Capitolo 97. Abbracciare la propria paura

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N/A: SCUSATEEEEE, SONO UNA STUPIDAAAAAAAA QWQ

VOLEVO FINIRE E PUBBLICARE MA MI SONO PERSA A FARE LA TORTA, GIOCARE A SUDOKU E POI FARE ÅPÊ CON LA MIA ÃMÏŒ!

SKS, SKS, SKS, SPERO POSSIATE PERDONARMI!



Roberto emise un gridolino e arretrò, battendo il sedere per terra, non aspettandosi l'essere scuro e melmoso che fuoriuscì dal petto di Marie.

Era piccolino, tozzo, con due capocchie bianco perla come "occhi" e, quasi al centro del corpo tozzo, più verso l'alto che il basso, un buco grigio-viola grande come un pugno, tozzo e arzigogolato, si era fatto la sua strada dilaniando la sostanza nerastra. Sembrava quasi pulsare.

Roberto si rianimò, evocò il suo fioretto quasi d'istinto, con un colpo di reni si slanció in avanti e trafisse il buco dilaniato nello stesso istante in cui una freccia e un dardo magico lo colpirono.

Il cuore rimbalzò indietro freccia e magia e la spada, nonostante avesse trapassato, venne espulsa e Roberto sbalzato indietro.

L'essere melmoso mosse qualche passo verso Roberto, alzando le mani: getti scuri iniziarono a puntare il piemontese, prontamente difeso da uno scudo di Rita, mentre altri si fiondavano all'attacco.

<Fermi!> strillò Franco, la voce amplificata dalla sua magia che, tra l'altro, lo teletrasportó in un battito di ciglia di fronte a tale creatura oleosa.

Essa si bloccò e lo fissò curioso, momentaneamente ignorando gli altri.
<Bimbo! Torna qui!> si preoccupó Yao, mentre tutti cessarono i loro attacchi.
Il molisano faceva quasi da scudo a quella creatura alta appena un centimetro o due di lui.

Franco scosse la testa in risposta agli ordini di Yao, ripeté il gesto anche per le successive esclamazioni di Rita e fissò la creatura.
Il problema di Marie non era solo un'etichetta o una paura o una paranoia o una macchia nel proprio passato che si voleva superare (incontrando con grosse difficoltà).
Era ben più profondo.

Non che i problemi altrui fossero da meno, anzi, ma quel fatto formava Marie in quanto Marie, nel suo carattere e suoi modi in una maniera così profonda che, probabilmente, uno psicologo o uno psichiatra si sarebbe potuto chiedere se sarebbe mai esistita una complessa personalità oltre il trauma.
(Probabilmente avrebbe potuto farsi tale domanda con tutti altri loro, però non era questo il punto).

Non poteva essere scacciato come un nonnulla, come uno di quei pensieri oscuri, intrusivi, che arrivavano senza preavviso e con una fretta sorprendente, che però se ne potevano andare altrettanto velocemente quando il raziocinio completo riprendeva il sopravvento.
No, non poteva.

Suppose che fosse un po' come la sua paura di essere dimenticato: era insita in lui e, forse, non sarebbe mai svanita.
Avrebbe solo potuto abbracciare la sua paura, considerarla, ma mai cancellarla o relegarla per troppo tempo nei meandri del suo inconscio.
Con ogni probabilità, era lo stesso per Marie.

Quindi aprì le braccia, sorrise alla creatura e rassicurò: <Non sei sola Marie, ti voglio bene, e non solo io, lo sai?>

La creatura rimase immobile e quella cosa grigio-viola pulsante si fermò per un attimo. Poi riprese a pulsare, anzi, a battere con più forza e vigore di prima. Le capocchie bianche della creatura si assottigliarono fino a che non si tramutarono in due minuscoli ovali con una parte un po' schiacciata.
La creatura smise di avere "occhi" e queste due palline deformate scesero per il suo corpo nerastro, rilucenti come due pregiate perle.

Tali perle, ora diventate sferiche, confluirono verso quella materia pulsante che, appena venne toccata da tali sferette, s'illuminó di bianco, pulsando con ancora più forza.
Essendo così vicino, Franco sentiva tali battiti fin nel petto e sembrava che il suo cuore volesse andare a ritmo con esso.

Poi la creatura si slanció in avanti e strinse Franco finché quell'oggetto pulsante non divenne così luminoso da quasi accecare.
Emettendo luce come un riflettore da stadio, la creatura si staccò ed esplose in mille coriandoli neri e bianchi, che presto svanirono come fumo.

<Marie!> si preoccupò Franco, fiondandosi sull'amica. Roberto lo seguì un istante dopo e, se possibile, anche più preoccupato del molisano.
<Salvata anche lei? Finalmente siamo al completo!> si sentì la voce di Rosa dalla sfera.

<Non siete più in montagna?> domandò Angela.
<Abbiamo appena finito di scendere tutti, dimostrando a questi miscredenti che si poteva stare benissimo in tre su un bob a due posti!> affermò Giuseppe (in compagnia di Mario), spingendo piano Rosa di lato, che comunque s'incazzó e provò a saltargli addosso.

Venne interrotta da Giovanna che si parò in mezzo ai due e notò: <Comunque non è stata la vostra idea più furba.>

<Beh, almeno noi non stiamo rigettando l'anima dietro un albero come Sofia!> il laziale difese entrambi.

Si sentì una debole protesta di Sofia in sottofondo, troppo bassa e lamentosa per essere udita bene. Invece si sentì alla perfezione Ivan, che stava usando la sua voce più alta in timbro (che doveva farlo sembrare più amicale ma che lo rendeva ancora più inquietante) per tranquillizzare l'emiliana con: <Meglio fuori che dentro товарищ, meglio fuori che dentro!>

Uno strillo acuto seguito da altri due strilli altrettanto alti interruppero la conversazione: Marie si era risvegliata e, gioendo, stava stritolando in un abbraccio sia Roberto che Franco, i quali si erano presi un bello spauracchio, assaliti senza preavviso dalla piccola valdostana.

<Non ricordo granché ma sono sicura che mi avete salvata voi!> esclamò Marie. Si staccò un secondo per stritolare solamente Franco, notando a gran voce: <Ricordo male o hai usato della magia?!>

Poi si staccò per fiondarsi con ancora più forza su Roberto, che quasi (di nuovo) cadde all'indietro e si ritrovò sommerso di bacini in volto (escluse le labbra) dalla sorellina, che ripeteva tutta entusiasta «Il mio eroe!» e «Quanto mi vuoi bene, Roby!»

Roberto, diventato in fretta bordeaux in volto, provò a staccarla fino a che una risatina iconica di una nazione, che commentò con tono un po' strascicato: <Ancora più affettiva di quanto ricordavo, Aoste.>

Marie si staccò come se il piemontese fosse diventato di lava e fissò Francia, congelata.
Francis, ignaro del tumulto interno della giovane, allargò le braccia e commentò retorico: <Saluti con così tanto affetto loro due che vedi sempre e me niente?>

Arthur ruotò gli occhi e borbottò: <Nei tuoi sogni, rana. Già quell'altro ti ha dimostrato che ti vorrebbe vedere impiccato; probabilmente questa piccoletta odia tanto quanto è espansiva.>
Yao gli riservò un'occhiata calcolatrice e domandó: <Scommetti?>
<Venti sterline.>
<Perderai.> assicurò Yao, stringendo la mano al complice di scommesse illegali, proprio quando finalmente Marie si ridestó dal momentaneo torpore.


N/A: ANCORA UNA VOLTA SKSKSKSKS!

Spero che vi sia piaciucchiato e potete scommettere anche voi (senza soldi, grazie) sulla reazione di Marie!

Ciao ciao!

Gabbia di séOnde histórias criam vida. Descubra agora