Tutto sembra perduto- Parte 2

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<< So che sono vivi. >> dico afferrandole la mano << Me li ha fatti vedere attraverso un incantesimo. Sono solo molto stanchi e sono ammanettati. Però stanno bene. >>

La vedo rilassarsi un po'. Se sapesse che adesso sono anche vampiri non so cosa farebbe. Però adesso non ho la forza di pensare ad Alec e ai suoi maledetti piani, adesso voglio soltanto... devo vedere Marcus.

Mi metto all'impiedi con un po' di fatica. Mi sento le gambe pesanti. Per ristabilirmi un po' mi basterebbe un po' di sangue, ma adesso non ne ho voglia. Se bevo del sangue tutto si amplifica di nuovo, anche il dolore. Sento il petto appesantirsi sempre di più mentre cammino tra i corridoi. Tutte le persone più importanti per me sono morte. Prima mio padre quando avevo solamente tredici anni, poi mia madre e adesso anche la mia migliore amica. Tutte le persone che facevano parte della mia vita prima della mia trasformazione in angelo sono morte. Io sono morta.

Cosa mi lega alla mia umanità adesso? Cosa mi tratterrà adesso da diventare un mostro? Non lo so. So solamente che una parte di me è morta con lei.

Appena imbocco il corridoio dove c'è l'obitorio rimango un attimo ferma. Marcus è appoggiato alla porta, con le mani chiuse a pugni e lo sguardo perso. Mi fa male vederlo così. Ha di nuovo perso tutto. Lentamente cammino verso di lui, ma lui nemmeno sembra accorgersene della mia presenza. Mi metto di fronte a lui e lo guardo in volto. È... distrutto, non ci sono altre parole.

<< Mi dispiace. >> dico con gli occhi pieni di lacrime << Era già morta quando... >>

<< Ti prego. >> dice con voce strozzata << Non dire niente. Dobbiamo fare tutto in fretta, volevo spargere le sue ceneri nel ponte dove è morta per la prima volta, è lì che ci siamo baciati per la prima volta. Devo preparare tutto. >>

E' in agitazione, non riesce a stare fermo. Appoggio le mie mani sulle sue spalle e lo tengo fermo al muro. Quando finalmente mi guarda in faccia dico: << Sfogati. Lasciati andare. Non devi tenerti tutto dentro. >>

Mi guarda dritta negli occhi. Non erano mai stati più marroni. Non lo vedevo così da tempo.

Con fatica dice: << Se io mi lascio andare anche solo per un minuto, il mondo mi cadrebbe addosso. Io non posso permetterlo. Se ci sto male, se permetto a me stesso di piangere, io morirei di dolore. Tu sai che non finisce mai il dolore, ci si convive. Io ho ottocento anni di dolore e questa è stata... troppo. >>

Guardandolo negli occhi dico: << Io ti giuro che uccideremo assieme quel bastardo, te lo giuro. >>

<< Aria, non è questo il problema. >> dice togliendomi le braccia dalle sue spalle << Quando hai ucciso tutti i vampiri e ti sei vendicata, il dolore per la morte di tua madre è sparito? >>

Sa meglio di me la risposta. Non è sparito. La vendetta non serve a nulla. Ti senti meglio i primi cinque minuti, ma poi... tutto torna come prima, il dolore è ancora lì.

Abbasso la testa e chiudo gli occhi. Non riesco a vederlo così, non... è troppo, tutto questo è troppo.

Dopo qualche minuto di silenzio dice singhiozzando: << Non ho potuto nemmeno dirle addio. >>

Alzo la testa e dico: << Ti farebbe stare meglio vederla un ultima volta? >>

Annuisce. Gli afferro una mano e lo trascino con me verso il mio ufficio.

<< Sei sicuro di volerlo fare? >> dico sfogliando il libro di incantesimi.

L'ho fatto stendere sul divanetto del mio ufficio e io mi sono seduta sulla poltrona accanto. Non ho a disposizione delle erbe, ma posso fare un incantesimo di magia nera. Consiste nell'attirare l'anima di Cat nel Limbo, il tunnel che conduce al campo di grano. Per qualche minuto Marcus e Cat potranno vedersi e toccarsi. Ho bevuto due sacche di sangue per togliere l'effetto dei sedativi, però mi sento ancora un po' stordita, ma posso farcela.

Luce Where stories live. Discover now