Capitolo 44 (VII). Una tomba vuota

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«Davvero, don, anche con Marco?», Anna prese i primi già timbrati per bimbi piccoli e li andò a portare nella libreria in basso.

«Sì, certo, anche con lui. . . », il don continuò a timbrare con un ritmo tranquillo, come se non volesse che il lavoro finisse subito, «è stata una piacevole sorpresa parlargli in pubblico e sentire le sue opinioni: credo che il tuo fidanzato dia una migliore impressione dopo che lo metti a suo agio. All'inizio è un po'. . . schivo, come se avesse qualcosa da nascondere, ma poi si apre e capisci che è proprio fatto così.»

«Oh, meno male, don, sono contenta che l'abbia capito. . . », si voltò, gli sorrise, mise gli ultimi libri nello scaffale, ritornò a prenderne altri, «Marco come prima impressione a volte. . . rende poco, perché non fa valere ciò che vale, è timido. Ma è molto intelligente.»

«Oh, per essere intelligente. . . », il don si era incuriosito per un libro di fumetti western e lo stava sfogliando, aveva posato il timbro, sembrava distratto ma continuò a dire: «direi che non c'è dubbio. . . ti sei scelta un fidanzato con un intelletto eccezionale. . . », continuava a sfogliare le pagine, si soffermò su una tavola in cui l'eroe con la stella da ranger, disegnato quasi a pagina intera, messo all'angolo, ferito da una freccia alla spalla, con una smorfia di dolore, cercava di rispondere al fuoco con la sua colt, «tuttavia. . . io non tralascerei di considerare anche le sue. . . debolezze», poggiò il libro sul tavolo, in piedi, con la pagina verso di lei.

«"Debolezze". . . », Anna aveva preso un altro po' di libri per bambini, era accucciata per metterli a posto, si voltò verso di lui, «cosa intende, don, con questa parola?»

«Questo. . . », il don le indicò l'eroe, «le debolezze dovute a ferite antiche. Io. . . non vorrei che tu abbia preso Marco come una specie di missione: non è che tu, come medico, debba fare la moglie di un malato», poggiò il libro, «nessuno te lo obbliga. . . »

«Don, non credo che Marco sia malato, è solo stato molto ferito in passato. . . », finì di mettere a posto i libri che aveva preso, andò al tavolo, indicò l'eroe; «ha sofferto, ben più che per una freccia. Sa cos'è il dolore, l'ha provato sulla sua pelle da bambino; non dico che sia l'unico o il peggiore, certo. . . », prese altri libri per bambini, gli ultimi, andò alla libreria, si chinò, «ci sono bambini in Africa, Asia in condizioni disumane, bambini soldato, denutriti, schiavizzati, venduti . . . ovvio, non parlo di Marco in confronto a quelli, è un discorso relativo a dove Marco viveva, nel suo presente: a Genova, nel ventesimo secolo. . . », finì di mettere a posto i libri che aveva, ritornò al tavolo, prese quelli per ragazzi più grandi, «Marco a quattro anni ha passato cose che noi — per fortuna — guardiamo solo in TV e pensiamo che siano inventate; no, purtroppo, ci sono bambini che le vivono; lui ha vissuto l'inferno e ne è uscito; non solo vivo, ma buono.»

«Però le persone ferite, Anna, possono ferire a loro volta, come questo eroe che si difende», il don poi chiuse il libro di fumetti, lo mise nella pila "8-12". Si appoggiò le mani sul ventre tamburellando i polpastrelli, socchiuse gli occhi, «è una legge in psicologia; forse questo non lo sai vero?»

«Non lo sapevo, ma è ragionevole. . . », Anna sorrise, «certo, non con una pistola. . . », tornò al tavolo, la prima scatola era sistemata, cominciò a prendere i libri dalla seconda, «in ogni caso la ferita di Marco è una ferita che io conosco: è la ferita dell'abbandono; io. . . non abbandonerò mai Marco e so che lui non mi abbandonerà mai

«E lui non abbandonerà mai neppure sua sorella, per gli stessi motivi: perché non è capace di staccarsene, perché lei — prima di te — gli ha curato la ferita. . . », il don la guardò, calmo, incrociò le braccia sul tavolo, «e lei non si staccherà da lui, per un motivo ancora più profondo del tuo: perché si sente responsabile per essere nata causando quell'abbandono; lo sai questo, vero?»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora