La nuova vita- Parte 1

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<< Quante volte mi farai ripetere che non voglio essere chiamata in questo modo? Il mio nome è Aria, non governatrice. >>

<< E quante volte dovrò ripetervi che continuerò a chiamarvi governatrice? >>

Sbuffo e ci incamminiamo nei corridoi, verso il mio ufficio.

<< Ci sono novità? >> chiedo a Rachel mentre camminiamo.

<< Ho controllato io stessa le condizioni degli iniziati. Sono tutti in fase di trasformazione, domani mattina si sveglieranno. È tutto in ordine. Quest'anno sono di nuovo tredici, come l'anno scorso. >>

<< Perfetto. >> rispondo.

Appena arrivata nel mio ufficio mi siedo subito sulla mia enorme sedia di pelle nera. Una volta tutto questo era di Marcus, invece adesso è tutto mio.

Rachel, timidamente, mi chiede: << Ho saputo che ieri sera c'è stata una mostra di quadri di vostro marito. Com'è andata? >>

<< Molto bene, grazie per il tuo interessamento. >>

Annuisce ed esce dall'ufficio. Per un attimo sprofondo sulla sedia. Mi costa una certa fatica parlare in modo cordiale e serio come tutti si aspettano che io faccia, è estenuante.

Sulla scrivania di fronte a me ci sono le cartelle di tutti i nuovi iniziati. Apro la prima e inizio a leggere la scheda dell'iniziato più grande, fra quattro giorni avrebbe compiuto diciannove anni.

Per ogni iniziato devo leggere tutto quello che abbiamo a disposizione su di loro e scrivere una breve lettera ad ogni tutore con ordini precisi su quello che devono fare. Mi viene in mente quando, tre anni fa, ho per caso trovato la mia cartella di quando ero un'iniziata. Marcus mi aveva descritto come una ragazza tranquilla, ma aveva dato un ordine preciso a Ruben: tenermi d'occhio. Continuando a cercare ho trovato anche la cartella di Ariel, di Ruben e di Jago. Ricordo di essere scoppiata a ridere quando ho letto cosa aveva scritto Marcus su Ariel. Aveva scritto: irrequieta e capricciosa, sorvegliala ventiquattro ore su ventiquattro.

Ma a quanto pare quest'anno gli iniziati saranno ragazzi molto tranquilli, nessuno a cui dovremo stare molto attenti.

Mentre leggo la cartella dell'iniziato numero otto qualcuno bussa alla porta. Mi schiarisco la voce, mi metto seduta dritta sulla sedia e continuando a tenere gli occhi bassi sulle cartelle dico in tono serio: << Avanti. >>

<< Oh mio dio. >> dice una voce a me familiare << Sembri addirittura... adulta. >>

Alzo gli occhi e rimango sorpresa. Proprio di fronte a me c'è Lilia Fell con un regalo tra le mani.

Con un sorriso stampato sulla faccia mi alzo dalla sedia e corro subito ad abbracciarla.

<< Che diamine ci fai qui? >> dico staccandomi da lei << Ariel mi aveva assicurato che saresti venuta, ma pensavo che avresti fatto come l'anno scorso, che saresti venuta per cena. Vieni, siediti.>>

Torno a sedermi sulla mia sedia e Lilia si siede di fronte a me.

<< Sto cercando di diventare più responsabile. >> dice sorridendomi << Ho ancora l'aspetto di quando avevo quindici anni, ma ne ho venti adesso! La mia maestra della tribù africana mi dice che devo crescere. Io ci provo, ma è complicato. >>

Mi porge il pacchetto e io lo apro. Dentro c'è, in mezzo a molta carta accartocciata, una nuova macchina fotografica.

<< Sapevo che la tua si è rotta, così ho pensato di farne apparire un'altra per te. >> dice sorridendomi.

<< Grazie mille. >> dico sorridendo.

<< Io adesso devo andare. >> dice alzandosi dalla sedia.

<< Dove vai? >>

<< Vado a farmi un giro in città e poi vado in sartoria, mia madre non sa ancora che sono qui. >>

Guardo l'orologio, fra mezz'ora devo andare a prendere Eliah. La convinco a venire con me dicendole che ad Eliah farebbe molto piacere se sua zia e sua sorella lo vanno a prendere a scuola.

Nonostante le distanze, Lilia ed Eliah hanno un rapporto stupendo. Si vedono ogni giorno attraverso il pc e quando il piccoletto sta male viene qui e lo cura. È una sorella modello.

Usciamo dal mio ufficio e andiamo verso la stanza d'atterraggio con molta fretta. Devo andare prima a casa mia per prendere la macchina e poi andare a prendere Eliah. Ariel e Jago gli tengono nascosto il fatto che tutta la sua famiglia ha delle enormi ali sulle spalle nascoste da un gioiello magico. Vuole proteggerlo, e la capisco.

Appena atterriamo davanti al garage di casa mia Lilia vuole andare a salutare Ruben, ma non c'è tempo. Ci vuole un po' per arrivare in città con la macchina e se vogliamo arrivare puntuali dobbiamo fare presto.

Ci mettiamo in macchina e subito partiamo. Solo quando siamo all'entrata della città ci accorgiamo che non abbiamo messo i nostri bracciali per nascondere le ali. Scoppiamo a ridere mentre li indossiamo. 

Luce Where stories live. Discover now