Passato- Parte 13

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<< Perchè non parliamo di altro? >> propone cercando di sorridere.

<< Buona idea. Ho una cosa da chiederti. >>

<< So già cosa devi chiedermi. >> dice guardandomi negli occhi << Credo che c'entrino le tutte le notti dei tuoi primi diciotto anni di vita. >>

<< Si. >> dico sorridendo << Voglio sapere tutto. >>

Respira profondamente e dice: << La prima volta che ti ho vista eri nata da circa sei ore. Tua madre era ricoverata in una camera singola e tuo padre era su un aereo per arrivare qui. Sono entrato dalla finestra facendo attenzione a non svegliare tua madre. Avevo il desiderio di prenderti in braccio, ma saresti scoppiata in lacrime come tutti i neonati, quindi ti ho guardata solamente. Eri così piccola e dolce. Avevi una faccina così carina e ai miei occhi eri la bambina più bella del mondo. Da quel momento mi sono innamorato di te. Da quel giorno ogni notte sono venuto a trovarti. I primi anni aspettavo che ti addormentassi per entrare e vederti, ma una sera hai fatto finta di dormire e mi hai scoperto. Mi hai puntato addosso la tua bambola come se fosse una pistola. Anche se avevi solo quattro anni avevi uno spirito da guerriera. L'indomani tua madre ti ha fatto l'incantesimo. Da quel momento ogni notte aspettavi il mio arrivo. Ero il tuo confidente, il tuo migliore amico. Parlavamo di tutto, mi chiedevi consigli e ti aiutavo come meglio potevo. Ricordo quando, a sei anni, passavamo le serate ad esercitarci a scrivere. Tu eri invidiosa del mio modo raffinato di scrivere e io continuavo a ripeterti che con il tempo saresti diventata molto più brava di me. Ricordo il brutto periodo dopo la morte di tuo padre. Tua madre si disperava perchè tu non riuscivi più a sbloccarti, non parlavi più. Però io ti ho aiutato, abbiamo parlato per ore fino a quando una notte sei riuscita finalmente a piangere. Tua madre ti ha fatto credere che eri andata dallo psicologo, ma tu non ci sei mai stata, ero io il tuo psicologo. Ricordo le festività, ricordo che ogni sera del giorno prima del tuo compleanno portavo una torta al cioccolato e aspettavamo la mezzanotte per mangiarla assieme. Ogni anno, alla notte di Natale, ci mettevamo i cappelli di babbo natale e io ti raccontavo vecchie storie, poi, appena ti addormentavi, scendevo in soggiorno e ti lasciavo il mio regalo sotto l'albero. L'ultima sera che sono venuto in camera tua è stata la sera prima del tuo diciottesimo compleanno. Mentre mangiavamo la torta tu mi hai chiesto di raccontarti tutto per filo e per segno su quello che saresti diventata. Eri emozionata, pensavi che questa trasformazione ti avrebbe finalmente portato via tutto il dolore, ma eri anche un po' triste, non volevi abbandonare tua madre. Io ero elettrizzato. Anche se non potevo dirti che ero tuo padre avevo la possibilità di farmi ricordare da te. Dopo la tua trasformazione è stato tutto un po' complicato, dovevo far finta di non conoscerti, mentre invece ti conoscevo meglio delle mie tasche. >>

Non so che dire. Io vorrei ricordare tutto questo e non è giusto che io non me lo ricordi. Questo racconto mi ha rallegrata, anche se solo per poco.

Sono a mala pena le sei di mattina. Siamo già tutti svegli tranne Eliah. Ci aspetta una giornata un po' complicata, come sta succedendo spesso in questi ultimi giorni. Oggi ritorniamo a vivere sulla nuvola. Non sono molto entusiasta di questo, mi sono abituata al sole che la mattina mi sveglia, al profumo dei fiori appena metto piede fuori casa, alla brezza mattutina. Mi mancherà tutto questo. Non so per quanto tempo rimarremo lì. Penso fino a quando Alec non sarà più una minaccia. Ma quando avverrà questo? Fra qualche mese, qualche giorno? Non lo so.

Siamo tutti seduti attorno al tavolo. Io ho davanti a me il foglio dove ho scritto le istruzioni per fare questa collana al piccolino. Servono un sacco di cose, ma questo non mi scoraggia. Mia madre mi ha dato una descrizione dettagliata di ogni cosa, così posso fare apparire tutto con un po' di magia.

Faccio apparire davanti a me una ciotola di acciaio ricoperta da uno strato spesso di vetro. Leggo velocemente tutto l'occorrente che serve: una mia piuma, un po' del sangue di Eliah, dell'argento e dell'oro in forma liquida e un filo sottile di rame.

Ancora per me è un mistero di come delle semplici parole latine recitate riescano a darti tanto potere. Sfida tutte le leggi della fisica e della chimica. Sono una stupida, dovrei smettere di cercare un aspetto "normale" di tutta la mia esistenza perchè semplicemente non esiste. Nella mia vita non c'è niente di normale, e questo non so se sia un bene o un male. Forse entrambe le cose.

<< Dobbiamo sbrigarci. >> dice Ariel impaziente << Voglio andarmene al più presto da qui. Prima il mio bambino è al sicuro, meglio è. >>

<< E pensare che fino a cinque anni fa pensavi a proteggere me. >> dice Ruben ironico << Adesso sono passato in secondo posto. >>

<< Non essere geloso. >> risponde << Tu sei grande e forte, sai difenderti benissimo da solo, lui è piccolo. >>

Inizio a concentrarmi e a far apparire tutto. Quando tutto è pronto inizio ad eseguire le istruzioni di mia madre alla lettera. Riempio fino a metà la ciotola con l'argento e qualche goccia di oro, poi Ariel prende con una siringa un po' di sangue dal piccolo braccio di Eliah e lo verso dentro la ciotola. Chiudo gli occhi, copro la ciotola con entrambe le mani, chiudo gli occhi e dico:

<< Naturae miscet harum substantiarum. >>

Aspetto dieci secondi e poi tolgo le mani da sopra la ciotola. L'argento si è miscelato con il sangue e con l'oro. Mi tolgo il braccialetto che nasconde le mie ali e quando riappaiano strappo una mia piuma. In meno di un secondo ne ricresce un'altra nello stesso punto. Lego la punta della piuma con un sottile filo di rame e, mentre immergo la piuma nell'argento dico: << Sanguinem intingat extremum huius pinna cum hoc argentum. Hoc pluma insolubilis. Donate ad Eliah donum sanguinem angelica et mandata eius lateri humano. Cum eam cutis contactu huius pinna voluntas angelus, cum tam pelle non tangere proprium humani. Tantum enim sanguis meus novi dissolvam incantatores. >>

Appena finisco di recitare l'incantesimo la piuma inizia ad assorbire tutto il liquido contenuto nella ciotola e il filo di rame inizia a raddoppiarsi e a diventare più lungo, fino a quando entrambi le parti del filo si uniscono. La catenella non è molto spessa, ma è resistentissima. Dopo qualche secondo la collana è pronta. Vedo la gioia di Ariel negli occhi.

<< Sveglia Eliah. >> dico sorridendo << E' ora di andare. >>


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