13- Broken hearts mend and start to beat again

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Subito iniziammo ad allenarci senza mai usare le tecniche speciali, non volevamo che soprattutto i nostri prossimi avversari scoprissero i nostri punti di forza.

Felt: perché non usate le tecniche speciali? Ormai vi abbiamo scoperti! Che senso ha nasconderle adesso? -urlò dagli scalini.
Turner: alla partita vi stermineremo, pidocchi!
Mark: COOSAA?!
Sam: non potete darci dei pidocchi!
Celia: ci insultano!
Silvia: vergognatevi
Kevin: io vi prendo a calci!!
Mark: basta! Ritira il tuo insulto
Turner: che male c'è nella verità?
Io: andate via! La verità la scopriremo sul campo da gioco!

Sera...

Ogni sera, prima di tornare a casa, Axel voleva sempre andare a trovare la sua sorellina. La trovavo una cosa davvero carina perché, nonostante lei non potesse rispondergli, lui andava comunque a trovarla e le raccontava la sua giornata, per tenerla sempre aggiornata. Era una cosa che aveva sempre fatto, anche quando Julia era sveglia. Tornava a casa dopo gli allenamenti e sulla soglia della porta ad aspettarlo c'era sempre lei, ansiosa di sapere come stesse il fratello e di come fosse andata la sua giornata.
A lui non importava che non potesse rispondergli, per lui era più importante esserci sempre per lei, farle sapere che non l'avrebbe mai lasciata sola.

Si sedette sulla solita sedia posta accanto al letto della sorella e io li guardavo dall'uscio della porta. Mi ero offerta più volte di aspettarlo nella sala d'aspetto, così da permettergli di stare un po' da solo con la sorella, ma lui non voleva che rimanessi da sola fuori.

Io: posso lasciarti solo con Julia se vuoi, credo che ti farebbe bene chiacchierare con lei come hai sempre fatto
Axel: non ce n'è bisogno, voglio che tu stia qui vicino
Io: ne sei sicuro?
Axel: sicurissimo, entra.

Alla fine entrai nella stanza e chiusi la porta, dove mi appoggiai, nella speranza di lasciar loro un po' di intimità.

Axel: ehi Julia, anche per oggi gli allenamenti sono finiti. Axera mi ha accompagnato qui, come sempre, ma si è messa di nuovo in disparte -ridacchiò- crede che abbiamo bisogno di stare un po' da soli, ma non capisce che sia a te che a me fa piacere averla qui con noi
Io: A-Axel! -esclamai, un po' imbarazzata.
Axel: -sorrise- e questo è solo un altro dei tanti motivi per cui piace tanto sia a me che a te. Comunque, sono qui per dirti che tra qualche giorno giocheremo un'altra partita, ci stiamo avvicinando sempre di più al Football Frontier. Sono certo che vinceremo e dedicherò tutti i miei goal a te, piccola principessa..
Io: -sorrisi, intenerita da quella scena.
Axel: mi manchi Julia, ogni giorno mi manchi sempre di più..

Giurai di aver sentito un singhiozzo sfuggirgli.

Axel: odiavo e odio tutt'ora giocare all'ora del tè, è il gioco che mi è sempre piaciuto di meno, ma se giocarci fosse un modo per farti stare meglio, ci giocherei all'infinito.. quelle stupide ali da fatina, ogni volta che le vedo nella tua stanza mi tornano in mente le suppliche che mi facevi per farmele indossare e per farti felice non mi sono mai lamentato. Adesso non aspetto altro che poterle indossare di nuovo..

In quel momento scoppiò a piangere e si buttò sul materasso, nel tentativo di soffocarci i suoi singhiozzi.
Il mio cuore si frantumò in mille pezzi quando vidi Axel ridotto in quel modo a causa del suo dolore e la mancanza della sua sorellina.
Subito mi precipitai da lui, lo afferrai per le spalle per farlo rimettere seduto e poi racchiusi il suo corpo in un forte abbraccio, mentre gli accarezzavo i capelli nella speranza di calmarlo.
Lui subito avvolse i fianchi con le sue braccia e appoggiò la sua testa sul mio petto, beandosi delle mie carezze.

Io: shh.. -sussurrai con dolcezza- ..sono qui con te, Axel. Sono qui -gli baciai la testa mentre continuavo ad accarezzargli la testa e la nuca.

Poco dopo sentii il suo corpo perdere rigidità e lasciarsi andare.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora