Capitolo 26.2

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L'episodio dell'altro giorno è stato solo un momento di debolezza, una breve caduta che ancora mi riecheggia nella mente. Nonostante ciò, le nostre vite sono tornate alla normalità, o almeno è ciò che sembra in superficie. Durante gli allenamenti, continuiamo a scontrarci, senza lasciar passare l'occasione per irritarci reciprocamente. Siamo maestri nell'arte di far perdere le staffe all'altro. Eppure, nonostante il nostro costante conflitto, nessuno di noi ha mai condiviso un singolo pensiero con qualcuno. E sinceramente, preferisco che rimanga così. Dopotutto, i suoi gusti e le mie preferenze sono agli antipodi. A lui piacciono le cosiddette 'ragazze da copertina': quelle classiche bellezze alte e super magre, sempre impeccabili nell'aspetto e vestite di tutto punto.

Ogni sera, all'uscita dal palazzetto, mi viene sbattuta in faccia la cruda realtà. Gruppi di groupies si avventano su di loro, seminude o poco vestite, cercando disperatamente un autografo o un semplice sguardo d'attenzione. È una scena surreale, mentre io faccio del mio meglio per trattenere Nora, che rischia di fare una strage tra quelle ragazze invadenti.

Ma oggi è diverso, l'ho sognato. Mi sveglio trovandomi immersa in una pozza di sudore freddo. Cerco di alzarmi, ma la testa inizia a pulsare di un dolore insistente. Con grande fatica e incerta sulla mia stabilità, raggiungo il bagno. Appena poso lo sguardo nello specchio, mi rendo subito conto di avere la febbre alta. Il riflesso pallido e affaticato che mi guarda conferma il mio stato di malessere. Mi bagno i polsi con acqua fresca nella speranza di trovare sollievo, e nel cassetto trovo l'antipiretico che cerco. Non ho nessuna intenzione di saltare gli allenamenti, non posso permettermelo.

Siamo ormai giunti alla fase finale dell'anno, e il grande giorno si avvicina con passi decisi. Non posso permettermi alcun intoppo. Con pazienza, attendo che la medicina faccia effetto. Prendo il mio fedele borsone e con passo deciso mi avvio verso la palestra, determinata a superare ogni ostacolo che si frappone tra me e il mio obiettivo.

L'allenamento di oggi è veramente un tour de force a livello sia fisico che mentale. Alessandro, il nostro allenatore, ha deciso che faremo una simulazione di gara, mettendoci alla prova. Per questo motivo, è stato chiesto ai ragazzi di fare attenzione e di cercare di evitare che qualche palla finisca "accidentalmente" addosso a noi durante gli esercizi.

Salgo per prima in pedana, conscia che non sono nel pieno delle mie capacità, ma determinata a completare l'esercizio senza troppi errori e imperfezioni. Mi concentro sul movimento, cercando di controllare ogni passo e ogni gesto. Nonostante le difficoltà, riesco a superare la prova.

Ma la parte peggiore arriva dopo. La mia testa sembra pronta ad esplodere. La febbre mi rende le cose ancora più difficili. Devo aspettare la fine di tutte le rotazioni prima di poter completare il mio esercizio al volteggio. Mentre Nora, esegue il suo esercizio alla trave, decido di approfittare di quei momenti per andare allo spogliatoio e prendere la borraccia.

Ogni passo che faccio sembra un'agonia. La febbre mi ha debilitato e mi sento fragile. Notando alcuni ragazzi fermarsi per osservare, il cuore mi si stringe. Vicino all'uscita, intravedo una ragazza che bacia Tommaso. Distolgo lo sguardo immediatamente, ma la scena mi ferisce come una pugnalata al petto. "Sicuramente è colpa della febbre," penso per cercare di giustificare il mio turbamento.

Appena mi ritrovo da sola nello spogliatoio, appoggio le mani sulla panca e faccio dei respiri profondi. Cerco di raccogliere le mie energie e prendo un sorso d'acqua fresca. Tocco le guance, sentendole bruciare, ma non posso permettermi di mollare. Devo ritornare in pista e dare il massimo.

Mentre mi dirigo verso la porta per tornare nella sala, mi scontro con qualcosa di duro. Massaggio la testa e mi accorgo che si tratta di lui, Tommaso.

«Che cosa ci fai qui?» dico in modo acido, cercando di nascondere la delusione e la confusione che provo.

«Mi stavo chiedendo la stessa cosa. Non dovresti essere di là?» mi chiede, guardando verso la pedana.

Battito D'aliWhere stories live. Discover now