Capitolo 45 (I). Andrea e la sua famiglia

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Anche a Ilaria Nicola fece una buona impressione: si vedeva che era un uomo buono; di lui sapeva solo ciò che Silvia le aveva raccontato, del loro matrimonio e dei loro tentativi culminati nella morte di Emanuele; così come Andrea e Marco anche egli aveva vissuto una tragedia che gli aveva lasciato una cicatrice dalla quale si sentiva attratta; non le faceva paura come Silvia, perché egli non dava motivo di credere che si sarebbe voluto prendere il suo Emanuele per compensazione: appena aveva visto il suo bambino si era complimentato con lei in modo sincero ma, man mano che lo vedeva giocare con la figlia, continuava a lodarla per come lo stava educando: buono e per nulla capriccioso.

«Signor Nicola, grazie dei complimenti; io cerco di crescerlo con il cuore.»

«Lo si vede Ilaria, lo si vede proprio.»

Dopo poco Andrea si alzò e disse: «Ilaria davvero, scusa se andiamo, ma dobbiamo andare fino a Camogli. Lasciaci andare, ho prenotato per l'una, altrimenti ci aspettano.»

Cominciarono a salutarsi. Però Ilaria ebbe un'idea e quando salutò Giulia le disse: «signora, perché non venite domani da me a pranzo se non avete altri impegni? Ho saputo che siete in albergo, Silvia e Andrea si devono preparare per lunedì per il matrimonio. . . invece di mangiare al ristorante, io sono qui, sola, Emanuele è con il papà, fatemi questo onore. Mi rendereste felice», le prese le mani. Giulia si commosse, «Ilaria grazie. . . grazie tante. . . », guardò il marito che fece un cenno affermativo dicendole: «forse c'è Luigi, ma. . . »; «ecco, Ilaria», continuò Giulia, «forse Nicola domani voleva portarci a trovare un suo amico, il suo ex socio del bar. . . ma. . . », «ma. . . su di lui non si può fare affidamento» precisò Nicola alzando le spalle, «magari si è pure dimenticato. . . », «non sappiamo se è a Genova, se no. . . saremmo felici di venire da te. . . solo magari ti telefoniamo stasera per confermarti.»

«Grazie! grazie. . . », disse Ilaria commossa, tenendole sempre le mani.

«Però. . . », disse Giulia guardando Nicola, «a una condizione: non devi lavorare troppo, ho visto che sai cucinare bene ma una pastasciutta e basta: siamo persone semplici, non stare a fare cose complicate. Nico. . . ce l'hai dietro il telefono?», Nicola estrasse il suo cellulare dalla tasca, «prendi il numero di Ilaria», Nicola non era molto capace a usarlo, «fai tu, io. . . meno lo uso e meglio è. . . », lo diede a Giulia che inserì in rubrica il numero che Ilaria le diede; dopodiché si salutarono.

***

Almeno per quanto riguarda il cibo e il tempo tutto andò bene: passarono il pomeriggio in veranda in un ristorante a Camogli proprio di fronte al mare; i bambini poterono anche fare due passi sulla spiaggia in mezzo alle barche dei pescatori con un adulto sempre dietro a osservare il piccolo che avrebbe toccato e messo in bocca qualunque cosa; era una giornata quasi di primavera malgrado si fosse a due giorni dal solstizio d'inverno. Silvia, senza alcun freno, si chiamò "mamma" di Emanuele per tutto il tempo; Giulia guardava varie volte il marito come per chiedergli spiegazioni, ma non ebbero modo di avere un momento da soli per parlare fino alla sera in albergo, e Nicola, discretamente, faceva solo gesti, colpi sotto il tavolo e mezze frasi per dirle: «assecondala, poi ti spiego stasera»

Una volta in albergo andarono direttamente in camera; tra la seconda colazione offerta da Ilaria e il ristorante da Andrea non c'era più spazio per una cena; Giulia era proprio curiosa delle spiegazioni del marito: fece un veloce bagno alla figlia e le mise il pigiama, erano solo le otto e venti ma aveva corso tutto il giorno e si vedeva che era stanca, non protestò neppure. Prese il telecomando dal marito che si stava guardando una sintesi della gara di sci in Germania per mettere il canale dei cartoni serali che di solito sua figlia vedeva e poi la mise a letto insieme al suo inseparabile orsacchiotto Poppi — il nome lo aveva scelto Gaia — che si era portata da Palermo — i genitori avevano controllato almeno tre volte che fosse in valigia —; Nicola le diede la buonanotte e anche Giulia le disse:

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now