Capitolo 62

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Da oggi abbiamo ripreso gli allenamenti nella nostra palestra. Devo ammettere che mi sono mancanti davvero tanto i casinisti, ma in particolare mi è mancata avere tra i piedi una persona in particolare.

Mentre sono sulla porta, il mio sguardo viene catturato come una calamita da due occhi che mi fanno emozionare ogni volta che li vedo. Non ci siamo dati un etichetta, perchè fondamentalmente entrambi siamo fatti così, viviamo quello che viene, senza schemi predefiniti.

In questo ultimo periodo ho subito una profonda trasformazione. Prima tutto era un'alternanza di bianco e nero nella mia vita, senza spazio per le sfumature. Ma da quando ho incontrato il mio personale terremoto, ho compreso quanto le sfumature siano meravigliose.

Appoggiato alla mia macchina mi sorride, e il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

Quando sono abbastanza vicina, mi dice «Ciao Honey». Io gli rispondo con un semplice «Speed». Perchè fondamentalmente noi due siamo fatti così sempre in lotta l'uno contro l'altro.

«Aspettami qui» mi dice all'improvviso. Fisso il suo volto mentre si allontana verso l'auto, la mente piena di domande irrisolte. Ma poco dopo ritorna, e nelle sue mani tiene una misteriosa scatolina nera. Mi guarda con un sorriso enigmatico e dice «Pensi di continuare a fissarla o hai intenzione di vedere cosa c'è dentro?».

La mia curiosità è incontenibile, così prendo la scatolina tra le mani e la apro con delicatezza. Osservo l'interno e lì , come una sorpresa che risveglia i ricordi, trovo una cavigliera in acciaio rossa, identica a quella che indossavo da bambina. I suoi minuscoli anelli intrecciati brillano alla luce, evocando una cascata di emozioni.

Quella cavigliera, la stessa che dopo aver letto la storia della leggenda del filo rosso, rappresentava per me il mio destino intrecciato. Ricordo le lunghe serate in cui credevo fermamente che il suo simbolismo rappresentasse il mio legame speciale con il mondo. Indossarla mi faceva sentire connessa a qualcosa di più grande, di misterioso.

Ora la guardo con occhi sgranati, lasciando che la meraviglia si mescoli alla confusione. In un istante di chiarezza, riesco appena a balbettare: "Come...?"

Lui, con uno sguardo tenero e complice, mi osserva amorevolmente e spiega "Ho notato che nelle foto che hai in camera indossi una cavigliera simile, ma non ti ho mai vista metterla da quando ti conosco. E poi, volevo che tu avessi qualcosa di speciale, un regalo fatto da me

Un'onda di emozioni mi travolge: stupore, tenerezza e un senso di vulnerabilità. Quel gesto semplice ma significativo mi tocca nel profondo. Sento l'esigenza di condividere con lui anche l'ultimo tassello del mio trascorso, come se fosse una confessione necessaria.
«Quella cavigliera che hai visto nelle foto, rappresentava il mio filo rosso del destino. Da bambina avevo letto la leggenda giapponese e ci credevo con tutto il cuore. Pensavo che quella cavigliera fosse il mio simbolo tangibile di quel legame eterno. Ma dopo tutto quello che ho passato con il mio ex, ho deciso di toglierla. L'esperienza di una relazione tormentata e dolorosa ha eroso la mia fiducia in quel filo rosso del destino che tanto avevo amato e in cui avevo creduto. Mi sentivo come se quel legame avesse tradito le mie speranze e le mie aspettative. Così, un giorno, ho deciso di rimuovere la cavigliera, come un gesto di liberazione da un passato che aveva spezzato le mie illusioni. Era una scelta simbolica, ma significava il mio distacco da quel credo che aveva segnato gran parte della mia vita. Avevo smesso di credere che esistesse un destino che legasse le persone».

Lo guardo con un misto di curiosità e apprensione, osservando l'espressione interrogativa che si dipinge sul suo volto. Le sue sopracciglia si stringono leggermente mentre cerca di decifrare le parole appena pronunciate. Poi, come una folata di vento improvvisa, irrompe con una domanda tagliente "Hai detto 'avevi'?!".

L'atmosfera si carica di tensione mentre si avvicina a me con passo fermo, il suo sguardo penetrante che sembra scrutare l'anima. Le sue labbra si avvicinano alle mie con lentezza, quasi timidamente, e mi chiede con un sussurro che riecheggia nel silenzio circostante "E ora, a cosa credi?".

Un momento di incertezza pervade l'aria, e il mio sguardo si fa intenso, sfidante. Con una fitta nel petto, rispondo con un sorriso enigmatico e una nota di audacia nella voce "Pensi che abbia un motivo valido per cambiare idea?".

Le sue iridi, profonde e magnetiche, rimangono incollate alle mie, un silenzio pregnante ci avvolge, alimentando il fuoco dell'attrazione reciproca. Poi, senza distogliere lo sguardo, mi indica con uno sussurro carico di mistero "Guarda meglio quella cavigliera".

La mia attenzione si focalizza sulla cavigliera, e solo allora, come se fosse un segreto, noto un dettaglio che mi era sfuggito: una piccola farfalla blu forma la chiusura.

Le sue mani, calde e tremanti leggermente, raggiungono il mio viso, sfiorandolo con dolcezza. La sua bocca si avvicina alla mia, avvertendo la loro vicinanza come una promessa inconfondibile.

Le parole emergono a malapena tra i nostri sospiri con un'eleganza struggente "Non so se sia un motivo valido o meno, ma tu sei il mio effetto farfalla".

Il mio cuore accelera in modo forsennato, i battiti risuonano come un tamburo inebriante nelle mie orecchie. In quel momento, tutto sembra fermarsi, lasciando spazio solo a noi e al nostro incontro destinato. Capisco, senza ombra di dubbio, che non bisogna mai smettere di credere nel potere del destino, poiché è proprio in quegli istanti che l'amore si materializza e diventa tangibile.

Ci abbandoniamo all'intensità del momento, il bacio che ci unisce diventa un turbine di emozioni, un crescendo di desiderio e tenerezza. Mentre riprendiamo fiato, le mie labbra si separano appena dalle sue e gli confido, con voce vibrante e carica di una determinazione irrefrenabile "Credo che il mio filo rosso abbia attraversato tempeste e ostacoli, ma alla fine si è scontrato con un terremoto. Ma penso che ne valga la pena".

Battito D'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora