Vendetta- Parte 1

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Non so come, ma mi hanno convinto a passare questa notte in ospedale. Mi hanno fatto delle analisi e hanno potuto notare che non mangio del cibo da più di quattro giorni. Ariel mi ha fatto "la ramanzina" come se fossi sua figlia. Mi ha ricordato che non sono solamente un vampiro e che il sangue non basta a tenermi in forze. Ha ragione, ma negli ultimi giorni ho avuto altro a cui pensare. Come puoi pensare a mangiare regolarmente quando uno stregone cattivo ha preso di mira tutta la tua famiglia?

Ariel sta dormendo sulla poltrona ed Eliah è raggomitolato vicino a lei. Io sono stesa su un fianco e li osservo. Siamo rimasti solo noi tre: una strega completamente inutile, una combattente discreta nonché la madre dello stregone cattivo ed un bambino di quasi cinque anni.

Sono ormai tre ore che non faccio altro che pensare al rebus che mi ha lasciato mia madre. Mi ha detto tutto quello che poteva dirmi, ma non credo che basti. Non faccio altro che ripetere la sua storia nella mia mente, ma non riesco a capire. Mi sento una merda, per dirla chiara.

Ho ancora al braccio queste maledette flebo. Non vogliono capire che se quel bastardo dovesse attaccare io sarei molto debole. Comunque non penso che attaccherà presto. Ha fatto la sua mossa, ha dato un'altro magone da digerire lentamente, adesso passerà qualche giorno prima che succeda qualcos'altro. Sia io sia Ariel sappiamo con certezza chi è il prossimo obiettivo di Alec, il piccoletto. Alec è una persona avida, una persona che non si accontenta mai. Ha già preso il potere di Lilia, ma adesso vorrà prendere anche il potere di Eliah. È suo fratello ed ha la magia rossa come me e Jago, Alec non se la farà di certo scappare. Sicuramente è molto infastidito dal fatto che non può assorbire anche la magia di Jago, non sono parenti.

I miei occhi si chiudono da soli. Voglio rimanere sveglia per proteggere Ariel ed Eliah, ma non ci riesco. In questo momento vorrei uccidere quella maledetta infermiera che, circa mezz'ora fa, ha aumentato la dose dei sedativi. Alla fine il sonno ha la meglio su di me.

Vedo il buio. Non capisco cosa sta succedendo, so che mi sono addormentata ma mi sento ancora sveglia. Lentamente iniziano ad apparire le pareti del tunnel. Che cosa ci faccio qui? Non credo di essere morta, qualcuno deve avermi chiamata. Però che strano, ogni volta che mia madre e mio padre si sono messi in contatto con me mi hanno portata al campo di grano, perchè adesso sono nel tunnel? Mi guardo attorno un po' confusa, non c'è nessuno.

Sento qualcuno urlare il mio nome, ma non so da dove viene il suono. Questa voce non mi è nuova, ma non è la voce né di mio padre né di mia madre né di Cat. Appartiene a qualcuno ma non riesco a ricordare. Ad un tratto davanti a me si materializza un ragazzo. Lo guardo un attimo, all'inizio non lo riconosco, poi mi ricordo. Mi tornano in mente le giornate degli allenamenti da protettore, le sue battute e il suo spiccato senso dell'umorismo. Non credevo che avrei potuto rivederlo un'altra volta. Un'altra vittima dei vampiri, un'altra persona che quei maledetti succhiasangue mi hanno portato via. David.

<< Ti prego, non dirmi che non mi riconosci. >> dice sorridendomi << Davvero ti sei dimenticata di me? >>

<< Oh mio dio. >> esclamo contenta << Non posso crederci! >>

<< Sei ancora la mia migliore amica nonostante in questo momento dei vermicelli stanno rodendo i resti del mio corpo. >>

Senza esitare mi butto su di lui e lo abbraccio. Non mi sono mai dimenticata di lui, come potevo farlo?

Mi stacco da lui e mi dice: << Senti, non ti ho contattato per ringraziarti di tutti i fiori che hai lasciato sulla mia tomba, c'è una questione di cui dobbiamo parlare. Mi hanno dato il permesso di parlarti di alcune cose e in questo momento ci sono trenta streghe morte che mi stanno aiutando. Non resisteranno per molto tempo. >>

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