Ali bianche- Parte 7

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L'unica cosa che dobbiamo fare adesso è aspettare. Le bare sono piene di catrame magico e le ceneri di Cat sono nella vasca quadrangolare di pietra che mia madre ha fatto apparire vicino al fiume sotto tantissimo catrame magico. Io e Ruben siamo seduti per terra, con la schiena appoggiata al muro del castello. Guardiamo in lontananza tutte le persone che sono qui con noi. Dobbiamo aspettare un bel po', passeremo tutto il pomeriggio qui e aspetteremo la mezzanotte. Mia madre ogni mezz'ora deve aggiungere acqua dentro le bare e nella vasca e non vogliamo lasciarla da sola.

<< Ti manca Jago? >> mi chiede ad un tratto Ruben mentre beve un sorso della sua birra.

<< Mentirei se ti dicessi di no. >> rispondo guardando le acque del fiume << Però non voglio rivederlo. Non me la sento, non posso farci niente. Non puoi capire come mi sento. >>

<< Si invece. >> dice guardandomi << Ti ricordi che quello che credevamo fosse Alec in realtà era Finn, mio fratello? >>

<< Giusto. >> dico accennando un sorriso << Lo avevo dimenticato. I nostri nemici non sono degli estranei, tutt'altro. Tuo fratello, la madre di mio zio che era anche la tua ex, mio zio, mia nonna e per finire in bellezza mio fratello. Facciamo parte di una famiglia di matti. È come se stessimo combattendo una guerra civile. Parenti contro parenti. Loro sono i cattivi, noi siamo i buoni. Infondo non è colpa loro se sono nati così. >>

<< La gente non nasce già in un certo modo. >> dice guardandomi << Non esistono i buoni e i cattivi. Tutti noi siamo attratti dall'oscurità, dal mondo delle tenebre. Alcuni riescono a restare nella luce, altri cedono. >>

<< Certe volte penso che sarebbe stato tutto più facile se mi fossi alleata con i vampiri. Solo un anno da vampiro e poi nessun sentimento. Niente dolore, niente sofferenza, niente lacrime. Sarebbe stata una vita più serena. >>

<< Quella non è vita. >> dice Ruben con tono deciso.

<< Lo so. >> rispondo << Ma la vita che abbiamo vissuto fino a questo momento è vita? >>

Mi tornano in mente alcune immagini, come tante foto in un album. Ne ho passate troppe e adesso sono stanca. Non posso combattere un'altra guerra, non posso farcela.

Ruben mi mette un braccio sulle spalle, mi attira a se e dice: << Fino a questo momento non abbiamo vissuto, siamo sopravvissuti ad una guerra senza fine, ma adesso... abbiamo una casa, una bambina, io ho un lavoro e tu riprenderai gli studi, abbiamo una famiglia. Stanotte riabbraccerai tuo padre, l'uomo che è morto per arresto cardiaco quando tu avevi sono tredici anni. Stanotte riabbraccerai Cat, la tua migliore amica da sempre. Stanotte riabbraccerai David, il ragazzo a cui una volta a settimana hai portato un fiore sulla sua tomba in mezzo al bosco. Stanotte rivedrai in carne ed ossa persone a cui avevi detto addio. Molti non hanno questa possibilità, tu si. E poi non hai solo loro. Hai di nuovo la tua spumeggiante mamma, che avevi seppellito anni fa. Hai Marcus, che ti vuole bene più di ogni altra cosa al mondo. Hai Ariel e Lilia che sanno strapparti un sorriso anche solo guardandoti. Hai una figlia bellissima. Hai me. >>

Chiudo gli occhi e mi concentro sulle sue parole e sulle braccia che mi stringono con forza a lui.

<< Sono fortunata. >> sussurro, ho paura che se lo dico ad alta voce e qualcuno mi sentisse non sarò più tanto fortunata.

Tengo gli occhi chiusi per qualche secondo, voglio concentrarmi per godere a pieno di questo momento. Ma ad un tratto qualcosa attira la mia attenzione. C'è qualcosa di molto strano. Sento un'altro cuore vicino a me, e non è il cuore di Ruben. Apro gli occhi e lo guardo. Anche lui è in allerta. Adesso abbiamo lo stesso udito super potente.

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