Io rimango seduta sul tavolo e aspetto che Marcus entri nella stanza.

Lo sento arrivare. Rimane immobilizzato alla porta quando mi vede e quando vede il suo diario. Io mi alzo, apro il diario, prendo il ritratto di mia madre, mi avvicino a lui e mostrandoglielo dico:

<< Ti faccio solo una domanda. Dimmi la verità. In quale secolo hai conosciuto mia madre? >>

<< Sediamoci e parliamo. >> dice con tono afflitto.

<< No. >> dico con voce dura << Rispondi alla mia domanda. >>

<< Sai già tutto, hai letto il mio diario a quanto pare. >>

<< Voglio sentirtelo dire, perchè credo che fra qualche minuto andrò in escandescenza. >>

Fa un respiro profondo e dice: << Ho conosciuto Virginia nel 1202. Avevamo entrambi diciassette anni, o almeno io avevo diciassette anni, lei aveva già qualche secolo di età. Abbiamo parlato, l'ho baciata, siamo stati a letto insieme e poi mi ha raccontato la sua storia. Tutto quello che ho scritto in quel diario è vero. Tua madre era la strega creatrice, la strega più potente mai esistita al mondo. >>

Ritorno a sedermi attorno al tavolo e Marcus si siede di fronte a me.

<< Le pagine dopo sono bianche. Cosa è successo dopo? >> chiedo con le lacrime agli occhi.

<< Il giorno dopo la casa dove viveva lei è andata in fiamme. Tutti tranne lei uscirono dalla casa in fiamme sani e salvi. Trovarono uno scheletro femminile bruciacchiato, dissero che era il suo scheletro. Era immortale, ma poteva essere uccisa. Il fuoco poteva ucciderla così ci ho creduto. Sono stato malissimo, l'anno seguente è stato orribile. Poi mi sono trasformato e sono andato via. Per il primo secolo della mia vita non ho scritto nemmeno una parola, poi mi sono sbloccato quando ho trovato un po' di conforto nell'amore di Anna. >>

Sta piangendo anche lui.

<< Io non capisco. >> dico << Da quando ha conosciuto mio padre è invecchiata. >>

<< Come ho detto, era la strega più potente al mondo. Lei sapeva fin dal primo momento come spezzare l'incantesimo che le aveva fatto la madre, lo sapeva anche quando l'ho conosciuta. >>

Dalla rabbia prendo il bicchiere pieno d'acqua che Ariel mi aveva dato e lo scaravento al muro. Mi sento arrabbiata, triste, confusa. Ho una tale confusione in testa da far paura.

<< Calmati. >> mi dice.

<< Non voglio calmarmi! >> urlo alzandomi all'impiedi << Nessuno mi ha mai detto niente! >>

Si alza anche lui e dice: << Okay, tua madre aveva dei segreti, non era la persona che speravi. >>

<< E' questo il problema! Io ero felice perchè sapevo che nonostante fosse morta per mano di un vampiro, lei aveva avuto la vita che avrei voluto avere io. Lei ha avuto un marito, dei figli, un lavoro normale. Era quello che volevo per me io io non ho potuto ottenerlo, ma lei lo aveva ottenuto! Almeno era quello che credevo. >>

<< Era la vita che lei ti aveva fatto credere che aveva avuto. >>

<< Dal momento in cui mi sono trasformata in un angelo ho desiderato che mia madre stesse fuori da tutta questa storia perchè in qualche modo volevo proteggerla. E invece scopro che è stata lei a creare questo mondo sovrannaturale. Quante cose dovrò ancora scoprire ancora? Quante altre cose non so? >>

Si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla spalla. Lo guardo negli occhi e dico quasi sussurrando: << Sono stanca Marcus. Tutte le cose certe che avevo adesso sono soltanto vecchi ricordi. Come posso vincere una guerra contro me stessa se tutte le persone che amo continuano a mentire? >>

<< Aria, io... >>

<< So cosa vuoi dirmi. Glielo avevi promesso, ma questo non cambia le cose. Io ho avuto e continuo ad avere bisogno di un padre e in te ho trovato tutto l'affetto che mi serve. Ma tu mi hai mentito. >>

<< Ti prego, non dire questo. >>

<< Io non ti ho mai mentito su niente. >> dico arrabbiata << In cinque anni sono sempre stata sincera con te. Quando stavo male, quando avevo le mie crisi per colpa della mia dipendenza, io prendevo il telefono e chiamavo te. Non chiamavo mio fratello, non chiamavo le mie amiche, non parlavo con mia marito. Io chiamavo te, anche se eri dall'altra parte del mondo. Chiamavo te perchè in te ho trovato conforto. Mi fidavo di te, ma tu ogni singolo giorno mi mentivi. Io ti aprivo il mio cuore e tu mi mentivi. >>

Mi stringe tra le sue braccia e dice con voce strozzata: << Aria, ti prego. Come tu hai bisogno di me io ho bisogno di te. Sei mia figlia, la persona che non mi lascerà mai solo. >>

Mi stacco da lui e dico guardandolo negli occhi: << Ho bisogno di stare un po' da sola. >>

Prendo la borsa e lascio il diario di Marcus sul tavolo. Esco velocemente di casa, prima che mi possano seguire. Appena sono fuori, mi tolgo il braccialetto e mi alzo in volo.

Luce Where stories live. Discover now