127. Gente fottuta, chi figuratamente, chi letteralmente

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N/A: sorry per l'orario, ma sono pirla e sbadata e alle 16.30 dovevo andare a fare ripetizioni che ho finito alle 18.30 (infatti ho appena finito) e prima non ho pubblicato perché dormivo e poi cercavo di sfruttare il poco tempo prima di uscire per studiare in vista degli esami.

Ma non vi tedio ulteriormente e buona lettura!




Mario, trionfante, indicò le bottiglie con un liquido giallo e ordinò Alfred: <Prendine tipo una decina e mettile nel carrello, su. Io vado a cercare la grappa.>
Alfred scrollò lo spalle, ma prese comunque più bottiglie di limoncello possibile tra le braccia.
Ebbe almeno la cognizione di appoggiarle con relativa cura nel carrello (ma potrebbe essere stata necessaria una mezza raccomandazione di Matthew).

Mario, intanto, prese quattro bottiglie di grappa (trovata con facilità) e le riportò al carrello, che vide riempito con addirittura undici bottiglie di limoncello.
Se Giovanna non moriva perché il fegato le collassava, sicuramente raggiungeva il coma etilico. O forse le serviva così tanto alcool perché sapeva che il peggio non sarebbe stato quel pomeriggio? Non lo escludeva, anzi!

Sicuramente non invidiava né la sicula né il veneto per l'estensione che il loro legame poteva raggiungere con le due Italie.
Buttarsi sull'alcolismo gli sembrava il meno peggio.

Guardò le quattro bottiglie di grappa ed esclamò: <Biondino, vieni che mi servono di nuovo quelle braccia!>
<Poi andiamo al mac?> chiese Alfred, già seguendolo.
<E certo, mica mento!> rispose Mario <Ma al massimo un menù, niente di più!>
Alfred sorrise: <Un eroe si deve adattare a qualunque situazione!>

<Non è che stiamo morendo di fame, abbiamo anche pranzato da poco-> sospirò Matthew, da vicino il carrello.
<Ma io ho fame!> lamentò Alfred.
<Tu hai sempre fame!> ribatté il canadese.

Mario prese le bottiglie dalle braccia dello statunitense e notò: <Beh, finché non si dispera davanti a qualche signorina, si può sopportare una lagna ogni tanto.>
<Non mi dispero davanti alle ladies!> si difese l'interessato.
<Io ho i miei dubbi, Al, senza offesa, eh.> lo smontò il fratello <Ma secondo me ti hanno sentito tutti i territori di Lovino e Feliciano lamentarti, per quella cosa o l'altra. Solo per andare contro ad Ivan->

<Non osare dire il nome di quel comunista lì che ha pure conquistato qualcuna di quelle chicks senza fare niente!> semi-esclamó Alfred, che portó il trio a ricevere sguardi confusi da tutti quelli intorno.

Mario sospirò mentre arrivò ad una cassa aperta e iniziò a mettere le bottiglie sul nastro. Notò nel mentre: <Se riusciamo a non farci cacciare perché ci lagniamo sarebbe meglio.>
Alfred aprí la bocca ma la richiuse in tutta fretta, gonfiando leggermente le guance.

<Hai capito.> e Mario gli mezzo ghignó mentre dava i soldi alla cassiera.
Alfred gli fece una linguaccia veloce mentre Matthew mormorava esasperato: <Perché ti comporti anche peggio del normale?!>

Con il carrello pieno di alcool (e due ciambelle del reparto forno) pagato, si diressero al vicino McDonald's, dove Mario li lasciò ordinare. Una volta seduti, notò: <Prima di andare, devo passare in pasticceria per prendere qualcosa per me e i miei fratelli! Voi avete già mangiato abbondantemente e pure di più!>

Matthew, McFlurry all'Oreo tra le mani, annuì educatamente mentre Alfred, con metà McCrispy in bocca (aveva dovuto provarlo, era qualcosa che non aveva a casa sua), biascicò con la bocca strapiena un «Va bene!» che non si capì. Per fortuna il laziale intuì lo stesso e annuì di rimando, soddisfatto: <Bene.>

Gli sembrava di star facendo il babysitter. Era così che si era sentito Pietro per secoli?
Si sarebbe dovuto scusare per tutti i secoli in cui l'ha fatto ammattire?

Nah, che vada a farsi fottere!

•~-~•

Intanto, invece, le altre nazioni erano in prima fila per lo strano teatrino tra Ivan e Sofia. La gelida nazione, mostrando qualcosa sullo schermo del proprio telefono, raccontava qualcosa concitato nella sua lingua, mentre l'emiliana interveniva di tanto in tanto, sempre in russo, accompagando il discorso con delle scrollate di capo in assenso.

Lovino stava calcolando quanto tempo avrebbe impiegato Ivan, qualsivoglia gli fosse girato, a conquistarli totalmente partendo dall'Emilia. Realizzò abbastanza in fretta che la risposta era "in ogni caso troppo poco".
Feliciano stava mentalmente pregando che una catastrofe simile non succedesse.
(E non erano telepatici, figurarsi!)

In fretta la questione fu risolta, perché Ivan s'alzò per darle una pacca sulla spalla e Sofia fece un accenno con la mano, per poi dirigersi spedita verso l'abitazione.

Feliciano avrebbe tanto voluto chiederle qualche dettaglio, ma a questo punto avrebbero dovuto aspettare.

Ivan invece guardò tutti i commensali presenti accigliato. Poi domandò: <Che cosa avete da guardare?>
<Non ti vedevo così entusiasta da quando ti ho portato quel granchietto che suona.> notò Yao.

<È una bella giornata e ho assicurato un piacevole impegno, perché non dovrei essere contento?> si stupì Ivan, mentre Kiku realizzò con orrore che l'ultima volta aveva strigliato Alfred al G20 ingiustamente, pensando fosse stato lui a scatenare quell'infernale giocattolo per la stanza.

Con la coda dell'occhio, vide l'espressione di Arthur e intuì che non fosse l'unico ad aver sbagliato colpevole. Ma non avrebbero detto niente.
Accusare Ivan non era il caso, neanche quando era di buonumore.

<Non devo darti uno di quei granchi, no?> indagò il cinese.
<Perché dovresti?> si stupì il russo <Non voglio mica importunarle!>

Feliciano avrebbe voluto avere un coltello con cui ammazzarsi (o ammazzare Ivan. Ma in quel caso serviva una bomba di quelle pesanti) perché con Francesca di mezzo tutto poteva andare a puttane.
Iniziò a pregare che Francesca si moderasse, qualsiasi fosse il giorno in cui sarebbe dovuta andare dall'altra parte dell'Europa con l'emiliana e la romagnola.

<Quindi ci siamo di mezzo anche noi?> intanto stava chiedendo la suddetta, un po' contrariata.
<Lo so, mi spiace fin lì. Ho bisogno di non essere sola!> ribatté Sofia.
<Non capisco ancora quale sia il problema.> s'intromise Carmela.

<Seria?!> quasi strillò Sofia <Mi turba il fatto che un essere che Feliciano e Lovino più e più volte hanno raccontato essere mentalmente instabile abbia deciso di focalizzarsi su di me! Mi spiace che anche Anna e Francesca ci siano di mezzo, ma il fatto che la sua attenzione e interesse sono tripartiti, mi fa sperare che non succeda niente.>

<Sicuro non è tripartito in modo equo.> s'inserì Carlo <Te sei la sua preferita.>
<Io continuo a pensare che potresti, anzi, potreste provare a spuntare una fornitura di gas meno costosa.> fece Giorgio che, con Aleksander, era tornato in casa in tutta sordina mentre Sofia conversava con il russo.

<Non aiutate la situazione!> lamentò Sofia in uno stridulo acuto, buttandosi sul divano e prendendosi la testa tra le mani.

Anna l'accarezzò tra le scapole e notò: <Dai, in qualche modo faremo. Quando è che dobbiamo andare, nello specifico?>
<Poco più di una settimana, il 27.>

<Oh, ok, è abbastanza presto. Ha senso, anche se non so se sarà ghiacciato il lago->
<Lo ghiaccia lui per noi. Tutto il lago. Tre metri di ghiaccio di spessore. Me l'ha assicurato e potremmo anche misurarlo noi stesso con la magia per avere una controprova.>

Silenzio.

<Ok, se può fare tutto quello per essere carino e coccoloso, capisco perché sei agitata. Lo sarei anche io.> commentò Carmela, leggermente più seria.

Sofia alzò la testa e dichiarò: <Ora che arriva il giorno, un modo consono per comportarmi, e comportarci, lo troveremo, no? Però, giuro che se mi richiama, vado a procurarmi un coma etilico con Giorgio e Giovanna.>

<Allora però gli chiedi del gas prima di buttarti nell'alcool per non dover più sapere per un po' quel che succede, eh!> ribatté Giorgio.
<Fottiti.> sibilò Sofia. E già quello faceva intendere quanto fosse al limite dell'isteria.

<Secondo me è più facile che quella fottuta, letteralmente, finirai-> e Giuseppe non ebbe mai l'occasione di dire l'ultima parola perché prese ad urlare e correre su per le scale, cercando di sfuggire ad una emiliana in piena furia omicida.

Gabbia di séTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang