Capitolo 47 (VII). Anna dottoressa

Começar do início
                                    

Maria capì che la figlia aveva bisogno di aiuto e che non poteva tornare a Colliano con i parenti di Terzo due giorni dopo; decise di rimanere a Genova per avere l'occasione di parlare sia a Marco ma soprattutto a Silvia che sembrava prendersi un po' troppe libertà negli ultimi tempi. Non volle però uno scontro diretto in presenza di Andrea: sapendo che, di solito, il martedì mattina veniva a prendere Emanuele per portarlo al nido perché era il suo giorno libero dal lavoro, l'aspettò in strada con il bimbo nel passeggino già vestito, Ilaria era già andata in sartoria, Silvia arrivò puntuale e salutò cortesemente appena scesa dall'auto:

«Buongiorno signora Maria, come andiamo?»

«Bene, grazie Silvia»

«Tesoro!», Silvia andò vicino al passeggino, «ma come sei bello, stamattina!», Emanuele le aprì le braccia, sorridendo, «mamma tivia!», le disse, Silvia lo slegò dal passeggino e lo prese in braccio, «cosa dici a mamma?», «mamma tivia! brum!», indicò l'auto di Silvia, «zio tezzo Mo-to! Mo-to! Mamma iaia ave! Ave! Zio macco fo-to! Fo-to!», Emanuele disse tutto in una volta, eccitato, e, mentre lo diceva, fece un gesto con la mano come per seguire una moto immaginaria che arrivasse lì vicino.

«Sì, amore di nonna. . . », Maria si mise comunque a ridere, questo modo di parlare di Emanuele le dava il buonumore, «zio Terzo ha la moto. . . », — una "Vespa", per la verità, ma per Maria tutte le moto erano uguali —, «Silvia. . . », le disse ancora un poco ridendo (il fatto che Silvia si fosse chiamata "mamma" venne per il momento lasciato in secondo piano, anche perché Emanuele la chiamava così, ormai), «Emanuele vuole dirti che al matrimonio di Terzo l'ha visto arrivare in moto in chiesa, che Ilaria ha cantato l'"Ave Maria" e che Marco ha fatto molte foto.»

«Che dolce, signora. . . », disse Silvia, sempre gentile, «amore. . . racconti tutto a mamma?», gli disse, per poi rimetterlo sul passeggino, «andiamo all'asilo? Vuoi?», «Brum? Mamma tivia?», Emanuele indicò la macchina.

«No, tesoro», disse Silvia, finendo di legare Emanuele, «oggi è una bella giornata. . . andiamo a piedi, è qui vicino, signora. . . », si rivolse a Maria, «la saluto, grazie di averci aspettato già fuori. . . », cominciò a spingere il bimbo.

«Silvia. . . ti va se vengo con voi?», le disse Maria sperando proprio che Silvia non andasse in auto per aver tempo di parlarle; in effetti era una bellissima mattina di fine ottobre, ancora calda, Emanuele non aveva ancora bisogno di una giacca pesante, «tanto non ho nulla da fare qui, la casa è sistemata.»

«Ma certo signora, venga, facciamo due passi, tanto l'asilo è proprio qui dietro.», le rispose Silvia, sempre cortese.

«Nonna ma-ia? Nonna ma-ia?», Emanuele alzò lo sguardo verso Silvia che gli rispose: «sì, certo, Emanuele: nonna Maria viene con noi.»

Passeggiarono un poco in silenzio, Maria voleva parlare a Silvia, ma non affrontarla subito con astio e cercò di prendere l'argomento un po' indirettamente.

«Silvia, io sono una donna semplice, non ho studiato e sono arrivata solo alla quinta elementare, però. . . », Maria cominciò a dire, calma, «le cose le vedo lo stesso e non mi stanno piacendo.»

«Signora Maria, non credo che il suo studio influisca sul suo giudizio. . . », le rispose gentile, «mi dica: cosa non le piace?»

«Scusami se sono diretta. . . non so fare molti giri di parole, credo che tu stia sbagliando con Emanuele e che Ilaria non ti dica nulla per il quieto vivere. . . », «Sbagliare?», Silvia le fece uno sguardo interrogativo, ma non ancora ostile, «io non sono "nonna Maria", Silvia», continuò Maria lievemente più alterata, ma a bassa voce, «io sono "nonna" e basta, l'unica nonna di Emanuele, perché la mamma di Andrea è morta, e, ancora di più, Ilaria è l'unica mamma. Perché avete insegnato al bambino a dire "mamma Ilaria"? Secondo me ve ne state approfittando perché Ilaria è sola, ha studiato meno di voi, io sono distante e non la posso difendere, ma mia figlia ha dei diritti: è la madre.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora