C'è un'altra cosa che mi fa pensare. Lui mi ha chiesto chi era mia madre prima che conoscesse mio padre. Mia madre non mi ha mai raccontato eventi della sua infanzia, non mi ha mai parlato dei suoi genitori. Gli unici suoi racconti di gioventù sono quando mia madre aveva già conosciuto mio padre. Mi viene un'idea geniale.

Prendo subito il telefono e digito il numero di mio fratello.

<< Pronto? >>

<< Ciao Jago, so che stai lavorando ma devo chiederti una cosa. >>

<< Stai tranquilla, dimmi tutto. >>

<< Dovrei guardare negli scatoloni dove ci sono le cose della mamma. Mi serve una foto in particolare. >>

<< Non c'è problema. >> dice interrompendomi << Ariel oggi è a casa, citofoni e prendi tutto quello che ti serve. >>

<< Grazie mille. >>

<< Di niente. >>

Stacco la chiamata ed esco dall'ufficio quasi di corsa. Tra i suoi vecchi documenti deve esserci qualcosa che mi racconti di lei, della sua infanzia.

Attraverso il portale e volo velocemente verso la casa di Jago, quella che una volta era casa mia. Adesso i muri della mia vecchia stanza sono azzurri e c'è un lettino a forma di macchinina.

Atterro in una viuzza vicino casa e indosso subito il braccialetto, non vorrei che qualcuno mi vedesse.

Suono il citofono e Ariel mi apre dopo qualche minuto. Nonostante sia a casa ha il suo metro da sarta al collo e i capelli raccolti.

<< Jago mi ha chiamato un minuto fa. >> dice sorridendomi << Gli scatoloni sono nel sottoscala.>>

La abbraccio con forza e poi mi dirigo subito nel sottoscala.

Tutti i suoi vecchi documenti sono racchiusi in dei carpettoni in un unico scatolone. Lo trascino fuori lo stanzino e mi siedo per terra in corridoio mentre cerco tra le carte. Qui ci sono molti documenti che riguardano il suo lavoro, ma niente di particolare. Quando leggo l'atto di questa casa Ariel si siede per terra vicino a me e mi chiede: << Posso darti una mano? >>

<< No. >> rispondo << Sto cercando qualcosa sull'infanzia di mia madre, ma non c'è niente. >>

<< Cosa cerchi nello specifico? >>

<< Qualunque cosa. >> dico guardandola << Documento di nascita, documento di battesimo o di cresima. >>

<< Ma perchè? Come mai oggi ti sei svegliata con la curiosità di sapere qualcosa di più? >>

Respiro profondamente e dico: << C'è qualcosa che Marcus mi nasconde sulle mie origini. Sto iniziando a credere che la versione che mi hanno sempre raccontato non sia corretta. >>

<< Ma allora perchè non lo chiedi a Marcus? >> dice sorridendomi.

<< Se mi tiene nascosto qualcosa vuol dire che ne ha i suoi motivi. Se ha deciso di tenermelo nascosto non me lo dirà facilmente. >>

Dentro una carpetta trovo un bigliettino spiegazzato. Lo prendo tra le mani e leggo: "Il tuo segreto è al sicuro da secoli. Non aprirò bocca. M."

Lo porgo ad Ariel per farglielo leggere. Questo bigliettino era conservato nella carpetta dove c'erano alcuni risultati di esami del sangue di mia madre.

<< Che diamine vuol dire "il tuo segreto è al sicuro da secoli"? >> esclama Ariel.

<< Non lo so. >> dico rimettendo tutte i carpettoni nello scatolone << So soltanto che mi stanno nascondendo qualcosa di molto grande e io scoprirò la verità. >>

Metto il bigliettino nella mia borsetta e riposo lo scatolone nel sottoscala. Appena esco da casa di Ariel prendo il foglio su cui ho scritto le parole che mi ha detto Alec e prendo il bigliettino. "Perchè non chiedi a tuo padre in quale secolo ha conosciuto tua madre?" ha detto Alec e nel bigliettino c'è scritto "il tuo segreto è al sicuro da secoli".

Forse mia madre non era quella che diceva di essere.

Forse per scoprire qualcosa devo concentrarmi su un'altra frase che mi ha detto Alec. Leggo attentamente le parole che ho scritto. "Cerca nei libri di storia" ha detto. Sicuramente non intendeva i libri di storia scolastici, ma dei libri di storia della comunità angelica di cui solo io posso avere accesso. In questi anni non mi sono mai interessata a dove fossero tutti i libri di Marcus, non mi erano serviti, ma adesso mi servono. Chiamo Rachel e le chiedo dove li ha nascosti.

<< Non so se potrei dirvelo. >> dice con voce affranta << Solo io e Marcus sappiamo dove sono.>>

<< Rachel, non te lo sto chiedendo come governatrice, te lo sto chiedendo come amica, e questo fa la differenza. >>

<< Va bene. >> dice sbuffando << Li ha nascosti nella biblioteca della casa della sua vecchia tenuta di quando era giovane. Però c'è un'altra cosa: quella casa è protetta da un incantesimo, ti serve una strega per entrarci. >>

<< Non c'è problema. >>

Per fortuna Lilia non è ancora partita, mi aiuterà con piacere, almeno credo.

Sto per mettermi a camminare quando qualcuno mi afferra la spalla. Mi giro e vedoAriel. Si è tolta il metro da sarta dal collo e si è sciolta i capelli.

<< Io vengo con te, ovunque tu stia andando. >> dice sorridendomi.

Sto per replicare ma dice: << Senti, non è perchè ho un bambino piccolo adesso devo rimanere sempre a casa al sicuro. Sono la stessa ragazza che cinque anni fa ha ucciso il suo ex vampiro con una pistola in mezzo ad una guerra decisiva. Quindi vengo con te. >>

<< Okay! >> dico << Allora visto che è così usiamo la tua macchina per andare. >>

<< Ma dove dobbiamo andare? >>

<< A trovare risposte. >> dico sorridendo.

Entriamo in macchina e chiamo subito Lilia. Non risponde subito, risponde alla mia terza chiamata. Mi ha detto che è nel bosco, a raccogliere delle erbe per alcuni incantesimi. Non credo ad una parola, a meno che adesso nel bosco ci sia come sottofondo un cameriere che ordina al tavolo. Chissà dove l'ha portata questa volta quel pazzo di Set.

Ci incontriamo in periferia, quasi fuori città. Appena sale in macchina ha un sorriso così enorme che credo che le farà male la faccia fra qualche minuto.

<< Non sapevo che raccogliere radici ti mettesse così di buon umore. >> dico scherzando.

<< Che vuoi farci. >> risponde << La natura mi mette di buon umore. >>

<< Si, certo. >> dice Ariel << Se consideriamo che Set fa parte della natura. >>

<< Okay, andiamo. >>

Io e Ariel scoppiamo a ridere.

Luce Where stories live. Discover now