Vendetta- Parte 15

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Appena esco dalla doccia vengo accolta da un vento gelido proveniente dalla finestra aperta. Sono ancora le sei di mattina e in questo periodo dell'anno la notte è molto fredda. Mi asciugo velocemente e mi vesto. Guardando nel mio borsone mi sono resa conto di aver portato per sbaglio una felpa di Ruben. Appena l'ho presa tra le mani mi sono resa conto di quanto mi manchi. Mi manca davvero l'aria senza di lui. Ho deciso di indossarla anche se mi sta molto grande, ma non mi importa, ho bisogno di sentirlo vicino. Sotto alla felpa metto un paio di leggins neri e poi le scarpe da tennis.

Quando esco dal bagno Ariel è ancora a letto, ma è sveglia. Gioca un po' con il piccoletto. Appena nota come mi sono vestita dice: << Vai a correre prima di incontrare Adams? >>

<< No. >> dico sedendomi sul letto accanto a loro << Non so nemmeno dove siamo di preciso. >>

<< Non dovresti vestirti un po' meglio allora? >> dice guardandomi << Magari rimane affascinato da te e così ci aiuta. >>

<< Ti ricordo che è mio zio. >> dico ridendo << Siamo parenti! >>

<< Ah, giusto. Lo avevo dimenticato. >>

Faccio apparire qualcosa da mangiare per Ariel, ha sempre fame in questo periodo. Per un attimo ieri ho davvero creduto che fosse incinta, ma se lei dice di no vuol dire che non lo è. Io invece ancora non riesco a mangiare niente. Stamattina mi sono svegliata e sono dovuta correre subito in bagno, adesso che non ho più niente nello stomaco inizio a rigettare il sangue che mi serve per nutrirmi. Sto iniziando davvero a preoccuparmi, forse Ariel ha ragione, forse Alec ha fatto un incantesimo su di me per farmi stare male e per rendermi così più debole. Io non posso permetterlo. Prendo un pezzo di cornetto al cioccolato e lo mangio senza pensarci tanto. È come se mangiassi un vasetto di yogurt avariato.

<< Sai a cosa stavo pensando? >> dice ad un tratto ridendo.

<< A che cosa? >> chiedo iniziando a ridere.

<< Che questa era la capanna dove Lilia e Set abitavano. >>

<< E cosa c'è da ridere in questo? >>

<< Sono stati qui sei mesi. >> dice guardandomi con espressione disgustata << Lo avranno fatto sicuramente su questo letto. >>

Scoppio a ridere. Questi sono i tipici pensieri matutini di Ariel.

Dopo un po' dice seria: << Spero che almeno le lenzuola le abbiano cambiate. >>

Mi stendo sul letto e guardo il tetto a punta. Dalle finestre entra la tenera luce del mattino e io cerco di godermela per qualche secondo. Mancano tre ore all'incontro con Ezra e sono leggermente in ansia. Se non riesco a convincerlo siamo tutti fregati. Almeno spero che era in buoni rapporti con mia madre, anche se non penso che si tenessero in contatto. Forse Ezra non sa nemmeno che sua sorella è morta. Mi chiedo che aspetto ha. È alto o basso? Mi assomiglia oppure è completamente diverso? Ha una famiglia qui? Ha ancora l'incantesimo di immortalità addosso oppure ha deciso di invecchiare come ha fatto mia madre? Non so niente di lui e non so se è una cosa buona o una cosa non buona.

<< Che gli dirai per convincerlo? >> mi chiede Ariel mentre gioca con Eliah con una palla.

<< Non lo so. >> dico continuando a guardare il tetto << Sai che io non sono una che si prepara i discorsi prima. Credo che gli dirò: Ciao, sono Aria, la figlia di Virginia e abbiamo bisogno del tuo aiuto. >>

Qualcuno bussa alla porta. A quanto pare gli stregoni sono molto mattinieri, forse è per questo che Lilia è stata qui solo sei mesi. Mi alzo dal letto e vado ad aprire la porta. È il bambino che ci ha accompagnato ieri sera alla capanna, Kiran.

