cuarentados

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Quella voce l'avrei riconosciuta tra mille.

"Picc-" appena apre la porta si ferma.

Io mi stacco subito da João che si prende un ciaffata in faccia.

"...." Pedri mi guarda come se gli avessi sparato nell' stomaco.

"Pedri" dico.

Non riesco in tempo che lui esce sbattendo la porta.
Io lo rincorro giù dalle scale fino a che riesco a prenderlo dal braccio.

"Pedri aspetta, ora fai parlare me, perché ogni volta che te mi hai tradito ti ho perdonato, ora ascolti me" dico vedendo che stava fissando tutto che me.

"Mi ha baciata lui, io non volevo, lo hai visto anche dalla mia reazione" dico.

"Non ti credo"

"Dev-" a interrompermi è stato João.

"Ha ragione, lo baciata io, tranquillo non mi arrabbio se ora vieni qua e mi tiri un cazzotto" dice difendendomi.

Pedri mi guarda e sembra credermi. Poi riguarda João e mi prende sotto il braccio e mi porta fuori.

"Ho bisogno di te" dice mettendomi al muro e baciandomi.

"Pedri-" dico tra le sue labbra.

Lui mogungna ma non si stacca. Così gli mordo il labbro inferiore e si stacca.

"Non qua, ci possono vedere"

Mi prende dalla mano, facendola intrecciare con la mia, mi apre lo sportello della macchina e mi fa salire sopra.

"Ti porto in un bel posto" dice per poi partire.

Arriviamo sopra un scogliera, è tutto bello, si vede il tramonto che c'è in questo momento.
Io e Pedri scendiamo dalla macchina e ci appoggiamo sulla ringhiera. Io appoggio la mi testa sulla spalla, mentre lui mi circonda il fianco con il braccio.

"Ti amo così tanto, che non riesco a dirtelo a parole" dice Pedri guardandomi.

"Non serve che me lo dici, basta che me lo dimostri" dico per poi baciarlo.

Stiamo ancora lì per circa 20 minuti, poi saliamo in macchina.
Pedri mentre guida mi mette la mano nell'interno coscia, poi piano sale sempre più su.

"Pedri" lo richiamo.

"Hai detto che ti devo dimostrare come ti amo" dico facendomi l'occhiolino.

Io gli sorrido, poi lui fa l'inversione e torna al punto di prima, anche perché è un posto isolato da tutti.
Mi fa spostare il mio sedile in dietro e me lo fa stendere.

"Te lo dimostrerò, ma sempre se vuole signorina" chiede.

"Ovvio signorino".

Potete capire cosa è successo.

"Dormiamo in macchina" mi chiede.

"Va bene" pur di passare del tempo con lui dormirei anche al polo nord.

Ci svegliamo con la luce dell'alba e visto che avevano la mattina libera siamo scesi e siamo andati a fare colazione. Poi per pranzo ci siamo divisi e io sono tornata in ritiro del Portogallo.
Quando sono arrivata mi sono accorta di essere da sola, mi ero scordata che erano agli allenamenti. Così mi preparo un'insalata e vado a sedermi sul divano così da poter vedere un film nel mentre che mangiavo.
Però prima mi sono andata a vestire e mi sono messa comoda.
A metà film mi sono addormentata, ma mi sono svegliata non appena è arrivata la mandria.

"Buongiorno principessa" dice João dandomi un bacio sulla guancia.

Io lo saluto normalmente, lui capisce che si riferiva a quello successo ieri sera.

"Ti posso parlare" mi chiede.

"Si" gli rispondo.

Andiamo in stanza e cominciamo a parlare.

"Ho capito che io non riesco a stare senza di te, ma so che sei fidanzata e che non vuoi lasciarlo, ma io ti amo con tutto il cuore Eli"

Sono rimasta senza parole, anche se già sapevo ciò che provava per me. Continui a guardare il suo corpo imponente che si spezza a causa dell'incoerenza che fa da padrona al rapporto fra il suo valoroso corpo e il suo viso sciolto dalle più dolci emozioni. Anche se mi sento in colpa il mio cuore appartiene ad un'altra persona, non posso farci niente.
Dopo aver raccolto il mio coraggio nella mia gola ho cominciato a parlare.

"Scusami, João ma il mio amore è per un'altro ragazzo" dico in sua risposta.

"Ti capisco, proverò a dimenticarti" dice.

Io mi avvicino a lo abbraccio.

"João, ora hai una partita da giocare, testa contro la Spagna, anche se è la mia nazione" dico facendo ridire.

"Spero che vinciate, ve lo meritate" dice João.

"Anche voi, ma tutto è in mano al destino" dico sciogliendo l'abbraccio.

Io vado a lavarmi, mi vesto e torno in camera.
Quando sono rientrata João non c'era, ma al suo posto c'era pablo che mi aspettava.

"Pablo che ci fa qua" dico cercando di abbracciarlo, ma mi allontana.

"Che succede?" Chiedo.

"Non possiamo più essere amici".

In quel momento mi è cascato il mondo addosso.

"Ma che stai dicendo" dico.

"Non possiamo esserlo"

"Ma perché, dammi un motivo" dico arrabbiandomi un po'.

"Perché..." È come se fosse bloccato e non riesce a parlare.

"Perché?" Chiedo preoccupandomi.

"...." Lui non mi ha risposto.

Forse qualcosa ho capito, ma non penso.
Non capisco perché gli è venuto in mente questa cosa.

"Non te lo posso dire" dice Pablo per poi scoppiare a piangere.

"Pablo" dico avvicinandomi.

Lui ricambia l'abbraccio, stavolta, mi abbraccia in un modo che non ha mai fatto, mi stringe forte, come se mi potesse perdere, ma io non capisco il perché di tutto questo.

"Abbracciamo forte" dice al mio orecchio.

Faccio come mi dice e lo stringo forte a me. Sembra che ha paura, come se fosse successo qualcosa ma che abbia paura di dirmi cosa.
Io di solito Pablo lo capisco appena lo vedo, ma stavolta non riesco, è più forte di me, anche perché è lui che non mi fa capire.
È come se avesse paura che io me la potessi prendere per questa cosa, ma non sarà mai così, io con lui non riesco ad arrabiarmici, e quando lo faccio dopo poco facciamo subito pace.
Lui si stacca da me e mi guarda negli occhi.

"Non te lo posso dire perché ho paura".

"Pablo, te di me non devi avere paura mi devi dire tutto, io non avrò problemi tranquillo" dico prendendo il suo viso tra le mani.

"Io...."

 

mi corazon para ti~~Pedri Where stories live. Discover now