Capitolo 42 (III). Il fidanzamento

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Scese e andò a riprendersi Emanuele, ma Marco non lo aveva più perché — impegnato con amici e parenti per fare due chiacchiere nell'attesa — lo aveva lasciato ai genitori di Anna; Ilaria li trovò in giardino mentre lo tenevano per mano da entrambi i lati e lo facevano sgambettare sul prato a piedi nudi; Luigi, quando era ancora a pochi metri di distanza, le chiese:

«Allora, Ilaria, tutto bene con Anna? È pronta per scendere? L'aspettiamo tutti. . . »

Ilaria non fece in tempo a rispondere che Emanuele, appena la vide vicina, si eccitò sgambettando sul posto.

«Amore di mamma, vuoi venire?», disse, chinandosi per prenderlo e allargando le braccia. Emanuele, tutto eccitato, gridò, si lasciò andare dalle mani di Luigi e Sara e tentò di fare quei pochi passi; ciondolando un poco arrivò a metà strada e cadde poi sull'erba, facendo un'espressione delusa, ma il riso della mamma e delle persone attorno fu contagioso e anch'egli batté le mani sentendosi al centro dell'attenzione. Ilaria si alzò, gli andò vicino e lo prese in braccio. 

«Sì, signor Luigi, buongiorno signora», disse, ancora sorridendo, «Anna è pronta, voleva solo truccarsi, scenderà tra poco. . .» si rivolse al bimbo, «amore, ma quanti progressi facciamo!», gli diede un bacio, «avete visto come cammina?»

«Ciao Ilaria. . . », Sara sorrise, «aspetta a gioire, da questo momento non si fermerà più, sono tremendi a questa età. . .»

«Emanuele è cambiato molto dall'ultima volta. Anche Walter era così attivo, Anna fu più pigra, vero Sara? Camminò quasi a un anno e tre mesi. . . »

«Luigi, ma sai. . . Anna era anche gracile, da piccola aveva poca forza nelle gambe, si vede che i maschi sono più attivi. Comunque Ilaria, ti vedo veramente bene con il bambino, siete bellissimi tutte e due, anche tu. L'hai fatto sempre tu il vestito?», le andò vicino, le toccò la stoffa, «ma che bella questa gonna a pieghe, e questa fantasia di colori, è perfetta sulla tua pelle», fece un'espressione un poco sognante: «un giorno ti chiederò di farmi qualcosa, prima di invecchiare voglio ancora avere la possibilità di indossare un abito così, anche solo per prova. Tu che dici Luigi? Ce la posso ancora fare?»

Luigi si trovò in imbarazzo di fronte alla bellezza di Ilaria immaginando la moglie in quel vestito, non ce la vedeva più, però disse educatamente:

«Certo Sara, perché no? Hai ancora una bella figura, perché devi sempre coprirla con pantaloni larghi e casacche? Te lo puoi ancora permettere un vestito così bello.»

Sara gli sorrise e poi: «ah, Ilaria, non ci badare, gli uomini. . . quando chiedi se sei ingrassata darebbero dieci anni di vita per evitare di rispondere. Però grazie caro. . . », gli diede un bacio sulla guancia, tenendogli la mano, «apprezzo il tentativo che hai fatto per tirarmi su, anche se il confronto con lei è impari. Comunque sei bellissima, Ilaria, davvero, e te lo dice una donna molto critica con sé stessa e le altre, quindi credici. E te lo direbbe anche mio marito, solo che fa il cavaliere e lo pensa solamente di fronte a me, ma se potesse parlare liberamente io so cosa ti direbbe. . . » 

Luigi fece un gesto con la mano un poco evasivo, «oh, sì. . . Sara. . . ma è solo un'ammirazione estetica. . . », sorrise perché la moglie aveva indovinato e fece l'occhiolino a Ilaria che un poco arrossì:

«Grazie signora Sara del complimento», le disse, «cucire è stata sempre la mia passione, adesso è anche il mio lavoro. . . comunque. . . se vuole, un abito di certo glielo cucio volentieri: scelga la stoffa e il modello e poi le prendo le misure. . . », volle continuare ma Emanuele in braccio cominciò ad agitarsi, «amore. . . vuoi già scendere?»

Emanuele voleva di nuovo sgambettare perché aveva visto dei palloncini verdi portati da Franco per legarli ai tavoli ed era curioso di andare; «oh. . . ma cosa c'è? Vuoi i palloncini? Andiamo a chiederne uno a Franco?», lo mise a terra, lo prese per mano e cominciarono a camminare fin là; Emanuele, a gambe larghe per il pannolino, faceva del suo meglio ma, tenuto per mano, era già abbastanza stabile.

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora