alec. >>

Mi da un rapido bacio sulla fronte e va via. Adesso ne sono sicura, c'è qualcosa che mi nascondono, qualcosa di molto importante.

Non ho niente da fare. In questi ultimi giorni ho fatto tutto il lavoro così bene che adesso è tutto pronto. Alla fine mi sono ritrovata a trascrivere le frasi che mi ha detto Alec che più mi hanno fatto pensare. Mi ha detto di cercare tra i libri di storia, mi ha detto che mia madre ha qualche anno in più di quello che credo, che dovevo chiedere a mio padre in quale secolo aveva conosciuto mia madre. Perchè mi ha detto "in quale secolo"? Si sono conosciuti una trentina di anni fa, non tre secoli fa! Marcus ha ottocento anni, ma mia madre aveva solo cinquantanove anni, in quale secolo avrebbe potuto conoscerlo se non in questo?

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