Capitolo 44 (VIII). Una tomba vuota

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«Qui non la capisco don, ma non credo. . . », Anna aveva finito anch'ella di mettere a posto i libri; pensierosa, passò il dito sullo scaffale, c'era un velo di polvere, disegnò delle onde con il polpastrello, «anzi, penso che Marco mi dia. . . e mi abbia dato. . . ciò che Luca ha interrotto, ha dovuto interrompere, non per colpa sua.»

«No, Anna, non è così, mi dispiace. . . siediti per favore. . . », le indicò la sedia di fronte, «guarda bene la situazione: non è la stessa», teneva le mani sopra il libro preso sullo scaffale, tamburellando le dita, aspettò che Anna si sedesse, «qui hai una persona, Marco, che ti può fare molto male, molto, molto male; parliamoci chiaro, già ora ti sta tradendo — in parte — emotivamente con la sorella e potrebbe tradirti fisicamente con lei un domani. . . Luca non ti ha mai dato di questi problemi, vero? Non hai mai dubitato della sua fedeltà nei due anni — circa — che siete stati insieme, vero?»

«No, questo no. . . ma. . . Marco. . . », Anna piegò il labbro all'ingiù, si sentì improvvisamente triste, chinò il capo, le venne da piangere, «ha tanto sofferto. . . è. . . tanto buono. . . »

«Anna!», il don allungò le braccia per prenderle la mano sul tavolo, gliela strinse, «guardami! Stai su, per favore! Nessuno — io per primo — dice che Marco sia cattivo, tutt'altro! Io stesso penso che sia un bravo ragazzo, splendido, ce ne fossero così. Ma ti può — con molta probabilità — fare male e non credo che tu ne abbia bisogno, se non, appunto, per una tua voglia di sfida, per un erroneo senso di sacrificio verso quel gattino ferito, ma che in realtà potrebbe nascondere una tua grande insicurezza, una paura di non trovare altri oltre che lui, di ritornare a essere felice del tutto trovando una persona che ti ami anche con il tuo lutto senza avere, egli stesso, antichi traumi»; tolse la mano da lei, la poggiò di nuovo sul libro che teneva di fronte a sé, «come se tu pensassi di non meritare — dopo la tua tragedia — una persona sana.»

«Ma io. . . don. . . lo sa. . . », Anna era triste, giunse le mani sul tavolo, cercò le parole, «io. . . gliel'ho detto tante volte in confessione: ho avuto tante occasioni dopo di Luca, molti ragazzi a posto, come dice lei, sani, Marco è arrivato dopo cinque anni la morte di Luca; ho avuto tempo per trovare altro. . . ma non erano giusti», Anna scrollò le spalle, ne ricordò qualcuno nella mente, «ci uscivo un poco e poi li mandavo via, non mi interessavano, erano troppo a posto, troppo sicuri di sé, troppo. . . puliti; non c'era niente da aggiustare in loro, niente da consolare, niente da perdonare. Marco è per me perché ha sofferto, l'ho visto subito, perché ha provato del dolore forte come l'ho provato io.»

Il don non rispose subito; aprì il libro — una Bibbia — cominciò a sfogliarlo cercando un punto particolare; «Anna, ti ricordi di cosa parlammo quando era morto Luca? Tu mi facevi varie domande: "perché devo soffrire?", "perché Dio me l'ha tolto?", "perché questo dolore?", "perché un innocente?"», la guardò, «cosa ti feci leggere in quel periodo?»

«Il libro di Giobbe. . . », ricordò Anna.

«Bene, vedo che ti ricordi, brava, c'è un versetto che volevo riprendere. Ora vado a memoria. . . capitolo 38. . . », girò qualche pagina, scorse con l'indice i versetti, «ecco, qui, versetto 4», le porse la Bibbia, già aperta, «Giobbe fa la stessa domanda a Dio: "perché il dolore?", cosa risponde Dio a Giobbe?, leggi, per favore»

«"Quando io ponevo le fondamenta del mondo, tu dov'eri? Dillo, se hai tanta intelligenza!

«Perfetto Anna, basta così. . . », il don la interruppe, «e ti ricordi anche come commentammo questo versetto in quel periodo, pochi mesi dopo la morte di Luca?»

«Mi disse che. . . », Anna si fermò, fece un sospiro lungo, «è dura don, ricordare. . . », tentennò il capo, respirò profondamente, cercando di calmarsi, «non era un bel periodo quello. . . », Anna allontanò da sé la Bibbia sul tavolo, incrociò le braccia, vi pose il capo, affranta, «la prego. . . perché parlarne adesso?»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now