Capitolo 98. Uscita col botto

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N/A: siamo sempre più vicini al capitolo cento! *sniff*
Chi l'avrebbe detto all'inizio di questa storia? Io no!
Non pensavo neanche sarei mai davvero arrivata a fare il sequel della storia "originale", che anche quella è andata bene oltre le mie previsioni!

Sono Ary e ho un grande problema con l'essere prolissa.
Ma spero che il capitolo vi piaccia; buona lettura!



Quanti pensieri si potevano avere in un secondo; era quasi terrificante!
E Marie era, inoltre, combattuta. Dilaniata. Strappata in due metà litiganti. Lasciò al suo corpo la scelta (o, per meglio dire, alla sua memoria muscolare, alla sua abitudine).

Sorrise vistosa, scattò in piedi e corse verso Francia. Saltò all'ultimo e lo abbracciò al collo, tirandolo giù con sé. In fretta sentì le forti braccia di Francis avvolgerla, seguite dalla sua risatina iconica.
In sottofondo si poteva sentire il verso sconcertato di Arthur e la risata vittoriosa di Yao, che reclamava i suoi soldi.

Ma Marie li ignorò, come ignorò anche la risata di Francis. Il suo abbraccio non poteva ignorarlo, ma era quasi impalpabile rispetto l'occhiata che Roberto sapeva le stava riservando.
Come Franco.

Eppure, soprattutto per quanto riguardava il piemontese, era certa fosse uno sguardo comprensivo, malinconico, ma non arrabbiato.
Conosceva meglio di lei cosa volesse dire amare qualcuno che dovresti solo odiare. Purtroppo il cuore non sottostava mai alle logiche del raziocinio.

Si staccò leggermente e, sempre sorriso in volto, commentò: <Ciao anche a te! Scusa, ma Roby e Franco avevano la precedenza!>
Poi interruppe del tutto l'abbraccio, fece una piroetta su se stessa e notò: <Quanta gente! Però ne manca ancora un bel po.>

<Ehm... No. Sei proprio l'ultima.> fece, nel modo più cortese possibile, Maurizio.
<Ci siamo divisi un bel po' di tempo fa e quella sfera ci tiene in contatto.> illustrò il molisano, illuminando la sfera vicino ad Angela.

Da essa risuonò Gilbert gioire: <Abbiamo finito! Wohooo! Che bello prendere tutti i collezionabili!>
<Non siamo una stupida quest secondaria di un qualsivoglia videogioco!> ribatté Aleksander.

<Almeno dei Pokémon, suvvia, che sono senzienti.> suggerì la valdostana.
<Già fatto e non piaceva, quindi ho cambiato. A quanto pare non vi va mai bene niente, piccoletta e tutti voi altri.>

<Piccoletta a chi?!> s'inalberó la mezza francese <Parla l'idiota fannullone buono solo a bere birre ed essere molesto?>
<E come fai a sapere tutto ciò? Te l'ha detto Lovino?> domandò Gilbert, che coscienziosamente sapeva che aveva solo la verità che spesso faceva vedere. Poi aggrottò le sopracciglia e aggiunse: <Inoltre sembra spaventosamente uguale a come mi descrive Basch.>

Marie allora ghignò fiera e ribatté: <Embè, ci credo, me l'ha detto lui!>
<Meno le ingiurie a seguire.> corresse Franco.

Svariate nazioni strabuzzarono gli occhi e, se fosse stato possibile, ad alcuni sarebbero pure usciti dalle orbite.
<Conosci- anzi, conoscete Basch?!> inquisì esterrefatto Francis.
Marie inclinò la testa, come se non capisse il problema, e spiegò: <Sì, conosciamo sia lui che Lily.> Poi si mise ritta, mani suoi fianchi, estremamente fiera <Tutto merito mio, eh, perché altrimenti Franco non li avrebbe conosciuti!>

<Ma lui è un maschio.> notò argutamente Antonio.
<No, sono un sasso.> fu la risposta borbottata di Franco, che incrociò le braccia al petto e s'imbronció, mentre Yao "corresse" lo spagnolo a gran voce con: <È un bimbo.>

<Come è possibile che Basch non gli abbia fatto saltare le cervella quando è stato a meno di venti chilometri da Lily?> l'albino concluse il ragionamento logico dell'iberico.

<L'intenzione c'era.> assicurò Franco <Infatti mi stupisce che non ci stalkeri quando siamo solo io, Marie e Lily.>

<Nonostante ciò, continua a essere abbastanza assurdo per noi, abituati ad un Basch che non abbassa mai le difese, soprattutto quando si tratta della sorella, come sia possibile che li conosciate senza essere diventati un groviera per via dei fori almeno una volta e soprattutto che un ragazzo possa stare nei pressi di Lily e sopravvivere.> riassunse Ludwig.

<Buona parte è frutto del caso che li ho incontrati proprio quando sono andata nei territori di Basch per fare una gita fuori porta. E dopo un po' di tempo di conoscenza ho chiesto se potevo far conoscere loro Franco e Basch dopo tante suppliche ha accettato. Tanto le sue minacce e la sua rabbia quando glielo proponevo erano abbastanza moderate rispetto a quello che so che sa fare Rosa e che le ho visto fare.>

<Lo prendo come un complimento!> fu l'esclamazione della ligure, ghigno in volto.
<Possiamo tralasciare questi gossip che possono essere tranquillamente posticipati? Anzi, no, dovete e basta. Perché ora che siamo tutti sani e salvi, mancano solo Feliciano e Lovino e, se la logica non mi inganna, saranno in più ostici da liberare.> notò Angela

<Come se liberare voi fosse stata una passeggiata di salute!> sbuffò Alfred.
<Vorrei sottolineare il fatto che qua nessuno voleva essere posseduto da qualche essere magico che in forma corporea sembra un ammasso di catrame e che è controllato da chissà chi e per quale motivo, dato e considerato che ci sono pesci ben più grossi dell'Italia a cui puntare, tra l'altro alcuni pure qui presenti!> Francesca illustrò inalberata, dando un calcio alla neve misto acqua di quel fondovalle.

<Concordo.> convenne Michele, cercando di stemperare la situazione, alzando la mano come un perfetto scolaro.

E poi cadde a terra come tutti gli altri del gruppo.
Il soffitto si crepò e qualche calcinaccio grande quanto un tavolo cadde dal soffitto, rivelando al di sopra un nero più profondo dello spazio.
<Ora dobbiamo pensare a vivere!> strillò Carmela cercando di rimettersi in piedi, constatando al meglio l'altra scossa che sconquassó il terreno.

Tirò per il colletto i fratelli e iniziò a correre.
Come tutti gli altri, in una cacofonia di urla e mezze-cadute.
Capitombolarono fuori dalla porta di quella che solo in apparenza era una graziosa casetta, più di uno rotolando a terra (tra cui Marie che, finendo addosso a Franco, lo trascinò letteralmente nel suo medesimo triste stato).

La porta della casetta si chiuse da sola di colpo e l'intera costruzione tremò, scossa dalle sue fondamenta.

<Correte!> ordinarono più voci insieme e chi era già in piedi fuggì.
Chi era steso, tipo le due giovani regioni, si accucciarono e Franco si strinse attorno Marie, provando a coprirla al meglio senza schiacciarla.
Strizzó gli occhi chiusi e pregò qualsiasi forza interiore responsabile di attivare la sua magia in tempo.

Per qualche istante la casetta continuò a vibrare, anche se rimaneva integra come se fosse fatta di gomma... e poi esplose, schizzando tegole, travi, pietre e tanto altro in tutte le direzioni.

<Un'uscita col botto, letteralmente.> fu il commento estremamente inopportuno di Ivan, quando ancora detriti e polveri invadevano la visuale della sfera.




N/A: e niente, nessuno si capacita di come Franco sia vivo e possa raccontare di essere amica di Lily e conoscere Basch.

Inoltre la storia sta "iniziando" a diventare troppo un film d'azione basico con queste esplosioni e corse a rotta di collo!
Per fortuna sono quasi finite, ormai!
Forse :3

Gabbia di séWhere stories live. Discover now