Capitolo 42 (XV). Il fidanzamento

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«Io? Esagero? Ma non mi dire. . . », Giorgio divenne serio, lo guardò teso, spalancò le mani: «avete pianto tutti in sala per i sacrifici fatti da Irene con un marito alcolizzato e violento per crescere Marco», gli fece il gesto di una cosa minima chiudendo la mano tra pollice e indice, «e non pensate a questo minimo sacrificio che Ilaria avrebbe dovuto fare per suo figlio? Dargli una famiglia! Le costava tanto? E non mi puoi paragonare Andrea al papà di Marco, per favore! È mio figlio, certo, lo difendo, ma ha un buon cuore e ha voluto fin da subito adoperarsi affinché Ilaria non fosse sola. E, parlando di lavoro, subito si è affrettato a laurearsi e ora da settembre insegnerà italiano. Poteva sposarlo e basta. l'amour. . . l'amour. . . , vi riempite la bocca con questa parola. Sacrificio! L'amore sarebbe venuto dopo, con il tempo.» 

«Ah, ecco la tua verità che salta fuori!», Luigi si rilassò sulla sedia, «ma che bravo! Sacrifici, anche tu ti riempi la bocca con questa parola, ma non è questo Giorgio, l'ho capito: lascia perdere i bei discorsi di "Dio, Patria, Famiglia": tu te la sei legata al dito perché ha rifiutato tuo figlio, non tanto perché ami Marco. Lei ama Marco, ha scelto così per crescere il suo bambino, vuole far la mamma da sola, aver la libertà di stare vicino a lui, hanno un loro equilibrio di fratelli che si amano, lasciali in pace. Ti sta crescendo il nipote bene e senza quasi chiederti nulla, dovresti ringraziarla.»

«Perfetto Luigi, mi congratulo», gli batté le mani davanti al viso, «oh, certo, le costava così tanto: avrebbe soltanto dovuto rinunciare al "Marco suo" per dare una famiglia a Emanuele. "Signorina, perché non ha dato una famiglia a suo figlio?", "Ah no, Troppo sacrificio, troppa rinuncia, piuttosto cresco un figlio da sola, senza un padre vicino, ma continuo ad amare mio fratello; platonicamente, intendiamoci"», Giorgio continuò a battere le mani, lentamente, come in una moviola, «che bel discorso, che bei propositi! Immagina questa risposta detta da Ilaria a un giudice. È questa una buona madre? Mah, che mondo. . . », scosse la testa, poggiò la pipa, ormai esaurita, sul tavolinetto in mezzo alle sdraio, «e tu la difendi pure. . . » 

«Sì, Giorgio, la difendo, certo!», Luigi suo malgrado alzò di poco la voce, «e non perché mi viene il tornaconto, come dici tu, ma perché non ha fatto nulla di male! È una mamma che vuole solo essere lasciata in pace, punto. Non lo ama tuo figlio, è inutile che insisti. I matrimoni combinati o riparatori sono roba da Medio Evo, aggiornati Giorgio.»

«Certo, Luigi, mi devo io aggiornare! Ah! Ah! Ah! Io!», Giorgio cominciò a ridere di gusto, gli pose una mano sulla spalla, «ah! ah! Non ridevo più così da tempo! Luigi, oggi sei proprio uno spasso!», l'avvocato rise ancora per un mezzo minuto, si tolse gli occhiali, si prese un fazzoletto, aveva lacrimato per il troppo ridere e si asciugò, «ah, Luigi, beata ingenuità. . . quindi sarei io che mi devo aggiornare e non quei parrucconi dei giudici che emettono le sentenze? Luigi! Ma dai! Non sai proprio come funziona un tribunale?», Giorgio sfoderò il suo più smagliante sorriso, rimise il fazzoletto in tasca e gli occhiali sul naso, aprì le braccia in segno di umiltà: «noi poveri avvocati ci adeguiamo a quello che pensano i giudici, non il contrario! E i giudici, caro mio. . . », lo guardò serio, «non sono così "avanti", come credi tu, specie in materia di diritto di famiglia. Non dimenticare che siamo un paese in maggioranza cattolico, tradizionale», Giorgio prese uno scovolino dalla tasca e cominciò a svuotare la pipa nel posacenere sul tavolino, con i suoi soliti gesti misurati, «un giudice non vedrebbe di buon occhio Ilaria, te lo dico io, o. . . oggigiorno. . . contano di più le basse e vili passioni rispetto al pensiero di fare del bene disinteressato al proprio bambino?», la batté sul bordo del posacenere, ci soffiò, Luigi lo ascoltava attento, ma per la prima volta comprese che Giorgio era veramente in una posizione di forza, «cosa mi dici di questo? Perché questo, e solo questo, un giudice guarderebbe, Luigi, solo gli interessi di Emanuele, non della madre biologica, non di Andrea, non di Silvia, dov'è la famiglia che Ilaria gli avrebbe dovuto dare appena saputo di essere incinta fuori da una relazione sapendo che il padre era non solo consenziente ma con insistenza ha continuato a chiederglielo per tutta la gravidanza e oltre, fino a proporsi il giorno del battesimo?», lo guardò con un sorriso un poco beffardo, osservò l'interno della pipa, alzò gli occhi, «eh? che mi dici di questo? La famiglia, Luigi, la famiglia; i giudici guardano questo, nient'altro.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Where stories live. Discover now