Capitolo 58. Ivan fa delle avances

60 9 154
                                    

<Non starnazzare!> Arthur ammonì l'ex colonia, fissandolo truce <Vorrei evitare che altri esplosivi provino a saltarci in faccia!>

<Mica spunteranno razzi a ricerca sonora!> si difese Alfred.
<Io non testerei la nostra fortuna.> commentò Maurizio, guardandosi attorno, palesemente aspettando di vedere spuntare un razzo per poter urlare «Te l'avevo detto!».

<Come mai vi siete divisi?> indagò Giorgio.
<Non abbiamo avuto scelta.> spiegò Matthew <Ad un certo punto ci siamo ritrovati divisi, ma abbiamo deciso di rimanere in contatto.>

<Per urlare l'uno all'altro?> inquisì, per niente sorpreso, il veneto.
<È una cosa accessoria.> "rassicurò" Angela <Anche se sì, la maggior parte delle volte è così.>

<Parlando di cose serie!> fece Francis <E mi stupisce che sia io a dirlo, ma comunque... chi cavolo ha una passione per le bombe?!>

<Carmela.> rispose Michele, giocando con la fine dei capelli, palesemente riflettendo. Aggiunse: <Anche se non so quale potrebbe essere il suo problema irrisolto.>

<Problema irrisolto?> chiese Kiku.
<Beh, non è per questo che siamo posseduti? Per colpa di problemi irrisolti? Il mio e quello di Giorgio mi sembravano dei problemi irrisolti.> spiegò il pugliese.

<Forse. Ma essendo quello che vi ha visto tutti, mi sembra più che altro qualcosa che vi ossessiona, anche se non lo pensate. Può essere tranquillamente qualcosa di già risolto o in via di guarigione, ma che vi ha segnato profondamente e -pare- un problema irrisolto. Tipo un fantasma del passato che torna.> s'intromise Franco.

Tutti si voltarono a fissarlo.
Il molisano abbassò lo sguardo e Yao si mise per metà davanti a lui, già pronto a tirare fuori gli artigli.

<Ma allora...> rifletté a voce alta Arthur.
<For god's sake *! Ce l'ho sulla punta della lingua!> aggiunse, chiudendo gli occhi e massaggiando le meningi.

<C'entrano creaturine magiche?> domandò Matthew.
<Una creazione magica, qualcosa di immateriale reso concreto. Come quell'essere che esce da loro quando tornano in sé.> corresse il britannico.

<Ci penserà strada facendo.> spronò Sofia <Mancano ancora in troppi.>
Si voltò a fissare Giorgio e, con il tono più stabile, anche se la nausea era pronta a tornare, ricordò: <E tu devi ancora provare a usare la tua magia per cercare Feli.>

<Hai ragione.> convenne Giorgio. Si calò meglio il cappello in testa, diede le spalle allo schermo e, per come possibile, pure a Gilbert e gli altri, stringendo le mani al petto.

<Perché ci dai come visuale il tuo fondoschiena?-> ma Francis venne interrotto prima ancora di iniziare a dire la battutina sconcia da un'occhiataccia del prussiano.

<Perché mi fissate tutti e mi fa sentire in soggezione, cosa di cui non ho bisogno.> rispose il veneto, chiudendo nel mentre gli occhi.

<Allora noi cerchiamo una direzione.> concluse Domenico <C'è solo deserto.>
<Uh, una porta!> si rallegrò Rita, indicando in diagonale, verso destra, qualcosa che aveva l'aria di un arco.

Invece l'altro gruppo aspettò in religioso silenzio il verdetto del veneto.
Gilbert era il meno attento perché, ispirato dalla battuta sottintesa di Francis, stava osservando il culo di Giorgio.

Sì, era proprio uguale a quello di Feliciano.
Si sentì un po' una merda a pensare a ciò mentre il dolce Feli era prigioniero chissà dove e di chissà cosa.

Quando l'altro gruppo ormai era giunto davanti all'arco da cui pendeva un velo nero con puntini bianchi, a ricordare il manto stellato di notte fonda, Giorgio vocalizzò la sua frustrazione in un verso acuto. Pestò un piede a terra, si girò ed esclamò: <Non sento un cazzo! Zero di zero!>

Gabbia di séDonde viven las historias. Descúbrelo ahora