Capitolo 1

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Sono sempre stata una bambina che credeva nelle amicizie, nell'amore e nel lieto fine, e per qualche ragione, ero convinta di aver trovato tutto.
Nulla dura per sempre, l'ho scoperto tardi.
La luce calda del sole filtra dalla finestra illuminandomi il viso bagnato dalle lacrime, finalmente insieme alla persona di cui mi fido di piú lascio questo appartamento che mi fa venire in mente ricordi lontani, di quando stavo bene e non lo sapevo. Vado in bagno a lavarmi e vestirmi, poi mi pettino e mi sistemo il viso con un filo di trucco. Prendo la valigia preparata ieri sera e scendo le scale per arrivare in cucina a bere un bicchiere d'acqua, sono le sei del mattino e aspetto che i miei genitori e mia sorella si sveglino per salutarli, passerá di sicuro molto tempo prima che ci rivedremo. Sento dei piccoli passi provenienti da sopra, mia sorella si è svegliata e la sento svegliare anche mamma e papá fin quando non li vedo scendere in cucina per salutarmi.
«Tesoro mio, finalmente il tuo primo viaggio, lo aspettavi da tanto, sei pronta? Ormai sei grande amore e puoi permetterti uno spazio tutto tuo, mi ricordo quando eri piccola e progettavi la tua casa insieme a Joel» mi dice mamma e comincio a piangere per lui, tutti i ricordi piano piano mi ritornano in mente, provocandomi molto dolore, però gli altri pensano che io stia piangendo per il discorso di mamma e mi va bene cosí, non voglio che qualcuno noti il mio dolore. Dopo che mi scende qualche lacrima ci abbracciamo tutti.
«Mamma ha ragione, salutaci Grace» mi dice papá sorridendo.
«Certo, ciao sorellina» sorrido a mia sorella.
«Ciao Madison» e mia sorella mi ricambia il sorriso.
Li guardo tutti per un'ultima volta e esco di casa con qualche lacrima che ancora scende. Chiudo la porta del nostro appartamento e salgo le scale per arrivare al piano superiore dalla mia migliore amica Grace. Busso alla porta e mi apre Ilary, con un'espressione molto infastidita.
«Ciao Madison, veloci che non voglio vedere Grace e quell'essere che ha dentro di lei un minuto di piú»
«Ok» le rispondo molto freddamente, e poi entro in casa andando in camera della mia amica, busso e lei mi apre la porta.
Mi abbraccia subito e noto che insieme a lei c'è anche suo fratello Nathan, che adoro in tutti i modi possibili, è il mio bimbo preferito.
«Ciao amori miei come state?» li saluto rivolgendomi a tutti e due, anzi tre.
«Tutto bene, anche se non vedo l'ora di andarmene via, e ho anche una bella notizia, ovvero che Nathan viene con noi in California» e il bimbo sorride a quelle parole
«Davvero? Sono troppo contenta, vieni e fatti dare un abbraccio dalla tua amica preferita!» dico sorridendo a Nathan e dandogli un grandissimo abbraccio, poi ne do un altro a Grace.
«Allora, siete tutti pronti per partire?» continuo.
«Certo» dicono all'unisono Grace e Nathan.
«Sophia sta ancora dormendo?» chiedo ai due biondi.
«Sí, la nostra sorellina è una dormigliona, vero Nathan?»
«È vero» e il bambino si mette a ridere. Prendiamo le valige e ci incamminiamo verso l'aeroporto con passaporti e biglietti in mano, prossima destinazione: Los Angeles, California.

6 mesi prima

Mi sto preparando per andare in discoteca insieme alla mia migliore amica Grace, tipica ragazza bionda con occhi azzurri ma con un cuore d'oro e ci accompagneranno i nostri ragazzi che sono fratelli, tutti e due simili, il mio ragazzo si chiama Logan, capelli e occhi marroni, invece quello di Grace si chiama Dylan, capelli neri e anche lui occhi marroni. Non sapevo che quella sera sarebbe successo di tutto.
Appena io e Grace finiamo di truccarci usciamo dall'appartamento a New York in cui viviamo ognuna con i propri genitori, fratelli e sorelle e andiamo in macchina con i nostri ragazzi, arriviamo nella discoteca, beviamo qualche cocktail e andiamo a ballare.
Passate circa tre ore, vado in bagno e li incontro Grace che stava piangendo.
«Hey Grace, perché stai piangendo?» le chiedo con la testa che mi pulsa.
«Ho mal di pancia e ho vomitato più di due volte in un'ora» e si rimette a piangere, mi avvicino e cerco di consolarla.
«Che ne dici di fare un test di gravidanza? Ne ho uno in borsa» le dico tirandolo fuori.
«Va bene» dice disperata, chiude la porta del bagno e io aspetto fuori per due minuti piú o meno. Non sapevamo che le nostre vite sarebbero cambiate da lì a pochi istanti.
Grace esce dal bagno.
I suoi occhi azzurri incontrano i miei occhi verdi.
«Madison... sono incinta» e scoppia a piangere di nuovo.
Corro ad abbracciarla e nel bagno entrano anche Logan e Dylan.
«Cosa sta succedendo ragazze?» ci chiede Dylan.
«Grace è incinta» gli rispondo, visto che alla mia amica mancano le parole.
Dylan, scioccato, esce dal bagno e penso anche dalla discoteca, Grace si richiude nel bagno e mi si avvicina Logan, che mi prende per un braccio con la forza e mi porta fuori.
Mi tira uno schiaffo in faccia e poi i miei lunghi capelli castani, così lo faccio anch'io con i suoi.
«Ma che fai?» mi urla ubriaco.
«Non farti vedere mai piú, neanche tuo fratello» gli dico con le lacrime che scendono velocemente dagli occhi, e rientro in bagno da Grace.
«Vieni Grace, torniamo a casa che dobbiamo dire tutto ad Ilary, magari ti saprà aiutare e non si arrabbierà, infondo hai diciannove anni, quasi venti, quindi che cosa ci potrebbe essere di male?» le dico cercando di farla calmare.
«Sicuramente non mi vorrà vedere più, ci scommetto» allora, senza replicare, chiamo un taxi e usciamo dalla discoteca, appena arriviamo ci fiondiamo a casa della bionda e lei comincia subito a parlare senza fare tanti discorsi.
«Mamma, sono incinta» dice Grace ad Ilary, che comincia ad assumere un'espressione piena d'ira.
«Cosa? Tu non sei più mia figlia, visto che sei maggiorenne trovati al più presto una casa lontana da qui e non farti vedere mai più, e sei fortunata che non posso urlare, perché gli altri probabilmente già dormono, adesso vattene dalla mia vista, ci sono Sophia e Nathan di sopra che ti vogliono salutare, con me hai chiuso» dice Ilary con tutta la rabbia che si portava dentro e così Grace si rimette a piangere, ma prima che faccia un lago la porto al piano di sopra per farle salutare il fratello e la sorella, e per poi farle dire la notizia.
«Sophia, Nathan, sono incinta» annuncia Grace, e i bambini iniziano a sorridere dalla felicità.
«Siamo troppo contenti!» esclamano nello stesso momento Nathan e Sophia.
Dopo un po' li saluto tutti e ritorno a casa al piano di sotto, dove per la stanchezza non dico di Grace a mia mamma che mi stava aspettando anche lei sul divano, quindi la saluto e vado direttamente in camera. Il tempo di lavarmi e mettermi il pigiama che sono già a letto, a piangere come ogni sera.
È incredibile quanto si possa sentire la mancanza della vicinanza di una persona, questo è il vero dolore, e il dolore ti cambia.
Passano ore e si fa mattina, cosí Grace mi chiama.
«Ciao Maddy, stavo pensando alla casa che devo prendere, che ne dici se vieni a vivere insieme a me? Non riuscirei a stare senza di te, per favore, devi venire, e poi non so neanche in che città vedere, quindi lascerei scegliere a te il posto.»
«Grace, dovrei prima chiedere ai miei genitori se posso, peró sono maggiorenne, servirebbe anche a me prendere una casa e un lavoro nuovo, poi stare anche con te sarebbe il massimo, quindi credo di sí, ti richiamo dopo e ti dico cos'hanno risposto, va bene?»
«Certo, allora aspetto la tua chiamata, ti voglio bene»
«Io no, scherzo ti voglio bene anch'io» le dico per tirarle su il morale, e infatti sento una risata leggera provenire dall'altra parte dello schermo, chiudo la chiamata e vado in cucina per fare colazione e anche per raccontare di Grace.
«Buongiorno» mi dicono i miei genitori e mia sorella allo stesso tempo. «Buongiorno, vi devo dire una cosa»
«Dicci tutto» rispondono mamma e papá sorridendomi.
«Allora, non fate troppe domande perché è una lunga storia. Ieri sera siamo andate in discoteca insieme a Logan e Dylan come sapete, dopo qualche ora sono andata in bagno e ho trovato Grace piangere a dirotto, le ho chiesto che cosa fosse successo e mi ha detto che continuava a vomitare, allora le ho suggerito di fare un test di gravidanza che, non so come, avevo nella borsa, poi l'ha fatto e il risultato è uscito positivo, allora poi sono entrati i ragazzi e ci siamo "lasciati a vicenda", e infine siamo tornate a casa di lei con un taxi, poi giustamente abbiamo detto tutto ad Ilary, che si è arrabbiata molto e le ha detto che deve trovarsi una casa. Adesso non la considera più sua figlia e Grace mi ha detto se volevo andare a vivere insieme a lei nella casa che poi prenderà, per voi va bene?» dopo questo discorso vedo tutti sbiancare, ma comincia a parlare mia madre.
«Madison, per noi va bene, ormai sei grande a avrai possibilità di fare un nuovo lavoro, giusto?» domanda rivolgendosi anche agli altri due.
«E comunque sono ancora scioccata per Grace, povera ragazza, con Ilary proverò a parlarci io, se la tua migliore amica non ha un posto in cui dormire può venire qui, è sempre la benvenuta» continua lei.
«Ok, certo» e continuiamo a fare colazione.
Alla fine scegliemmo di prenderla a Los Angeles, e sapevo che non avevo scelto la California a caso, ma per un motivo ben preciso: per lui.

