Tutto in frantumi.

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-per i prossimi giorni non andrai a scuola, se ne parlerà a gennaio,okay?- le sussurrai.

Annuì e tornò a guardare fuori. Mi faceva male il suo comportamento, era tornata la ragazza di prima, aveva alzato ancora una volta i muri, e non sapevo se sarei riuscito di nuovo a scavalcarli.

Avrei tanto voluto farla felice, ma in quel momento era impossibile, la vidi irrigidirsi velocemente e andare in panico.

Chiara's Pov.

Dalla mia finestra vidi una macchina nera fermarsi proprio lì. Appena l'uomo alla guida uscì rimasi di pietra. Era venuto seriamente, era tornato a rovinarmi la vita, mio padre.

-Michele, Michele per favore no, no aiutami Michele!.- le lacrime cominciarono ad uscire, mentre la paura dentro in me si faceva viva. -È lui, è mio padre Michele.- dissi disperata, alzandomi di scatto e buttandomi tra le sue braccia.

-Tuo padre?.. Non lo faremo entrare, non gli permetterò di avvicinarsi a te.- disse stringendomi a se. Spesso mi faceva sentire al sicuro, eppure quella volta.. Quella volta il pessimismo era tale da non permettermi di sentirmi protetta.

Il campanello suonò molte volte di fila. Le mie lacrime erano sempre di più, mio padre era molto forte, non volevo facesse del male a Michele, ma nemmeno che ne facesse a me.

-Chiara. Apri immediatamente questa porta.- urlò l'uomo da fuori. Strinsi la maglia di Michele nelle mie mani.

-N..Non voglio soffrire ancora Michele..- sussurrai molto piano per non farmi sentire fuori.

-Chiara.. Non soffrirai.- prese velocemente il telefono e, come una scheggia, mandò non so quanti messaggi.

Si avvicinò alla porta per aprirla. Non capivo cosa stava per fare, che volesse arrendersi? Che volesse lasciarmi nelle mani di quella bestia?

La aprì rimanendo impassibile alla figura di mio padre. -Chi diavolo sei tu?- chiese colui che mi mise al mondo. Michele non gli rispose, mio padre lo scansò venendo verso di me, in quel momento il mondo mi crollò addosso. La paura, l'ansia, la tristezza, era tutto insieme e io non capivo più nulla. Quanto avrei voluto morire in quel momento solo Dio lo sa.

-Vedo che hai fatto ancora la Puttana eh? Un ragazzo a casa ti sei portata, porca.- alzò il braccio per darmi uno schiaffo, ma Michele mi coprì.

-Io mi chiedo, come può lei pensare, anche solo per un secondo, che sua figlia sia una puttana? Come può chiamarla porca, quando qui l'unico porco siete voi. Ma cosa sto facendo? Tu non meriti il 'voi' o il 'lei' tu sei solo una merda, insieme a tua moglie.- disse sicuro di se, come se non avesse paura.

Ma non doveva farlo, mio padre era più forte di lui, mio padre avrebbe potuto scaraventarlo direttamente nell'oltretomba e farlo sembrare un incidente.

-Chi ti credi di essere tu per parlarmi in questo modo eh?- disse prendendolo per il colletto della maglia. Stava per prenderlo a botte ma Non ci vidi più in quell'istante, presi un vaso e glielo spaccai in testa. Lui non doveva toccarmelo, Michele era l'unico che aveva permesso a me di sorridere. Svenne.

Michele rimase fermo guardando il corpo dell'uomo per terra.

-Perché.. Perché gli hai aperto?..- sussurrai tremando. Lui si avvicinò a me e mi abbracciò.

-ecco.. Ho mandato un messaggio alla polizia e.. Beh.. Poteva andarsene..- disse incerto, aveva paura. Paura di una mia reazione negativa.

In quel momento arrivò la polizia.

-Cosa è successo qui, è lui l'uomo del messaggio?- chiese puntando l'arma verso il corpo di mio padre.

-Sì.. Stava attaccando Michele e io gli ho spaccato un vaso in testa..- dissi.

Ci portarono alla centrale per farci delle domande e, verso la sera, ci fecero tornare a casa. Arrestarono mio padre, era andato in galera, ero riuscita a levarmi un problema da dosso.

Mi misi sul divano ancora scioccata per quello successo, tutto così in fretta, tutto così surreale.

Se non fosse stato per Michele sarei stata ,ancora una volta, violentata, usata.

Lui era riuscito a cambiarmi, era riuscito a far uscire la parte dolce di me, era riuscito a superare i miei muri senza romperli, lui aveva capito che rompendoli avrebbe solo creato una frana sopra me uccidendomi.

-Chiara.. Come ti senti?- mi chiese avvicinandosi a me lentamente. Odiavo quando camminava piano, lo volevo al mio fianco sempre, non riuscivo a non amarlo sempre di più.

-Stanca,mi sento Stanca.-dissi decisa, mentre vidi che si fermò abbastanza lontano da me. -vuoi venire qui per favore?- sussurrai lasciandogli posto sul morbido divano.

Si mise a sedere accarezzandomi la gamba con la mano. Girai il viso verso di lui e lo guardai nei grandi occhi verdi. Morsi il mio labbro non cedendo alla tentazione di mordere il suo.

Mi sorrise, e che sorriso, l'avrei preferito più di tutte le stelle in cielo.

***

HEEELLOO!! Ecco il trentatreesimo capitolo della mia storia! Uoh, siamo arrivati a trentatré e tra Michele e Chiara non è successo niente, maah.
Ops Ops. Cosa ne pensate del capitolo?
Vi aspettavate una cosa del genere?
Cosa pensate che succederà ora?
Non dimenticate che c'è ancora Alberico😬. Ops Ops.

Se vi è piaciuto lasciate una stellina ed un commentino!

CIAO!

~S (^*^)

Save Me, Please.||Michele Bravi|| IN REVISIONE.Kde žijí příběhy. Začni objevovat