<< Ciao. >> dico sorridendogli.

<< Speravo foste sveglie. >> dice ricambiando il sorriso << Noi non sappiamo a che ora si svegliano le ragazze di città. Noi qui ci svegliamo ogni giorno al cantar del gallo. >>

<< Anche noi ci svegliamo molto presto. >> dico facendolo entrare.

<< Noi eravamo abituati con Lilia. Ogni mattina dovevamo tirarla fuori dal letto. >>

Ariel ridendo dice: << Si, mia figlia è molto dormigliona. >>

<< Mia madre mi ha detto di farvi fare un giro della tribù. >> dice Kiran sorridendomi << Quando si è sparsa la voce che adesso sei tu la nuova strega creatrice sono diventati tutti molto più disponibili. >>

Un po' dubbiosa dico: << Non dovrebbero odiare mia madre? È stata lei a creare i vampiri, perchè allora sono tutti così disponibili con me? >>

<< Tua madre era molto buona. >> dice guardandomi dritta negli occhi << Aveva fatto un grande errore, ma si è pentita ed è per questo che è ben voluta. Quindi adesso potete lasciare tutto qui, vi faccio fare un giro. >>

Prendiamo i nostri telefoni ed usciamo dalla capanna. Ci mettiamo in cammino e noto che le capanne non sono disposte a caso. Tra due capanne c'è un certo spazio che serve a creare una via. È come se fosse un grande paese molto rustico.

Mentre camminiamo Kiran ci chiede: << Da quale città venite? >>

<< E ce lo chiedi anche? >> dice Ariel sorridendo << Esiste solo una città dove vivono gli angeli e i vampiri. >>

<< Giusto. >> dice sorridendo << Era solo per fare conversazione. >>

<< Cosa fate voi ragazzi? Non andata a scuola? >>

<< Si. >> dice guardandoci << Ma non la scuola che frequentate voi, è una scuola di magia. Impariamo ad usare la magia fin da piccoli per poi diventare grandi stregoni. Andiamo a scuola fino a quindici anni, poi decidiamo che tipo di stregoni vogliamo diventare e partiamo verso destinazioni ignote in cerca di una tribù che faccia al caso nostro. Io partirò fra due anni. Io ho già scelto cosa fare. Andrò in Islanda per imparare a governare il ghiaccio e poi mi unirò con un gruppo di stregoni per impedire lo scioglimento dei ghiacciai a causa del buco nell'ozono.>>

<< E' una cosa molto bella. >> dice Ariel.

Dopo un po' arriviamo davanti ad uno spiazzale. Al centro ci sono i resti di un focolare e ci sono tanti bambini di varie età che corrono ovunque. Eliah senza aspettare un attimo va vicino ad un gruppo di bambini e inizia a giocare con loro.

Kiran si avvicina a me e mi dice: << Tu sai da poco di essere una strega, vero? >>

<< Si. >> rispondo << Da circa tre settimane. >>

<< Adesso tutto è chiaro. >> dice sorridendo.

<< Cosa è chiaro? >> dico squadrandolo dalla testa ai piedi.

<< Ti comporti come un'umana normale. Sei una strega, ma hai comunque preparato un bagaglio. Scommetto che hai anche pagato i biglietti per venire qui. >>

<< I biglietti non li ho pagati. >> dico accennando un sorriso << Cioè, ho fatto apparire dei soldi in banca per comprarli. >>

Scoppia a ridere.

<< Un ragazzino di tredici anni mi sta prendendo in giro. >> dico un po' arrabbiata << Fantastico.>>

<< Sei troppo onesta. >> dice continuando a ridere << Avere la magia vuol dire barare e tu comunque ti ostini a non voler barare. Sei una donna molto intelligente e di buon cuore. >>

Lo guardo un attimo spiazzata. È passato dalle prese in giro ai complimenti. Fantastico.



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