Ali bianche- Parte 1

7.7K 818 139
                                    

Non so da quanto tempo sono addormentata, so soltanto che non sono arrivata al tunnel. Mi aspettavo di vederlo. Mi aspettavo di morire di nuovo. Però questa volta il tunnel non l'ho visto. Continuo a fare incubi. Rivedo Jago e la madre di Marcus, rivedo la macchina cadere dal ponte. Mi sembra di sentire ancora la pioggia dentro le orecchie. Provo a svegliarmi, ma non ci riesco. Sento il sedativo scorrermi nelle vene e non posso fare niente per fermarlo. Da una parte però vorrei rimanere addormentata per sempre. Non voglio aprire gli occhi e capire che la mia bambina è morta. Che era troppo piccola per nascere o che la lupa stronza o Jago sono riusciti ad ucciderla. Non voglio risvegliarmi in un mondo dove la persona che amo di più di ogni altra cosa non esiste più. Ho paura di aprire gli occhi.

Però, dopo non so quanto tempo, sento che scorre meno sedativo nelle mie vene. È arrivato il momento di risvegliarsi. Qualunque cosa mi aspetti devo aprire gli occhi. Non ho mai provato più paura di adesso. Aprire gli occhi in questo momento è la cosa più coraggiosa che devo fare adesso. Lentamente li apro. La prima cosa che vedo è un tetto completamente bianco. Adesso non si può più tornare indietro. Devo accettare qualunque realtà scoprirò adesso. Giro lentamente la testa e vedo una porta. Non sono nell'ospedale sulla nuvola. Mi sollevo un po' e mi metto seduta. Guardo il mio braccio e vedo che sono attaccata a delle flebo. Mi guardo intorno e vedo che sono in ospedale. Nell'ospedale sulla terra. Cose da non crederci. Lentamente il mio udito si risveglia e sento un fastidioso bip. Mi volto verso la mia destra e vedo che sono collegata ad una di quelle macchine che calcolano la pressione e il battito cardiaco. Dalla finestra entra una forte luce. Non piove più, il sole brilla in alto sul cielo. Torno a guardare me. Non ho più la pancia e indosso un orribile pigiama blu. Luce è nata. Adesso devo scoprire se è morta o viva.

Metto i piedi per terra e sento tutte le mie ossa scricchiolare. Mi sembra di aver dormito per ore. Mi sento un po'... strana. Mi sembra di stare ancora dormendo.

Infilo i piedi nelle ciabatte, mi sostengo nel comodino e mi alzo all'impiedi. All'inizio barcollo un po', però riesco a stare dritta e a camminare. Mi ritornano in mente le immagini dell'incidente. Sono davvero caduta da un ponte alto chilometri e mi ricordo tutto.

Provo a parlare, ma biascico un po'. Odio essere sedata, non riesco ad avere i riflessi pronti. Mi appoggio a questa specie di bastone di ferro dove è agganciata la flebo e mi dirigo verso la porta della stanza. Ancora sono in dormiveglia. Non riesco a ricordare nemmeno come si chiamano le persone che curano le altre persone. La parola "dottore" mi viene in mente soltanto quando appoggio la mano sulla maniglia della porta.

Appena esco nel corridoio vedo che non c'è nessuno. Mi guardo intorno e vedo che sono in un reparto che avevano chiuso tanto tempo fa. Sicuramente mi tengono qui perchè le altre persone non vedano che guarisco in fretta e che ho due canini da vampiro che mi sbucano dalla bocca.

Cammino per un po' e questo posto è davvero deserto. Ma perchè non mi hanno portato all'ospedale sulla nuvola? Perchè mettermi qui?

Ad un tratto sento una voce a me familiare dire: << Torna subito a letto. >>

Mi volto e vedo Ruben a pochi metri da me. Corro verso di lui e lo abbraccio con forza. Avevo bisogno di vederlo, di stringerlo fra le mie braccia.

<< Aria, devi metterti a letto. >> dice abbracciandomi anche lui << Oltre al parto cesareo che hai avuto hai subito un trauma cranico molto grave. >>

<< Di che parli? >> chiedo guardandolo, però poi mi ricordo dell'incidente e continuo << Ah, si, giusto. La macchina, il camion, il ponte. >>

<< Dai, andiamo nella tua stanza così parliamo. >> dice sorridendomi.

