Capitolo 42 (IV). Il fidanzamento

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Silvia aveva un vestito azzurro con un cappellino bianco e Andrea un completo gessato e un fazzoletto azzurro nel taschino che faceva pendant a quello di Silvia; nel complesso erano molto eleganti, specialmente Andrea: con quella sua nuova pettinatura sembrava aver acquistato un'aria più da uomo. Silvia aveva leggermente schiarito i capelli e stava molto bene.

«Buongiorno signor Luigi, come andiamo?», Andrea gli andò vicino sorridendo, «congratulazioni per oggi, Anna ha proprio deciso per Marco eh? e Marco sia! Vero?»

Luigi gli diede la mano e rise: «sì, Andrea, veramente se lo sposerebbe oggi stesso, è già tanto che non ha chiamato il prete. . . », si girò: «ciao Silvia, benvenuta.»

«Buongiorno signor Luigi», Silvia si avvicinò e gli diede due baci.

«Stai veramente bene, entrambi direi. Siete una bella coppia.»

«Grazie», dissero con un sorriso. 

«Allora?», chiese Andrea, «se non oggi, quando faranno il grande passo?»

«Eh, ci vuole ancora un po', Andrea», disse Luigi, «medicina è lunga, Anna dovrà aspettare per lo studio; intanto vuole metterci già il cartello "prenotato" sopra, così nessuna glielo ruba.»

«Oh, penso che non corra alcun rischio Anna», Andrea sorrise a denti stretti pensando all'amante di Marco proprio dietro di lui,  «vero Ilaria? Ciao! Come va?»

«Ciao Andrea, tutto bene, grazie», Ilaria rispose, rimanendo un poco indietro, «ciao Silvia»

«Ciao Ilaria. . . », Silvia le andò vicino e si accucciò, «oh, ma cosa abbiamo qui? Emanuele, non si mangiano i fiori! Ilaria. . . », alzò lo sguardo e lo indicò, «hai visto cosa sta facendo Emanuele? Si sta mangiando un fiore!»

Emanuele, infatti, approfittando della distrazione della mamma per l'arrivo del papà aveva preso una margherita e se l'era messa in bocca; Ilaria non se n'era ancora accorta.

«Oh», Ilaria si chinò, e lo sgridò — ma con il sorriso — togliendogliela dalla mano, «Emanuele, su. . . cosa mi fai fare? La figura della mamma che ti dà da mangiare l'erba? Scusami Silvia, ciao. . . », abbracciò Emanuele, per consolarlo del fiore perso, «scusami, è così, da qualche minuto. . . queste margheritine proprio lo attraggono, prima i palloncini, ora i fiori. . . forse è meglio spostarci, più gliele tolgo più le vuole strappare, gli piacciono troppo.» 

Infatti Emanuele, lesto, come solo i bambini di un anno sanno fare, ne aveva già afferrata un'altra. Silvia gli parlò alla sua altezza: «oh, tesoro, ma cosa facciamo qui? Non sei un vitellino che bruca il prato; vieni da mamma. . . », Emanuele si girò, sentì l'altra mamma parlargli, lasciò cader per terra la margherita presa, cercò di alzarsi, si divincolò dalla mano di Ilaria e fece il suo sorriso a quattro denti tutto eccitato, «oh, fai i sorrisi alla mamma, vero? Ma sei proprio una sagoma. . . », Silvia lo prese in braccio lasciando Ilaria accucciata lì vicino sul prato e si alzò, «Andrea guarda!», lo sollevò sorridendo, «ha ancora uno stelo in bocca; sembra che mi voglia fare le pernacchie, come per dire: "mamma, te l'ho fatta un'altra volta!"» 

«Silvia, si vede che gli sei simpatica. . . magari vuole dirti che vuole diventare vegetariano. Ehi, ometto», si rivolse al figlio con la faccia severa ma che faceva trasparire il suo sorriso, prendendogli il naso tra pollice e indice, «che fai qui? Non si bruca l'erba, hai sentito la mamma. . . signor Luigi», disse poi rivolto al dottore, «però. . . Anna non è ancora scesa, non l'ho vista in giro, volevo farle le congratulazioni per la sua decisione coraggiosa

Ilaria era rimasta accucciata, guardando Silvia prendere il bambino, senza parole, con ancora la margherita presa da Emanuele in mano; Luigi la notò e aveva anche notato come Silvia l'avesse ripresa, quasi sgridata, avesse preso il bambino e come si fosse chiamata, ma non disse nulla al riguardo e continuò la conversazione come se nulla fosse successo:

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now