Capitolo 43 (VII). Silvia Palestro, in Testino

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Grazie a questa certezza lavorativa Andrea pensò di festeggiare con Silvia ed Emanuele e, alla sera, quando lo riportarono alla madre, in casa sua, le disse:

«Ilaria, volevo dirti che sono stato assunto alla fine.»

«Va bene Andrea», gli sorrise, «lo immaginavo, tu sei bravo. . . »

Silvia, lì accanto, sembrò irrigidirsi per quel sorriso di Ilaria, sapeva che Andrea ne era ancora sensibile; lo guardò come per invitarlo a parlare e togliere il disturbo.

«Ecco, grazie, Ilaria. . . », Andrea si sporse un poco verso di lei, «per festeggiare la mia assunzione volevo andare con Silvia qualche giorno al mare. . . dal 10 al 14 luglio, ho prenotato a Riccione. . . »

«Ah. . . va bene, e. . . », disse Ilaria, aveva Emanuele in braccio, ancora con il cerotto, anche con lei era mogio per il vaccino e Silvia le aveva detto che aveva mangiato poco a cena, lo stava cullando per metterlo poi a letto; era un po' confusa, non capendo il motivo di quell'informazione data da Andrea.

«. . . e volevamo portarci Emanuele, se sei d'accordo.»

«Ah. . . », Ilaria si irrigidì, Emanuele si lamentò un poco, perché sentì la mamma tenerlo più stretto, si stava addormentando, «oh, scusa Emanuele. . . scusa. . . », cercò di cullarlo di nuovo, «ma quindi, ho capito bene Andrea? Vorresti tenertelo per qualche giorno?», Emanuele cercò di divincolarsi dall'abbraccio di Ilaria, si ricordò di aver fame e, anche per calmarsi, come se l'avesse ricordato in quel momento di essere in braccio alla mamma con ancora il latte, puntò dritto al suo seno, sapeva infatti che una mamma poteva darlo e una no, e sapeva ormai quasi come fare per aprirle la camicia, «un attimo, Emanuele, un attimo. . . », gli disse, aprendosela, non era la prima volta che allattava di fronte a loro, non aveva vergogna. Emanuele si attaccò e si tranquillizzò subito.

«Sì, certo Ilaria, cinque giorni, non tanto. . . direi. . . anche per abituarlo un po' a stare da solo con me. . . », avrebbe voluto aggiungere "senza mamma", ma in realtà lo scopo era anche farlo stare con l'altra mamma, cosa che Ilaria capì e provò a protestare: 

«Sì, Andrea ma. . . », gli sorrise, indicò il bimbo attaccato al seno, «guardami, mica gliel'ho dato io, è lui che lo chiede ancora. . . alla sera e al mattino; è vero che tu lo prendi nel fine settimana però. . . una sera sola il biberon magari può andare bene; qui sarebbero. . . quattro notti, vero?»

«Ilaria, certo. . . », intervenne Silvia con un tono gentile, ma fermo, «sono appunto solo quattro notti, ma ce la caviamo; non credo che Emanuele sentirà così tanto la mancanza del tuo seno; lo fa anche per calmarsi, non tanto per mangiare, hai visto prima? Si stava per addormentare senza, poi. . . certo, sa che c'è e lo chiede, ma può farne a meno; con me dorme senza chiedere nulla, al massimo gli do un po' di camomilla, ormai. . . ha quasi quattordici mesi, è ora di svezzarlo del tutto, non trovi?» 

«Certo ma. . . », Ilaria si sentì un poco in trappola, non seppe ribattere a nessuno dei due, «forse dovrei chiedere a. . . », le venne in mente Luigi, o anche Marco, nell'accordo che aveva firmato non c'era regolato il tempo di vacanza, ma poi pensò di non disturbarlo per così poco; forse, pensandoci meglio, la richiesta di Andrea era ragionevole, era meno di una settimana.

«Vuoi chiedere a tuo fratello, prima?», la prevenne Andrea, indicò l'apparecchio, «se vuoi. . . non c'è problema, fai pure, telefonagli.»

 «No. . . », Ilaria pensò che in quel momento Marco fosse con Anna, non voleva disturbarlo, per cosa poi?, per un figlio non suo? Poteva decidere lei, «va bene così Andrea. D'accordo, io. . . credo che Emanuele starà bene con voi.»

«Del resto, Ilaria. . . », Silvia intervenne, «ad agosto non andrai come sempre due settimane giù?»

«Sì, hai ragione, Silvia, dovrei andarci con la mia collega.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now