<< No. >> dico guardandolo << Devo vedere Luce. È viva, vero? >>

Sono agitatissima. Dopo qualche secondo dice sorridendo: << E' viva e sta benissimo. >>

Faccio un respiro di sollievo e scoppio a piangere per la gioia.

<< Voglio vederla. >> dico sorridendo.

<< Prima devi sapere delle cose. >> dice << Sono successe tante cose mentre dormivi. >>

<< Da quanto tempo sono incosciente? >> chiedo un po' confusa.

<< Una settimana. >> risponde.

Mi riaccompagna nella mia stanza e ci sediamo sul letto. Mi sento un po' confusa. Non riesco nemmeno a pensare frasi complete e con un significato. Mi hanno tenuta sedata una settimana! È normale che mi senta così.

<< La cosa più importante è che Luce è salva. >> dice stringendomi la mano << E' andato tutto bene e io sono il nuovo sciamano, anche se non ho i poteri. I poteri sono rimasti alla nostra bambina. >>

<< Ma è fantastico. >> dico sorridendo.

<< Jago ha confessato. >> dice guardandomi << La madre di Marcus lo ha fatto innamorare di lei e quindi ha seguito i suoi ordini come un cagnolino. Ariel gli ha fatto firmare i documenti del divorzio e da questo momento Jago non potrà più vedere Eliah. >>

<< Ha fatto bene. >> dico piangendo in silenzio << E' un mostro. >>

<< Marcus ha picchiato Jago così tanto che alla fine era distrutto. >> dice continuando a stringermi la mano << E, visto che tu eri sedata e quindi non capace di intendere e di volere, è tornato governatore per cinque minuti, ha esiliato Jago dalla nuvola e poi ti ha ridato la carica. Da ieri Jago non potrà mai più mettere piede nella nuvola. >>

<< Wow. >> dico accennando un sorriso << Ne sono successe di cose. >>

<< Aspetta di vedere la nostra bambina. >> dice sorridendomi.

<< Perchè? >> dico preoccupata << E' malata? È completamente sana vero? >>

<< E'... >> dice con un sorriso enorme << Per capirlo devi vederla. >>

Chiama Marcus al telefono e gli dice che mi sono svegliata e che deve venire con la bambina.

Il mio cuore sta esplodendo di gioia. Non riesco a smettere di piangere per quanto sono felice. La mia bambina è salva. Non vedo l'ora di vederla.

Dopo qualche minuto Marcus entra nella stanza con un fagottino fra le braccia. Non riesco a vederla, è ricoperta da una copertina rosa. Marcus si avvicina a me e me la fa prendere fra le braccia. Sta dormendo. È davvero una bambina stupenda. Il naso sottile, labbra carnose ed ha qualche lentiggine sul viso. Sposto un po' la copertina dalla testa e vedo che ha i capelli rossissimi. Sembra che stanno prendendo fuoco. Ad un tratto apre gli occhi e mi guarda. Ha gli occhi un po' a mandorla e sono i miei occhi. Azzurri, di un azzurro intenso, ma che emanano calore.

Mi volto verso Ruben e piangendo dico: << E' bellissima. >>

Marcus sorridendomi mi dice: << Toglile la copertina completamente. >>

Un po' dubbiosa faccio quello che dice e la guardo. All'inizio noto soltanto che indossa un body che sicuramente ha fatto Ariel, però poi Luce si muove e le vedo. Due ali bianche spuntano dalla sua schiena. Rimango per un attimo senza parole. Come può avere le ali se è solo una neonata?

<< Non lo so. >> dice Marcus capendo cosa sto pensando << Le ho fatto dei controlli. È come te. Un terzo angelo, un terzo vampiro e un terzo strega. >>

<< Dovevi vedere la sua faccia quando l'ha presa tra le mani. >> dice Ruben riferendosi a Marcus << Era ricoperta di sangue, eravamo dentro la macchina sotto il ponte e lui ha esclamato "ha le ali"! È stato troppo forte. >>

<< L'hai fatta nascere tu? >> dico guardando Marcus sorridendo.

<< Si. >> dice orgoglioso << E sinceramente non so bene come. Tua madre mi diceva cosa fare e io eseguivo gli ordini. È stato... emozionante. >>

Torno a guardare la mia bambina. Sapevo che mi avrebbe stupito. E chi se lo immaginava? Capelli rossi, occhi azzurri, lentiggini e due ali bianche. È la bambina più bella che abbia mai visto in vita mia.


Luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora