Passato- Parte 9

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Appena entriamo all'ospedale chiediamo subito del dottore Jackson Parcher, l'amico di Jago. Una signora molto anziana mi dice che in questo momento è di turno al reparto dove raccolgono il sangue. Prendiamo l'ascensore e ci dirigiamo subito verso il reparto. Stiamo entrambe in silenzio, io non ho voglia di parlare e a quanto pare nemmeno Lilia.

Chiediamo ad un'altra infermiera dove sia il dottore e ci indica una sala in fondo al corridoio. Appena entro vedo che questa sala è piena di sedie e in questo momento molte persone stanno donando il sangue. Mi guardo intorno e sento iniziare un forte mal di testa.

Mi succede spesso. Quando sono in un luogo molto affollato o quando sento l'odore del sangue così forte mi vengono una delle mie crisi. Inizia tutto con un forte mal di testa e poi non riesco più a respirare.

Lilia, senza dire niente, mi trascina fuori dalla sala, prende il cellulare dalla mia borsetta, digita un numero e dopo un po' mi passa il telefono.

<< Aria, stai bene? >> dice Marcus dall'altra parte del telefono.

Oramai senza fiato dico: << Ho una delle mie crisi. >>

<< Pensa al rumore della pioggia. Immaginalo. Chiudi gli occhi, respira profondamente e pensa al ticchettio della pioggia sui tetti delle case. >>

Faccio quello che dice e in pochi minuti mi sento già un po' meglio. Ogni volta che ho le mie crisi Marcus è l'unico che riesce a calmarmi. Ogni volta ripete sempre le stesse parole e io mi rilasso. Una volta ci ha provato Ruben, ma non sono riuscita a calmarmi. Solo Marcus ci riesce.

<< Grazie. >> dico appena mi sono ripresa del tutto.

<< Di nulla. Adesso devo staccare, sto andando a casa dei genitori di Cat per vedere se è lì, non la vedo e non la sento dal tuo compleanno e adesso mi sto davvero preoccupando. >>

Anche io non ho notizie di Cat. È strano, di solito quando è in città passiamo del tempo insieme, ma questa volta a quanto pare no. È strano anche il fatto che sia sparita del tutto, di solito non si stacca da Marcus nemmeno per un minuto.

<< Fammi sapere se la trovi. >> dico << Non farmi stare in pensiero. >>

Chiudo la telefonata e rimetto il mio cellulare dentro la borsetta. Ho ancora un leggero mal di testa, ma è normale. Non capisco perchè mi succeda questo, è come se fossero degli attacchi di panico attivati all'odore del sangue. Sono cinque anni che sopporto questi attacchi e darei tutto per liberarmene.

Ad un tratto vedo arrivare Jackson di fronte a noi.

<< Che diamine ci fai qui? >> dice con la sua solite voce tesa << Non vorrai lasciare che la tua parte vampira emerga proprio qui? >>

<< No. >> rispondono ancora un po' affannata << Devo vedere i cadaveri dei campeggiatori uccisi questa notte. >>

<< Aria, sei la governatrice della comunità a cui appartengo, ma non posso fare tutto quello che mi chiedi. Rischio abbastanza a fornirti le sacche di sangue. >>

Mi avvicino a lui e alzo la testa per guardarlo negli occhi, è straordinariamente alto.

Sussurrando dico: << Voglio solamente salvare la comunità a cui noi apparteniamo. Circa un'ora fa è morto il più bravo controllare e tutore che avevamo. Aveva millecinquecento anni, era il più vecchio degli angeli ancora in vita. Ha combattuto più di una guerra in tutti questi anni e questa donna misteriosa lo ha ucciso e fatto a pezzi. Voglio vedere i cadaveri di quei campeggiatori perchè voglio scoprire l'identità della nostra minaccia e neutralizzarla. Quindi, o mi fai strada verso l'obitorio dell'ospedale, o vado io da sola e metto in allarme tutto l'ospedale. A te la scelta. >>

Un po' sbuffando dice di seguirlo.

