Capitolo 47 (II). Anna dottoressa

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«È anche vero che ultimamente tua figlia cerca di non farsi mai trovare in casa se non ha il figlio e se c'è Marco. . . forse ha capito che può essere pericoloso.»

«Irene. . . è inutile che ci illudiamo: io gliel'ho detto a mia figlia: l'unico modo per evitare un guaio è che lei venga al sud e si stacchi definitivamente da Marco e da Andrea, ma su questo non ci vuole sentire. Se accade non dirmi che non ti ho avvertito; se lei lo vuole se lo prenderà, sicuro come il sole domani.»

«Che situazione e io speravo si sistemasse tutto. . . », Irene disse seria, però poi le sorrise, «scusa Maria, non è che voglia dare la colpa a te o a tua figlia; se mio figlio si è innamorato di tua figlia la colpa è anche sua, sapeva che era sua sorella fin da quando aveva diciott'anni. Non lo capisco proprio Marco: ha una fidanzata d'oro, due futuri suoceri che l'adorano, eppure. . . ama ancora Ilaria. . . e tua figlia, a parte chiamarlo "Marco mio", non fa nulla per tenerlo legato a sé, è lui stesso che le continua a ronzare intorno.»

«Non capisco questa Anna, perché sta ancora con Marco? Perché non lo lascia? E se lo sposa pure anche se è ovvio che i due fratelli si amino ancora?»

«Non lo so Maria; io Anna la conosco ma non so tutto, sai, poi Marco con me è una tomba. Ho capito che è molto buona, questo sì, un po' come me che tenevo Antonio come marito anche se mi tradiva con te.»

«Sì, ma tu eri sua moglie, c'era un figlio di mezzo. Anna può rifarsi una vita, non è obbligata a stare con tuo figlio, non ha ancora firmato nulla e non ci sono bambini. Non è — scusa eh — che voglia augurarlo, ma a questo punto. . . non sarebbe meglio che Anna e Marco non si sposino?»

«Eh, forse, ma adesso è troppo tardi, credo, per tornare indietro, all'inizio ero dispiaciuta che si fosse lasciato con tua figlia perché li vedevo bene insieme, anche se fratelli; poi è venuta Anna e mi sono lasciata convincere: è tanto buona, ma a volte ho paura di mio figlio, che possa ripetere ciò che ha fatto suo padre; Anna lo ama, non vorrei mai che la facesse soffrire; quando la vedo innamorata che chiama mio figlio "gattino", sento che è quella giusta per lui. . . ma un tempo ero convinta che fosse Ilaria; chi è allora quella giusta per Marco? Anna o Ilaria? Non ci capisco nulla nemmeno io; speriamo di no, Maria, ma può finire molto male questa cosa, anche perché Franco vuole diventare il custode della loro villa. . . »

«E che farai, Irene, se Marco tradisce Anna quando sei custode?»

«Non lo so, Maria. . . spero di no. . . »

***

Nicola telefonò regolarmente sia a Marco che a Ilaria almeno fino ad aprile 1999, e, ogni volta che Ilaria gli diceva di Silvia, di come si continuasse a chiamare "mamma" e di come Emanuele, quando veniva a prenderla, le corresse incontro a braccia aperte, egli quasi si arrabbiava ordinandole di difendersi e che Silvia si stava appropriando di un bambino non suo.

«Cosa devo fare?», a volte aggiungeva, «devo venire su a darle un po' di sberle fino a quando non ragiona? Sei tu Ilaria che gliele devi dare. Ma non puoi andartene da tua madre? Che fai a Genova? Sì, hai Marco, ma il bimbo è tuo, portatelo via, prima che te lo portino via loro.»

Tuttavia Ilaria su questo non cedeva, ringraziava della telefonata, ma diceva che il suo posto era a Genova, perché il padre era lì e non voleva che il figlio crescesse senza; si faceva passare Giulia e stavano anche mezzore a parlare di ricette per distrarsi, tanto Nicola chiamava dal bar e non si preoccupava delle bollette.

Nicola, quando telefonava a Marco, gli diceva di solito:

«Marco, guarda che tua sorella mi preoccupa, e anche tu per la verità non sei da meno. Ho capito che non siete capaci di gestire la cosa, ma Ilaria mi dice che Emanuele chiama "mamma" Silvia. Sì, d'accordo, chiama "mamma" anche Ilaria ma questo non va bene, lo confondete quel bambino! Come crescerà? Insomma. . . devi far qualcosa Marco, hai parlato con Anna? Hai parlato con suo padre?»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora