Capitolo 48.2

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Il ristorante sorge come un'incantevole fusione tra passato e presente: un vecchio convento ristrutturato, dove maestose travi a vista conferiscono un tocco di autenticità a un ambiente dall'atmosfera rustica e al contempo moderna. Appena attraversiamo la soglia, ci accoglie un'esplosione di emozioni: gli ospiti, che si erano astutamente nascosti nella sala accanto per sorprenderci, si precipitano verso di noi, traboccanti di entusiasmo.

In quel preciso istante, vedo gli occhi di Tommaso illuminarsi in un misto di stupore e gioia, mentre stringe la mia mano cercando risposte che solo il suo sguardo può trasmettermi. Scuoto leggermente la testa e pronuncio con calma «Non devi ringraziarmi, ma Mattia. Sai, quando ha una cosa in testa, è praticamente impossibile fargli cambiare idea».

Nora si avvicina a me con un sorriso complice, passando dolcemente il suo braccio sotto al mio.
«Sai, Adele, penso proprio che ti faccia un gran bene», mi confida con voce sommessa.
«Che cosa?» chiedo, fissandola con uno sguardo curioso e interrogativo.
«Essere con Speed. Lo so che non lo ammetterai facilmente, ma da quando vi siete incontrati, hai subito una trasformazione. Non so come spiegarlo, ma ti vedo aprirti sempre di più, lasciando andare quelle vecchie catene che ti imprigionavano».

Le parole 'meno chiusa in me stessa' risuonano potenti nella mia mente, cercando conferma e riaffermando la verità delle parole di Nora. Speed è riuscito a rompere le barriere che avevo costruito attorno a me, ad infiltrarsi nella mia vita in punta di piedi, ma deciso. Ha raggiunto angoli oscuri del mio cuore che nemmeno io ero riuscita a esplorare. Non sempre le persone che incrociamo nel corso della vita sono destinate a farne parte, ma alcune, come Speed, giungono nel momento giusto per mostrarti lati di te stessa che ignoravi.

Lo osservo mentre scherza e ride con i suoi amici, e improvvisamente mi accorgo che anche io sorrido, un sorriso sincero e appagato, come se in quel preciso istante avessi finalmente trovato un pezzetto di felicità inaspettata.
«Sei proprio una sentimentalista», la rimprovero affettuosamente, trascinandola con me verso il tavolo».

Sfortunatamente per me, gli amici di Tommaso continuano a interrogarmi a turno sul nostro rapporto, desiderosi di scavare nei dettagli più intimi. Ma ho affinato la mia abilità nel schivare le loro domande indiscrete, lasciandoli sempre sconsolati e senza risposte. Alla festa, oltre agli amici, c'è anche la presenza imponente della sua ex, Giulia. Era quasi inevitabile, considerando che si conoscono tutti da una vita. Durante l'intera cena, sento gli occhi di Giulia e delle sue amiche puntati su di me, in un silenzioso tentativo di farmi sentire fuori luogo e sminuire la validità della nostra relazione. Ma oggi non ho alcuna intenzione di farmi trascinare nell'abisso da persone che, a mio parere, non valgono nemmeno una frazione del tempo che impiego a pensare a loro. No, oggi ho deciso di aggrapparmi con forza a quel sorriso che fa battere il mio cuore più forte, un sorriso che non ha mai cercato di plasmarmi, ma si è semplicemente seduto accanto a me cercando di capirmi.

Tra le risate e gli scherzi che animano l'atmosfera, qualcuno inizia a incalzare Tommaso affinché faccia un discorso. Dopo qualche esitazione iniziale, si alza in piedi e si prepara a parlare.

«Ragazzi, come ben sapete, non sono bravo in queste cose... Ma volevo comunque prendere un momento per ringraziarvi per questa splendida serata. Vorrei innanzitutto esprimere la mia gratitudine a quel folle del mio amico e compagno di squadra, Mattia, che mi sopporta da una vita». Alza il bicchiere in segno di saluto e poi aggiunge, con un tono malizioso, «Ma c'è un'altra persona che desidero ringraziare, qualcuno che è entrato nella mia vita in un modo bizzarro».

Mi immobilizzo, sollevando lentamente lo sguardo verso di lui, e scopro che i suoi occhi sono già fissi su di me, colmi di complicità.
«Coloro che mi conoscono bene sanno che nessuna ragazza ha mai avuto il coraggio di sfidarmi... Beh, la verità è che c'è stata un'eccezione. Una delle prime volte che ho cercato di farla cadere ai miei piedi, mi ha letteralmente versato un bicchiere d'acqua in testa».

L'intero gruppo prorompe in risate fragorose, mentre Nora mi guarda interrogativa, desiderosa di saperne di più. Ma in quel momento, sembra che tutto attorno a me si dissolva e che ci siamo solo io e lui.

«Ridete pure, ma è successo davvero. Eviterò di raccontarvi altre situazioni poco piacevoli, perché non abbiamo tutta la notte. Voglio solo ringraziare Honey per aver varcato la soglia della nostra palestra e per aver dimostrato di essere in grado di tenermi testa».

Un boato di fischi si alza nella sala, le mie guance stanno andando a fuoco e vorrei tanto scivolare sotto il tavolo e sparire. Questa me la pagherà... Ma adesso ho bisogno di tenere a tacere quello che mi affolla la testa. Mi allontano, evitando che qualcuno mi segua, entro nel bagno, apro il rubinetto del lavandino e posiziono i polsi sotto il getto d'acqua fredda.

Sono concentrata sul rumore dell'acqua, quando la porta si apre e nel riflesso dello specchio vedo la sua immagine che sovrasta sulla mia figura. Sul volto vedo la sua preoccupazione, così mi volto e dico la prima cosa che mi passa per la testa «Non ti ho ancora dato il regalo». «No ma veramente? Con tutto quello che potevi dire, l'unica cosa che ti viene in mente è questa?».

Con l'espressione più distesa si avvicina e dice «Il regalo più bello sei tu»..
Non c'è dubbio, lui è il mio terremoto... Quel qualcuno che mi fa pensare che in fondo ne valga la pena. Mi avvicino ancora di più a lui e gli sussurro all'orecchio «Voglio dormire con te. Ti voglio».

Battito D'aliWhere stories live. Discover now