Capitolo 51.2

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La doccia scorre, l'acqua cadendo lungo il mio corpo è un flebile tentativo di lenire il dolore. Dolori che mi travolgono da ogni parte, un preludio al giorno tanto temuto della gara imminente. Ma non è solo il fisico a essere affaticato; la mia mente è un turbine di pensieri che si rincorrono senza sosta. È in quei momenti che la paura mi avvolge come un abito stretto. Paura di fallire ancora, di dover affrontare le mie lacune, di non essere abbastanza concentrato o di sottovalutare qualcosa di cruciale. Il ricordo di quel momento atroce in cui tutto è crollato ritorna implacabile, pronto a tormentarmi ogni volta che mi trovo di fronte a una sfida. Un ricordo che brucia, perché mi ricorda che una volta ho fallito, e potrebbe capitare di nuovo.

Con un gesto deciso, chiudo il rubinetto della doccia cercando di scacciare via i pensieri che mi assillano. Avvolgo l'asciugamano intorno al corpo e mi dirigo verso l'armadietto. Ma lì trovo Nora già pronta.

«Non dovevi aspettarmi?» le dico, la sorpresa dipinta sul volto.

«Scusa... Eri sotto la doccia e forse non mi hai sentita. Ho un appuntamento con Mattia. Ci sentiamo domani, va bene?»

La guardo, un'ombra di gelosia si insinua nel mio cuore. Non tanto per Nora, ma per quella premura che Mattia riserva a lei.

«Non preoccuparti. Vai pure, tranquilla. A domani».

Mentre mi saluta, tiro fuori i miei vestiti dall'armadietto e la mia mano si muove istintivamente verso il telefono, nella speranza di trovare un messaggio da lui. Ma, con mio grande dispiacere, non c'è nessuna notifica. Velocemente indosso la biancheria e una maglietta, faccio partire un po' di musica e friziono i capelli con un asciugamano. Concludo di vestirmi, raccolgo le mie cose e con le cuffie nelle orecchie mi avvio verso l'auto.

All'esterno, il cielo si sta oscurando, segno che si sta avvicinando un temporale. Decido di aumentare il passo perché non sono mai stata un'amante della pioggia. Mi avvicino all'auto, ansiosa di mettermi al sicuro, afferro lo sportello con un misto di trepidazione e impazienza, ma per qualche motivo non si apre. Frustrata, appoggio a terra il borsone e inizio a gettare via tutto ciò che mi capita tra le mani, nella speranza di trovare quelle maledette chiavi. Ma niente, nessuna traccia di esse. Appoggio a terra il borsone e inizio a gettare tutto quello che mi capita per terra, ma non riesco a trovare le chiavi da nessuna parte.

Rimango immobile, cercando di ricordare se per qualche motivo le avessi lasciate nello spogliatoio, quando vedo i fari dell'auto illuminarsi. Mi volto e mi ritrovo di fronte a quello sguardo intenso e magnetico che riesce a catturarmi in un modo unico.

«Cercavi queste?» dice, mostrandomi le chiavi con una mano rivolta verso di me.

«Mi spieghi come mai le hai tu?» gli chiedo, incrociando le braccia sul petto. Con un passo deciso, annulla la distanza che ci separa, afferrandomi il mento con la mano libera e avvicinandosi pericolosamente alla mia bocca. I miei occhi fissano i suoi, scrutando ogni dettaglio del suo viso, e sento un brivido corrermi lungo la schiena. «Te l'ho detto, devi chiudere la porta o rischi che qualcuno entri mentre sei nuda», sussurra con un tono di voce che fa tremare le mie gambe. Mi sposto leggermente, quel poco che basta per vedere spuntare il suo sorriso malizioso, capace di scatenare un turbine di emozioni dentro di me.

«Magari lo faccio di proposito», riesco a balbettare, ma le parole muoiono sulle mie labbra quando si abbatte su di me con una passione travolgente.
All'improvviso, un fulmine squarcia il cielo notturno, illuminando l'oscurità con una scintilla feroce. Il tuono che ne segue riecheggia nel silenzio, carico di un suono cupo e fragoroso che fa fremere ogni fibra del mio corpo. In quel momento Tommaso si stacca da me, i suoi occhi fissi nei miei, e mi domanda «Hai paura del temporale?'

Le mie dita si aggrappano alla mia giacca, mentre confesso «Non sono mai stata un'amante dei temporali... Ma forse mi ricordano quanto buio può nascondersi dietro una persona»

Tommaso solleva un sopracciglio, pensieroso.
«Tu guardi il lato sbagliato delle cose», dice con voce morbida, «Se ci pensi bene, senza un temporale non riusciresti mai ad apprezzare appieno i giorni di sole».

Il cielo risponde alle sue parole, trasformando la tensione elettrica in una pioggia improvvisa, che scende con furia dal firmamento. Tommaso afferra la mia mano, stringendola con fermezza, e mi trascina all'interno della mia auto. Siamo entrambi intrisi d'acqua, eppure, nonostante l'inizio di freddo pungente, i nostri sguardi si incrociano e scoppiamo in un'irresistibile risata collettiva.

«Mi devi un appuntamento», proclama tra le risate.
«Solo io e te», aggiunge di fretta, sfiorando le mie labbra con un bacio fugace, prima di scendere in fretta per raggiungere la sua auto.

Appoggio le mani sul volante, mentre il fruscio della pioggia colpisce il tetto dell'auto. Un sorriso giocoso si dipinge sul mio viso, svelando l'eccitazione e l'incertezza che mi permeano.

Noi siamo un bel casino. Io, chiusa tra le mie paure e fragilità, e lui, un'anima ardente che si è fatto strada attraverso l'oscurità e ha riportato la luce nella mia vita. Prima di incontrarlo, credevo di essere io quella sbagliata, e mi ero rassegnata all'idea di rimanere sola. Ma lui, con la sua irresistibile presenza, ha stravolto ogni certezza e ha scritto una nuova storia nella mia esistenza.

Battito D'aliحيث تعيش القصص. اكتشف الآن