Ci mettiamo a camminare attraverso i corridoi, per non farci vedere Jackson ci sta portando all'obitorio attraverso dei passaggi aperti solo al personale qualificato.

Mentre camminiamo per un corridoio illuminato da una luce fioca, Lilia dice: << Da quando sei diventata così? >>

<< Così come? >> dico continuando a guardare sempre avanti.

<< Così dura, autoritaria, severa. Fino a cinque anni fa avresti ottenuto tutto questo chiedendo per favore, non minacciando le persone. >>

Rimango in silenzio. Ha ragione, fino a qualche anno fa non ero così. Ma le persone cambiano. Io sono cambiata.

<< Siamo arrivati. >> dice Jackson fermandosi davanti ad una porta di metallo << Io non posso entrare, non ho le chiavi, ma credo che non sarà un problema per voi due. >>

Lilia va davanti alla porta e in un attimo si spalanca. Adoro quando fa questo genere di cose e sapere che posso farle anch'io mi elettrizza.

Entriamo nell'obitorio e Jackson torna di nuovo ai piani superiori. Subito di fronte a noi ci sono due barelle dove ci sono due corpi coperto da un telo bianco. Respiro profondamente, mi avvicino ad una delle due barelle e sposto il telo per vedere la faccia di uno dei due campeggiatori. Rimango per un attimo terrorizzata vedendo di persona le ferite che questa donna misteriosa ha causato a questo ragazzo. Qualcuno deve aver pulito la ferita da tutto il sangue e adesso di vede benissimo che questa donna ha morso questo ragazzo sul collo, proprio sulla carotide. Tutto fa pensare ad un vampiro.

<< Aria, dobbiamo parlare. >> dice Lilia mettendosi dall'altra parte della barella.

<< Non è questo il momento, come vedi ho delle questioni da risolvere. >>

<< No, dobbiamo parlare adesso. >> dice con voce dura << Credi che non me ne sia accorta? Ogni volta che vedi del sangue e tu non te ne nutri ti comporti in modo strano. Hai visto il sangue di quella ragazza alla nuvola e poi hai detto quelle parole a Jago, hai visto del sangue ai piani di sopra e hai parlato in quel modo a Jackson. Anche quando la sera del tuo compleanno stavi per bere la tua tazza di sangue e poi Marcus e Cat sono arrivati, subito dopo hai parlato a Marcus con tono duro e non lo hai nemmeno abbracciato come fai di solito. >>

<< Tanto a te che ti importa? >> dico senza nemmeno pensarci.

<< Vedi? La vera Aria non direbbe mai una frase del genere. Va bene, ne parliamo quando il tuo cervello non sarà più annebbiato dalla vista di quel sangue al piano di sopra, ma questa conversazione non è chiusa. >>

Non voglio pensare a quello che ha appena detto e non voglio nemmeno pensare a quel maledetto sangue, devo concentrarmi, devo scoprire cosa diamine sta succedendo.

Per prima cosa devo capire se nel sangue di questo ragazzo c'è presenza di sangue angelico o di sangue di stregone. Con un po' di repulsione, sposto il telo un altro po' e prendo la mano sinistra del ragazzo, se era stato o sarebbe stato un angelo sulla sua mano ci deve essere la cicatrice. Non c'è.

Alzo lo sguardo verso Lilia e le dico: << C'è un modo per scoprire se questo ragazzo era uno stregone? >>

Annuisce, prende la mano destra del ragazzo e dice in latino: << Naturae revelat sanguine. >>

Dopo qualche secondo apre gli occhi e dice: << Era completamente umano.>>

Riguardo di nuovo la ferita. Sono dei morsi, ne sono assolutamente sicura. C'è qualcosa di strano in tutta questa storia, qualcosa di terribilmente soprannaturale. Il rivelatore non può sbagliare, nel sangue c'era qualcosa di strano, qualcosa che supera le nostre conoscenze.

<< Aria, ti prego, dimmi che non è opera dei vampiri. >> dice Lilia con voce spaventata.

<< E' questo il problema. >> dico ricoprendo il corpo del campeggiatore << Non so cosa sia stato.>>


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