Ali bianche- Parte 4

Start from the beginning
                                    

<< Mi dispiace un po' per lei. >>

<< Perchè? >> chiede Marcus un po' dubbioso.

<< Non avrà mai una vita normale. Non potrà mai andare a scuola, non potrà mai fingere di stare male per non andarci perchè lei non si ammalerà mai, non potrà crescere insieme a tutti gli altri. Non potrà avere degli amici umani. >>

Marcus posa il diario, si alza, si viene a sedere sul mio letto, mi guarda e dice: << E' vero, la sua vita non sarà normale. La sua vita sarà straordinaria. Non andrà a scuola perchè sarebbe troppo rischioso, i bambini non sanno mantenere un segreto piccolo, figuriamoci un segreto così grande, non si ammalerà mai e certe volte si sentirà sola, ma non sarà mai sola. Tu guarda Ariel. È cresciuta da sola in mezzo alla campagna, ha imparato a scrivere da Hazel, sua madre adottiva che da giovane faceva la maestra. La mattina si alzava, andava a prendere il latte dalle mucche, faceva colazione poi studiava e passava pomeriggi interi cavalcando per tutta la campagna. Lei era completamente sola ma comunuque per lei non è stato un dramma. Lei correrà libera sulla nuvola e passerà i pomeriggi volando sui cieli della città. Guarda che non è così male infondo. Poi, quando sarà abbastanza grande da saper mantenere un segreto, potrà seguire dei corsi o cose del genere. Lei avrà una vita più bella di chiunque altro, fidati. >>

Forse ha ragione. Quando ero piccola avrei fatto carte false per volare o per non andare a scuola, però a lei tutto questo sembrerà normale perchè lei è nata così. Molti angeli sono innamorati delle loro ali perchè a diciotto anni hanno potuto vedere il mondo da un'altra prospettiva. Lei è nata già così. Forse, da grande, vorrà provare ad essere umana. Magari guarderà suo cugino andare a scuola come tutti gli altri e lei vorrà andarci. Oppure sarà così felice delle sue ali che non vorrà essere umana nemmeno per un minuto. Si vedrà.

<< A te sembra felice? >> chiedo continuando a fissare Luce.

<< Certo che è felice. Non ho mai visto una bambina con un sorriso più grande del suo. >> risponde stringendomi la mano << Hai notato che si sveglia all'alba? >>

<< Come? >> chiedo guardandolo << Quando inizia a piangere perchè ha fame il sole è già alto nel cielo. >>

<< All'alba lei si sveglia e fissa il sole dalla culla senza fiatare. Ogni mattina guarda il sole come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto. È connessa alla natura in un modo inimmaginabile. >>

Il mio cellulare inizia a vibrare. Subito lo afferro ed esco dalla stanza. Il corridoio è deserto ovviamente e dalla finestra vedo che è già il tramonto. Guardo lo schermo del cellulare, è mia madre.

<< Pronto? >> dico sorridendo.

<< Devi convincere tuo padre a tornare a casa. >> dice con tono un po' rabbioso.

<< Marcus vuole rimanere qui con me. >> dico appoggiandomi alla finestra << Vuole farmi compagnia. >>

<< Non intendevo lui. Intendevo mio marito, quello che è morto dieci anni fa. >>

<< Ah, scusa, mi sono confusa. >> dico un po' imbarazzata << Non vuole ritornare in vita? >>

<< No. Io ho sposato un uomo stupido. >>

E' arrabbiatissima, non la sentivo così arrabbiata da molto tempo.

<< Perchè non vuole tornare? >> chiedo guardando il mare dalla finestra.

<< Continua a dire che lui ormai è morto e che non vuole tornare in vita per starsene chiuso a casa per paura che le persone lo riconoscono. >>

<< Non ha tutti i torti. >>

<< Aria, non ti ci mettere di mezzo anche tu. >> dice quasi urlando << Posso fare un incantesimo in modo che quando le altre persone lo vedano sia un perfetto sconosciuto. >>

<< Esiste questo incantesimo? >>

<< Posso inventarlo. Lo devo fare anche su di me perchè voglio uscire da casa tua e voglio poter affittare un appartamento. Voglio andare a fare la spesa e altre cose stupide. Mi manca fare la fila alla posta per pagare una bolletta. Quindi convinci tuo padre a tornare in vita sennò ti faccio stare nel torpore infernale per una settimana. >>

<< Sei cattiva. >> dico ridendo << Comunque va bene, ci proverò. Più tardi, appena Ruben si sveglia, mi connetto con lui. D'accordo? >>

<< Grazie. >> risponde un po' sollevata.

<< Comunque non dovresti obbligarlo. >> dico << Io proverò a convincerlo, però se lui non vuole non costringerlo. >>

<< Sai che mi ha detto? >> dice ritornando ad essere arrabbiata << Io gli avevo detto che siamo sposati, che abbiamo firmato un contratto che diceva che saremmo stati insieme per tutta la vita e lui mi ha risposto che il prete aveva detto "finchè morte non ci separi" e che lui ed io siamo morti in un modo o nell'altro. >>

Scoppio a ridere. Immagino la scena.

<< Non ridere. >> dice arrabbiata << Mi ha praticamente detto che non siamo più sposati. Come se una cosa stupida come la morte potesse separarci. E ti dirò di più. Quando lo riporterò in vita gli farò l'incantesimo di immortalità e io rimarrò un vampiro così nessuno potrà più separarci. >>

Continuo a ridere e dico: << Scommetto che non gli dirai che l'unico modo per morire è l'affogamento vero? >>

<< Certo che no! >> dice un po' ridendo anche lei << Così poi vediamo se la morte può separarci.>>

<< Sei terribile. >>

<< Da qualcuno dovevi pur prendere. >> dice ridendo << A domani mattina. >>

Chiudo la chiamata e mi dirigo verso la mia camera. Marcus e Ruben sono al bordo della porta ad origliare e non riescono a smettere di ridere.

<< Voglio vedere quando Eliah tornerà in vita e ricorderà a Virginia che essere un vampiro vuol dire essere morti. >> dice Marcus ridendo << Sarà su tutte le furie. >>

Scoppio a ridere anch'io.


Luce Where stories live. Discover now