Il tradimento- Parte 3

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Mentre guido in autostrada senza una destinazione il mio cervello è pieno di pensieri. Non riesco ancora a credere che Jago è dalla loro parte, non ce la faccio a crederci. Io che ho dato sempre l'anima a tutti i membri della mia famiglia e lui, proprio mio fratello, mi ha tradito così spudoratamente. Ha lui il compito di uccidere la mia bambina! Non riesco a crederci. Però questo non è la cosa più importante. Non sono ancora al settimo mese e se la bambina nasce fra qualche ora non sopravviverà. Devo fare un incantesimo molto potente che faccia crescere la bambina. Sono così agitata che non me ne viene in mente nemmeno uno.

Dopo circa dieci minuti che sono partita correndo dal castello di Marcus, il mio telefono squilla. È Ruben, devo rispondere.

<< Pronto? >> dico cercando di smettere di piangere.

<< Aria, dove sei? >> mi chiede Ruben preoccupato.

<< Stai tranquillo. >> dico << Sono tutti lì? >>

<< Marcus non sa cosa dirci. Continua a ripetere che c'erano dei lupi e che Jago era spaventato. >>

<< Mettimi in vivavoce. >> dico continuando a guardare la strada.

Sento i respiri e i battiti del cuore di ognuno di loro.

<< Allora. >> dico cercando di riassumere tutto << Nonna Aria vuole uccidere la mia bambina. Spiegate dopo a Marcus il perchè. Ero andata al castello per cercare Marcus e ho visto Jago e nonna Aria parlare. Sono complici. Jago era complice anche dei tre bastardi che ho ucciso. >>

<< Aria, ma che stai dicendo? >> dice Ariel piangendo << Non è possibile. >>

Come faccio a dirle che Jago la tradisce spudoratamente da tre anni? Non posso non dirlo, devono saperlo.

<< Ariel, mi dispiace. >> dico con la voce un po' rotta dal pianto << Quella stronza lupa sapeva che mi sarei rifugiata sulla nuvola per partorire Luce e ha dato il compito a Jago di uccidere la mia bambina. Ha fatto un incantesimo, partorirò fra qualche ora e mi serve un incantesimo potente per far crescere la bambina il più possibile. Mamma, ti prego, dimmene qualcuno. Se Luce non cresce non vivrà a lungo. >>

Sento Ariel piangere all'impazzata e riesco perfino a sentire i singhiozzi di Ruben.

Ad un tratto sento una forte fitta alla pancia. Abbasso lo sguardo e vedo che mi si sono rotte le acque. Un'altra fitta. Non posso fare a meno di urlare. Quella bastarda deve aver anticipato l'incantesimo per bloccarmi.

<< Che succede? >> dice Marcus spaventato.

Un'altra fitta. Fanno male da morire.

Senza fiato dico: << Ho le contrazioni. Mi si sono rotte le acque. >>

<< Aria, fermati! >> dice mia madre << Accosta la macchina e aspettaci. >>

<< No! >> urlo dal dolore << Mi troveranno prima di voi! >>

<< Allora vola! >> urla Marcus << Lascia la macchina e vola il più in alto possibile. >>

Faccio quello che dice. Fermo la macchina in mezzo alla strada, prendo il telefono ed esco fuori, ma appena mi volto vedo nonna Aria seguita dai suoi lupi. Non ci sono macchine intorno, nessuno a cui chiedere aiuto.

Un'altra fitta che mi piega in due.

<< Ti prego. >> dico piangendo guardandola dritta negli occhi << Lasciami in pace. Lasciami andare via. >>

<< Mi dispiace, nipote. >> dice sorridendo << Non posso farlo. >>

Non so dove trovo la forza ma mi metto a correre più veloce che posso. Ho una fitta ogni due secondi. Sento che vuole nascere. Mi viene in mente l'incantesimo che ho fatto stamattina, quello di teletrasporto. Ancora non è nata, ancora può crescere. Grido l'incantesimo e dopo qualche secondo sono in mezzo al bosco, sto correndo senza meta. Non so dove sono di preciso, so solo che la mia pancia è aumentata di un po' e continuo ad avere fitte. Ripeto l'incantesimo e adesso sono nel bosco ancora più inoltrato. Sono lontanissima dalla città, ma comunque sento i lupi che mi seguono, li sento vicini. Ripeto di nuovo l'incantesimo e mi ritrovo dentro ad una macchina in un parcheggio di un supermercato. Mi guardo intorno, non so dove sono ma non sono nella mia città. Con un incantesimo metto in moto la macchina e sfreccio via verso la strada. Non so dove sto andando. Abbasso lo sguardo, la mia pancia è aumentata e questo vuol dire che la bambina è cresciuta, ma ormai sento che il parto è imminente. Sto diventando cieca dal forte dolore, non riesco a capire nemmeno dove vado. Tengo una mano sulla mia pancia e continuo a ripetere ad alta voce "Ti prego Luce, aspetta" ma non dipende da lei. Non so come ma quella lupa stronza ha fatto in modo che il parto iniziasse adesso.

Sento ormai che sono agli sgoccioli. Luce vuole nascere e io non so come sto riuscendo a guidare a centoventi chilometri all'ora. Ad un tratto nonna Aria appare davanti alla macchina e io freno velocemente. Mi ha trovata comunque. Ho fatto tre incantesimi di trasporto, ho rubato un'auto, ho guidato mentre ho le contrazioni e lei mi ha trovata.

La guardo un attimo negli occhi. Non fa altro che ridere e ridere. In questo momento vorrei ucciderla, ma non riesco a muovermi. Ad un tratto sento un rumore strano, un rumore di clacson. Mi accorgo che nonna Aria non è davvero di fronte a te. Un camion mi sta venendo addosso e io non riesco a muovermi. Dopo qualche secondo c'è l'impatto. La macchina sbanda e cade dal ponte. Guardo il finestrino. La macchina sta cadendo nel vuoto e io non riesco a muovermi. Vedo il terreno sempre più vicino a me. Mancano pochi metri. Sbatto la testa e tutto svanisce. Niente più dolore, niente più lacrime, niente più pensieri, niente di niente. Nonostante tutto però sono ancora viva. Ho gli occhi socchiusi. Sento l'odore del mio sangue sgocciolare ovunque. Tutto è annebbiato. Risento di nuovo quella sensazione, la stessa sensazione che ho provato quando sono morta per la prima volta. Dopo tanto tempo mi sento pronta di nuovo per lasciarmi andare. Mi sento pronta per morire. Questa volta però, sopra di me, non vedo un'aquila che vola nel cielo tranquilla, vedo solo il tetto di questa macchina. Però riesco a sentire il rumore della pioggia. Ho sempre adorato la pioggia. Se questa volta devo veramente andarmene, questa è stata una bella fine.

Chiudo gli occhi però sono ancora qui. Sento il rumore della pioggia. Dopo non so quanto tempo sento una voce in lontananza. Una voce che riconoscerei anche da morta.

<< E' qui. >> urla Ruben.

Riapro gli occhi e lo guardo. Subito dopo vedo arrivare anche Marcus e mia madre.

<< Aria, mi senti? >> dice Marcus prendendomi il viso fra le mani.

Vorrei dire di si, ma non ci riesco. Vorrei annuire, ma il collo non segue i miei comandi.

<< La bambina sta nascendo. >> sento dire a mia madre << Ma non è girata, non può nascere. >>

<< Dobbiamo farle un parto cesareo. >> dice Marcus << Addormentiamola. >>

L'ultima cosa che vedo è una siringa piena di un sedativo.


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