* * *

Siamo arrivati in aeroporto, il nostro aereo arriverà tra poco tempo. Sto portando sia la mia valigia che quella di Grace, non voglio farla sforzare, intanto lei tiene per mano Nathan. Abbiamo già fatto tutti i controlli per i bagagli e sentiamo la voce di un uomo dire che il nostro aereo è appena arrivato.
«Andiamo, è il nostro aereo» e sorrido ai due biondi, Nathan stava già morendo di sonno.
«Sí, andiamo, non vedo l'ora di farti vedere la casa che ho scelto finalmente!» mi dice tutta emozionata Grace, e ci incamminiamo verso l'aero, appena arrivati entriamo e ci sediamo ai nostri posti.
«Grace, Madison, posso mettermi vicino al finestrino per favore?» ci chiede Nathan facendo gli occhi dolci.
«Certo fratellino, vatti a sedere che mi metto vicino a te» e così io mi siedo vicino a Grace.
Dopo mezz'ora Nathan già dormiva.
«Hey Grace, che ne dici di riposarti che mancano ancora sei ore? Almeno poi non ti viene il senso di svenimento»
«Va bene, mi riposo un po', fará bene anche al piccolo William» dice lei accarezzandosi la pancia e sorridendo, poi chiude gli occhi facendo sparire quel limpido azzurro, io mi metto ad ascoltare un po' di musica e poi mi addormento.
Ci risvegliamo tutti un'ora prima che l'aereo atterri.
«Maddy, devo andare in bagno, ti metti al mio posto vicino a Nathan per favore?»
«Certo, vai pure, lo controllo io» le sorrido e si avvia verso il bagno. Un attimo dopo sento un corpo caldo che mi abbraccia, Nathan.
«Hey amore, vieni in braccio, così ti riposi un altro po'»
«Va bene» mi sorride e viene in braccio.
«Non vedo l'ora di arrivare in California e provare a surfare le onde del mare» mi dice sognante, e rido a quelle parole.
Dopo un po' ritorna anche Grace e vado anche io in bagno, poi va Nathan, dopo ci facciamo un foto tutti insieme, poi ci rimettiamo tutti ai propri posti a riposare, ancora stanchi.
Dopo l'ultima ora di volo, sentiamo la voce dell'hostess dire dall'altoparlante che stiamo atterrando, quindi ci sistemiamo per scendere dall'aereo.
«Maddy, ti prego dopo chiamalo te il taxi, mi vergogno» mi dice sorridendo.
«Ok, basta che mi dai la posizione della casa» le dico serenamente, sono molto più estroversa di lei, ecco perché abbiamo il tatuaggio del sole e della luna dietro l'orecchio, io il sole, giustamente.
L'aereo finalmente atterra, scendiamo, prendo le valige, Grace mi da la posizione di casa nostra, sperando che non sia qualcosa di troppo eccessivo, e poi chiamo il taxi, che arriverà fuori dall'aeroporto in meno di dieci minuti.
Cominciamo ad uscire fuori e ci stiracchiamo un po', e arrivato il taxista entriamo in macchina.
«Allora ragazze, siete nuove qui in città?» ci chiede l'uomo, che leggendo sul tesserino si chiama Bob.
«Sí, ci siamo appena trasferite» gli rispondo al posto di Grace, che non aprirebbe bocca neanche a pagarla, per la vergogna.
«Oh ok, ho capito, ma siete sicure che dovete andare in via Starshine, civico 6? Per tre persone, anzi, a quanto vedo quattro, è veramente tanto grande» perché Grace doveva sempre esagerare? Lo sapevo che finivamo così .
«Sí, l'indirizzo è giusto, vero Grace?» mi giro verso di lei e mi annuisce con la testa. «Sí Bob, è quello giusto».
«Va bene» ci sorride e continua a guidare.
Bob era un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati e un filo di barba, corporatura normale ma con un po' di pancia.
«Siamo arrivati!» esclama Bob.
Io, Grace, che dopo mi dovrà spiegare perché ha scelto questa casa, e Nathan rimaniamo assolutamente a bocca aperta.

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