Vendetta- Parte 10

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<< Ma non ha senso! >> dice Ariel con tono arrabbiato buttando la lettera sul tavolino del mio soggiorno << Cosa intendeva dicendo "abbiamo sbagliato tutto" o "gli angeli sono morti il giorno della tua trasformazione"? Forse aveva bevuto e non sapeva quello che stava scrivendo. >>

<< Marcus non ha mai bevuto una goccia di alcol in tutta la sua vita. >> dico indifferente.

Sto guardando i documenti che Marcus ha pensato bene di lasciarmi. Li ho portati tutti nel mio appartamento e, in questo momento, non ho la forza necessaria per iniziarli a leggere. Ho paura. Penso che con la frase "abbiamo sbagliato tutto" si riferisse alla mia trasformazione in ragazza alata. Non riesco a non pensare che forse i vampiri in realtà non sono i vinti, ma i vincitori, e questo spiegherebbe la frase "gli angeli sono morti il giorno della tua trasformazione". Non so cosa vogliano dire le parole in quella lettera, ma so che ho veramente paura.

Prendo la lettera tra le mie mani e la rileggo velocemente. La frase che però mi fa più paura è "il mondo ha ancora bisogno di te". Questo non posso accettarlo. Mi sono trasformata, per colpa di questa trasformazione adesso ho una diamine di dipendenza dal sangue umano e forse non me ne libererò mai, e poi ho anche queste dannate cicatrici su tutto il corpo che ogni giorno mi ricordano quanto sia facile e doloroso morire.

Qualcuno bussa alla porta. Ariel si alza dalla poltrona e va ad aprire. Rabbrividisco quando la vedo arrivare con due vassoi per la cena. Non capisco perchè solo a guardare il cibo mi viene da vomitare. Mi è capitato altre volte di essere sottopressione e stressata, ma non mi è mai capitata una cosa del genere. Non capisco cosa mi sta succedendo. E se Ariel avesse ragione? Se avessi davvero una malattia? Ma sono per un terzo vampiro, non posso essere malata, è contro natura.

<< Ti ho fatto preparare un po' di brodo caldo. >> dice Ariel accennando un sorriso << Se hai problemi allo stomaco con questo starai meglio. >>

<< Ariel, non insistere, non ho fame. >> dico esausta << Non sto male, semplicemente non ho fame. Devi stare tranquilla, io non posso avere nessun tipo di malattia, sicuramente è solo stress. >>

Appoggia i vassoi su una zona libera del tavolino e dice: << Passiamo al piano b allora. >>

Va in cucina, torna dopo qualche secondo con una sacca di sangue tra le mani e poi versa tutto il contenuto nel piatto dove c'era il brodo.

<< Vedi se così riesci a mangiare qualcosa. >> dice sorridendomi << Almeno provaci. Tu sei andata a caccia molto spesso, sarà come tornare ai vecchi tempi. Hai già sbranato qualche coniglietto, vero? >>

<< Wow, Ariel. >> dico prendendo il mio vassoio e tornando a sedere sul divano << Sai come usare le parole giuste in un discorso. >>

Guardo il mio vassoio. Il sangue maschera un po' l'odore del brodo, ma mi viene comunque da rimettere. Mi faccio coraggio, prendo la ciotola tra le mani e inizio ad ingoiare qualche sorso. Riesco a mangiare in questo modo, ma tanto so che domani mattina vomiterò tutto di nuovo. Bevo questo brodo soltanto per far felice Ariel.

A metà ciotola mi arrendo. Lascio il vassoio vicino a me e inizio a guardare i documenti.

<< Come posso aiutarti? >> mi chiede Ariel sorridendomi.

La guardo in viso. Sta lampando dal sonno, non resisterà un'altra ora sveglia.

<< Vai a dormire, qui ci penso io. Forse c'è la risposta al rebus e tu che non sai tutta la storia nei minimi particolari non lo capiresti e perderemo tempo. Preferisco avere un'alleata ben riposata che un aiuto per leggere tutte queste scartoffie. >>

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