Lasciarsi Cullare Dal Vento.

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-Allora? Sai cantare?- ripeté la riccia guardandomi negli occhi.

-Nononononononono. Ho già detto no? Beh.. no. Io ed il canto siamo due cose opposte. Anche se mi Piace non so cantare.-

-Prova daiiiiiiiiii- disse Vicky entusiasta.

-Chiara! Chiaaara! Chiaaara! Chiaara!- cominciarono a dire in coro tutti insieme.

-No non insistete ,non canterò.-

-Già perché tu devi fare altro con la bocca.- Disse Alberico zittendo tutti e anche me. Lo guardai con disprezzo.

-Se pensi questo di me hai sbagliato di grosso. Vaffanculo.- mi alzai con rabbia chiudendomi in bagno a chiave.

Come aveva solo potuto pensare quella cosa? Credeva veramente che fossi una puttana? Che andasse a quel paese. Stavo già una merda di mio,non mi serviva anche lui come ciliegina sulla torta. "Noi Restiamo." Se questo era il suo restare poteva anche alzare il culo e uscire per sempre da casa mia e dalla mia vita.

Mi poggiai con la schiena sulle fredde mattonelle azzurrine, e scivolai fino a sedermi per terra tirandomi le gambe al petto.

Come avevo potuto fidarmi così facilmente? Avevo sbagliato tutto.

Avevo il viso poggiato sulle mie ginocchia che,a loro volta, erano avvolte dalle mie braccia. Le lacrime cominciarono a bagnarmi le guancie e il pigiama.

Dovevo assolutamente smettere di Illudermi.

Dopo poco sentii bussare alla porta. Mi alzai dal pavimento di ghiaccio mettendomi avanti il grande specchio. Sciacquai il mio viso segnato dalle righe di lacrime e fissai attentamente la mia figura. Quanto disprezzo avevo per me stessa.

-Chiara..- La sua voce.-Per favore esci,lo sai.. Albe scherzava..- Il suo scherzare poteva metterselo so io dove.

Non risposi, mi limitai ad aprire la porta con un sorriso stampato in volto. L'ultimo che avrebbero visto da parte mia.

-Michele tranquillo, comunque oggi ho da fare, verso le nove dovete andare.- dissi sorpassandolo e andando verso il soggiorno.

Arrivai dagli altri e dissi la stessa cosa. Erano le sette e trentasei, e cominciarono a preparare le loro cose.

Alle otto e trenta erano tutti pronti. Nessuno spiccicó parola,solo occhiate tra loro.

-Dato che siete già pronti mi fareste un favore se.. cioè.. andaste via ora.- dissi senza nemmeno guardarli.

-Come vuoi tu,oggi pomeriggio possiamo..- interruppi immediatamente Vicky.

-No.- Sorrisi.- scusa,ma no.- sentivo lo sguardo suo e di Michele sulla pelle. Mi girai verso di loro e li guardai uno per uno sempre sorridendo. -Allora,Ciao.-dissi salutandoli con la mano.

Un contatto fisico mi fece spalancare gli occhi. Mi ritrovai il viso contro il petto di Michele, mi strinse forte,molto forte ,ricambiai delicatamente quell'abbraccio. Lentamente portai le mani sul suo petto allontanandolo. Alzai lo sguardo verso i suoi occhi verdi che mi guardavano come se non volesse più lasciarmi andare. Guardai velocemente in basso facendo un ultimo sorriso e lo staccai completamente da me.

-Ciao.- sussurró lui. Appena tutti furono fuori da casa mia,il sorriso che avevo sul volto scomparve completamente.

-Goodbye.- Sussurrai nonostante fossi sola.

Rimasi a guardare quella porta per trenta minuti. Non c'era un motivo esatto,eppure non smettevo d guardarla e ricordare lo sguardo di Michele.

Mi girai andando in camera mia prendendo una felpa bianca e dei leggings neri dall'armadio.

Mi lavai e mi cambiai ,legai i capelli in una coda alta e indossai le mie vans bianche.

Scesi di casa prendendo la borsa con Chiavi,telefono,cuffie e tutto.

Andai dentro il vicolo sotto casa mia. Trovai avanti a me un recinto alto di legno, saltai appendendomi ad esso e lo superai.

Un parco isolato, vuoto, con le giostre per bambini rotte,tranne una.. l'altalena.

Salii su di un sediolino cominciando a dondolarmi.

Mi dava tanta tranquillità quel posto,era così bello,a modo suo,eppure nessuno ci andava oltre me. Era una sorta di rifugio.

Mi lasciai cullare dal vento ad ogni spinta.

Michele Pov's

C'era qualcosa nel suo sguardo che mi bloccava,sapevo che stava male per le parole di Alberico, eppure sentivo che aveva qualcosa in più.

Il suo cacciarci il più in fretta possibile, il suo allontanarmi, lo sguardo fuggente.. No,io non l'avrei lasciata andare via.

Tornai sotto casa sua, bussai ripetutamente alla sua porta senza ricevere risposta. Scesi le scale di fretta e guardai in giro cercando i suoi occhi a cerbiatto.

Nemmeno io sapevo il perché.. il perché del mio comportamento verso una ragazza conosciuta in un parco. C'era qualcosa in lei che mi attirava.

-Uh ma ciao.- sentii una mano toccarmi e mi girai di scatto. Era quella racchia di Federica. -Tu sei Michele giusto?- fece un sorriso malizioso poggiando una sua mano sul mio petto. Aveva una Minigonna gonna nera e delle calze ricamate,nonostante facesse un freddo della Madonna. Ai piedi aveva degli stivali con dei tacchi assurdi. Mentre sopra aveva una maglia color pesca.

-Che vuoi?- le tolsi la mano dal mio corpo facendo un passo indietro. Continuavo a guardare in giro, nel caso Chiara fosse lì.

-Te.- Sorrise e si avvicinò.- Sei molto carino sai? Mi chiedo perché perdi tempo insieme a quella sgualdrina di Chiara.- disse stringendo la mia maglia nelle sue mani e avvicinandomi a lei.

***

HEELLOOO! Ecco i tredicesimo capitolo della mia storia.
Ops Ops. Credete che Michele si farà tentare dalla puttanagine di Federica? Ricordiamo che è sempre un maschio.
E Chiara? Riuscirà ad andare via per sempre dalla vita dei sei ragazzi?
Come credete che andrà avanti la storia? Ops Ops.
Se vi è piaciuto lasciate una stellina☆ ed un commentino!

CIAO!

~S ˋε ˊ

Save Me, Please.||Michele Bravi|| IN REVISIONE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora