Capitolo 43 (III). Silvia Palestro, in Testino

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Per i genitori di Sara il fidanzamento fu un'ulteriore conferma della buona impressione che avevano avuto di Marco già dal Natale precedente; per qualche giorno stettero a Nervi in vacanza: di giorno andavano in villa, di sera nel parco a vedere i balletti.

Parlarono a lungo alla figlia di questo fidanzamento in toni estasiati: era sembrato loro che Anna e Marco fossero quasi predestinati a incontrarsi da come li avevano visti bene insieme; anch'essi, dopo la tragedia di Luca, avevano per lungo tempo sperato per la loro nipote un fidanzato e poi marito che, con la sua dolcezza, le potesse lenire quell'antica ferita e Marco — come un Segno del Cielo — era proprio la persona giusta.

Egli, del resto, in villa si era comportato più disinvolto che a Natale in casa loro dove, vuoi per la novità, vuoi per l'oggettivo lusso della loro dimora a cui non era abituato, era rimasto sempre educato, ma un po' rigido.  A Sant'Ilario, luogo per lui più familiare, si era lasciato andare, ma senza perdere mai quell'educazione che Irene gli aveva trasmesso nel profondo, intrattenendoli con una conversazione arguta e profonda e rendendoli ancora più entusiasti della scelta fatta dalla nipote. Sara in un certo senso aveva ragione: c'era una stella che sembrava proteggerlo; persino Irene aveva fatto presa su di loro, quando Marco aveva parlato della madre e la loro figlia, insieme a Luigi, l'aveva accompagnata da lui, essi erano stati i primi a commuoversi e gli ultimi a smettere. Quando Anna li aveva portati in cucina a salutarla aveva fatto già loro una buona impressione, di una donna umile e devota totalmente al figlio; ma poi, vedendola in sala, vedendo l'effetto che aveva fatto agli altri invitati che, in fila, la volevano conoscere di persona, si erano totalmente convinti che Anna non solo avesse trovato un ottimo marito, ma anche una suocera non meno brava, cosa, in un matrimonio, da non sottovalutare.

I nonni materni di Anna, ovvio, non vennero avvisati sul pericolo di Ilaria; per loro la sorella di Marco era stata una presenza secondaria alla festa: una ragazza madre simpatica, carina, di professione sarta e che aveva contribuito alla realizzazione del vestito della nipote, ma nulla più. Avevano interpretato i suoi sorrisi e sguardi dolci verso Marco come normali manifestazioni affettuose fra fratelli e Sara, ovviamente, si era guardata bene dal dir loro la verità.

Quando, infine, partirono per Nizza vollero personalmente invitare Marco in agosto di nuovo in Veneto nella loro villa per le vacanze estive: ormai lo consideravano "uno di casa".

***

Apparentemente c'era dunque serenità in famiglia nei giorni successivi alla festa, ma era in parte offuscata, per Sara e Luigi, dalla preoccupazione per l'attacco dell'avvocato Giorgio che, comunque, per quanto probabile, non sembrava imminente e, per Anna, dal pensiero di doversi confrontare con la madre per aver rivelato a Don Benedetto il segreto dell'amore tra Marco e Ilaria; aveva lasciato correre per quasi un mese per evitare di litigare con la mamma prima della festa, ma non se n'era dimenticata e aspettava un'occasione per parlarne; Luigi, d'altra parte, ne aspettava una anche lui per potere avvisare Marco dei piani di Giorgio ed entrambi la ebbero il giovedì successivo al fidanzamento. 

Sara e Anna erano in cucina a stirare le tovaglie usate per la festa, lavate da Franco — egli sapeva far tutto in casa tranne stirare —; avrebbero certamente potuto mandare tutto in lavanderia (e, infatti, tutti i tovaglioli — più di un centinaio — erano stati mandati a lavare all'esterno), ma le tovaglie, delicate e con molti ricami, Sara non si fidava a portarle fuori; quella era una delle sue piccole contraddizioni: pur se di origini nobili c'era qualcosa, tra cui lo stiro, che voleva fare personalmente anche per rendersi utile; non sapeva cucinare un uovo, ma stirare lo faceva bene e, da quando era andata via la moglie di Franco, vi si dedicava con zelo. Era sera, avevano scelto quell'ora per non soffrire troppo il caldo per il ferro e il vapore, Franco aveva la sua serata libera ed era andato da Irene a Genova, sarebbe tornato per mezzanotte. Sara le stirava, le passava ad Anna che le ripiegava e le rimetteva ben impilate; Walter era uscito con Sabina e amici, Luigi passeggiava con Marco in giardino, per quella sera invitato in villa, colloquio che riferiremo successivamente; per il momento rimarremo con mamma e figlia.

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now