Capitolo 42 (I). Il fidanzamento

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Anna e la sua famiglia traslocarono in villa il fine settimana di inizio estate, il 20 giugno, e, la domenica successiva, il 28, fu fissata la festa di fidanzamento con Marco; Walter, appena tornato dall'America, come sappiamo, faceva molte battute su quel passo, ma, come tutti i fratelli minori, era anche un poco invidioso della sorella, della festa che i genitori le avrebbero fatto; Sabina, poi, dopo un anno all'estero passato insieme, avrebbe voluto che Walter prendesse spunto da Anna per dichiararsi un poco più seriamente con lei cosa che, per il momento, non si sentì di fare e la loro unione, in quei giorni, passò qualche piccola burrasca. In ogni caso Walter, per non esser da meno della sorella, e tentare di mettere di buon umore Sabina, chiese, e ottenne, il permesso di agganciarsi alla festa di Anna per farne una parallela con Sabina, dal pomeriggio fino a notte, per riunire tutti i loro amici dopo il lungo periodo di studio.

Si preannunciava quindi un giorno intero di festeggiamenti in villa e Franco, per tutta la  settimana, ebbe da fare: telefonò a un servizio di catering per ordinare due diversi buffet, a una  pasticceria per la torta di fidanzamento, a un'agenzia di lavoro temporaneo per prendere cinque  persone per l'aiuto servizio ai tavoli e come lavapiatti. Si prevedevano due buffet perché gli  invitati erano di tipo diverso: era stato deciso che il fidanzamento fosse festeggiato con un  pranzo per lo più in piedi in sala mentre gli amici di Walter e Sabina sarebbero venuti nel  pomeriggio a occupare la terrazza della piscina con un altro buffet di cibi più leggeri e orientati  ai giovani, mentre gli adulti sarebbero potuti rimanere al livello sottostante, in sala  o in giardino, lontani dal caos giovanile che, con gli amici di Walter, era logico prevedere. 

Franco non dovette naturalmente solo telefonare: spolverò il servizio bello di fine porcellana,  lucidò qualche centinaio di posate, spostò mobili e dispose tavoli e sedie nella sala grande,  rispolverandoli dopo la pausa invernale; Sara e Anna lo aiutarono, specialmente la prima, con  più tempo libero, sempre timorosa, ma non più ostile. Anna aveva poi evitato di parlare con la  madre riguardo a Don Benedetto e al suo intromettersi nel matrimonio rivelando l'amore fra i  due fratelli; per quanto arrabbiata quel giorno quando Marco gliel'aveva detto, il suo giudizio —  unito anche al buon senso di Marco — l'aveva dissuasa dall'assalire la madre a meno di due settimane dal fidanzamento ufficiale, ma si era promessa di farlo una volta finita la festa.

Anna non volle litigare con la madre anche perché c'era  molto da fare: studiò il pranzo, sia come  menù, sia come  disposizione di tavoli e sedie, si era organizzata con gli  esami e i turni in corsia  per avere una settimana quasi di  libertà da medicina e passò quei giorni a dare disposizioni  a  Franco e aiutare; fu sua l'idea di non fare un pranzo totalmente seduti o, meglio, di non mettere  sedie per  tutti:  non voleva una festa troppo formale: immaginava  che  Marco si sarebbe  imbarazzato ad avere un tavolo solo  per  loro due al fondo della sala, sotto gli sguardi di tutti;  già  avrebbe avuto quella incombenza al matrimonio,  voleva risparmiargliela per il fidanzamento.  Chi avrebbe  voluto,  per piacere o età, come i suoi nonni veneti,  avrebbe avuto  sedie e tavoli a  disposizione, ma per gli altri ci sarebbe stata  la libertà di passeggiare in giardino  informalmente  con il  piatto in mano: a fine giugno  sarebbe stato bello poter fare  due parole seduti sul  muretto o  su una delle numerose  sdraio che Franco  avrebbe allestito sotto il filare degli ulivi di  fronte  casa  piuttosto che star seduti a parlare del tempo  al vicino di  tavolo.

Anna aveva già l'anello, la decisione era stata già presa da mesi e si era aspettato solo l'arrivo di Walter dall'America, anche per questo motivo non voleva una festa troppo formale: era un passaggio che faceva perché sentiva parte del suo cammino verso il matrimonio; le faceva piacere e faceva piacere ai suoi genitori, ma lo scopo era solo comunicare la gioia per l'evento non imminente, ma ormai certo, del loro matrimonio — e la sua data, appunto, l'otto luglio del 2000 —, mangiare una fetta di torta, brindare con tutti, distribuire un po'di confetti verdi per l'occasione e dare l'arrivederci alla festa successiva, ben più in grande stile. Per l'occasione aveva comunque fatto stampare un biglietto d'auguri che diceva:

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora