Vendetta- Parte 2

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Appena arrivo sul cielo della città respiro profondamente. Mi sembra di essere stata sulla nuvola senza uscire per giorni interi, avevo bisogno di un po' d'aria fresca. Mi metto subito in volo verso l'unico ospedale psichiatrico della città che si trova quasi in periferia. Mi viene il voltastomaco a pensare che mi toccherà salutare con piacere l'amica di Ariel, questa Simona, è una persona odiosa e molto gelosa di Ruben. Ariel mi raccontava che Simona era stata la tutrice di Ruben quando era un iniziato e già moriva d'amore per lui, però non era il tipo di Ruben. La odio.

Atterro velocemente dietro ad un furgone nel parcheggio e indosso velocemente il mio braccialetto. Appena arrivo all'entrata fermo un gruppo di infermiere e chiedo: << Sto cercando Luna Cavanoth, lavora qui come infermiera. >>

<< Il suo turno inizia fra mezz'ora. >> dice una del gruppo << Può aspettarla qui, al bar dell'ospedale. >>

Sto per dire "grazie", ma tutte e quattro vanno via. Proprio di fronte all'entrata c'è il bar. Vado al bancone e ordino una tazza di latte, poi mi siedo attorno ad un tavolino di fronte al bancone e con la magia sostituisco il latte con un po' di sangue. Per fortuna che la tazza non è trasparente, se qualcuno lo vedesse mi prenderebbe per pazza.

Dopo la terza tazza Luna entra in ospedale. All'inizio fatico a riconoscerla, adesso ha i capelli raccolti in una coda ed è molto più magra rispetto a come la ricordavo. Sembra più grande.

Mi alzo e corro subito verso di lei.

<< Luna! >> dico prima che prenda l'ascensore << Aspetta. >>

Si volta verso di me e mi guarda. All'inizio è un po' confusa, poi mi riconosce. Appena sono di fronte a lei sussurra: << Sapete che non voglio più avere niente a che fare con voi. Già è una tortura vedere la cicatrice sulla mano di mia figlia tutti i giorni, figuriamoci vedere uno di voi. >>

<< Devo parlarti, è molto importante. >> dico quasi pregandola << Sei in pericolo, come tutte le persone che hanno sangue angelico nel corpo. >>

<< Non mi importa. >> dice guardandomi con sguardo arrabbiato << Non voglio più avere a che fare con vampiri o con angeli. >>

<< Se non mi ascolti diventerai un vampiro a breve! >>

<< Ciao Aria. >> dice entrando nell'ascensore.

Io molto velocemente entro nell'ascensore e dico: << E' stato David a chiedermi di proteggerti. >>

Tutta la rabbia nel suo volto si trasforma in stupore. Un po' balbettando dice: << E' apparso in sogno anche a te? >>

<< Non sono sogni. >> dico guardandola dritta negli occhi << Tutte le persone appena muoiono vengono raccolte in un campo mistico, chiamato "campo di grano". Tu non lo sogni, si mette in contatto con te. >>

L'ascensore si riapre e lei dice di seguirla. Mi porta in una camera dove il letto è senza le lenzuola, sicuramente non c'è nessun paziente in questa stanza, e chiude la porta a chiave.

Le spiego tutto il più chiaramente possibile. Di Alec, degli ibridi, di tutto. Appena finisco di raccontarle tutto è già passato un quarto d'ora.

<< E dove siamo al sicuro? >> chiede << Sulla nuvola? Io non ci torno lì, io non torno di nuovo un angelo, non lascio la mia bambina. >>

<< Ma è l'unico modo! >> dico stringendole le mani << Sarebbe solo una cosa temporanea e io posso fare un incantesimo per portare la tua bambina con te. L'ho già fatto con il figlio di Ariel, posso farlo anche a lei. >>

<< Io non posso farlo. >> dice sinceramente << Ricordare David mi fa troppo male. >>

<< E questo lo capisco, ma si tratta di proteggere te e tua figlia. Dopo che avrà trasformato tutti gli ex angeli in ibridi, cosa gli impedirà di velocizzare la crescita dei bambini con la cicatrice, farli trasformare in angeli e poi trasformarli in ibridi? Non sarà molto tempo, te lo prometto. >>

<< Ad un patto. >> dice seria << Metti in contatto me e la mia bambina con David e mi dai la possibilità di parlargli e di fargli conoscere sua figlia. >>

<< Va bene. >> dico accennando un sorriso << Adesso fammi fare l'incantesimo. Come si chiama tua figlia? >>

<< Emma. Deriva da Emanuela. Il secondo nome di David era Emanuele. >> dice sorridendomi.

Faccio apparire tutto l'occorrente, compreso il foglio di istruzioni, e rifaccio l'esperimento alla lettera. Solo che questa volta al posto di "Eliah" nell'incantesimo dico "Emma". Appena la collana è pronta la porgo a Luna assieme ad una fiala di un liquido rosastro che serve per far tornare Luna di nuovo un angelo. Le ho promesso che appena tutto questo sarà finito le ridarò la pozione per ritornare umana. Riapre la porta e mi accompagna fino all'ascensore. Mentre aspetto che l'ascensore si apra le dico: << Non devi avercela con me o con Ariel nello specifico, noi non abbiamo fatto niente. Io ho fatto tutto quello che potevo per uccidere i vampiri, questo dovrebbe bastare per farti capire che siamo dalla stessa parte. È stato un vampiro ad uccidere David, non un angelo. >>

<< Oltre a proteggere mia figlia, sai perchè ho accettato? >> mi dice guardandomi << Dopo che sono tornata umana ho fatto delle ricerche. Di nascosto avevo preso un po' di sangue dalle ferite di David per scoprire chi era stato ed ho scoperto che l'assassino non era un vampiro completo. A ridurlo in quel modo era stato un vampiro che non lo era del tutto. >>

<< Alec. >> dico sconsolata << E' stato Alec. >>

<< Dalla vostra parte avete un'altra alleata adesso. Vi aiuterò ad uccidere quel bastardo. >>

La abbraccio con forza ed entro nell'ascensore. Prima che si chiudano le porte guardo i suoi occhi. Non sono più gli stessi che aveva l'ultima volta che l'ho vista, la mattina del funerale di David, adesso i suoi occhi sono consumati e spenti. Quante lacrime ha versato per l'amore della sua vita, non potrei nemmeno immaginarle. Persare che anche io potrei perdere la ragione della mia esistenza, l'amore della mia vita, mi distrugge. È per questo che devo fare di tutto per salvare lui e per salvare tutti gli altri. Io non posso perderli, non posso perdere nessuno di loro. Fanno parte della mia vita. Ho già perso Cat, a cui non voglio nemmeno pensare perchè solo il ricordo del suo volto sorridente mi distrugge. Io adesso non posso lasciarmi pervadere dal pianto, adesso devo essere molto lucida e molto obiettiva. Devo prepararmi per una guerra, e non è cosa da poco.


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