Capitolo 56

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****HO SCRITTO 55 PAGINE DEL NUOVO LIBRO CAVOLO***

Cirilla non era mai stata nella stanza di Henry. Era due volte quella dove stava lei, con un letto dalle tende di velluto in oro e ferro. Arazzi pregiati e ogni sorta di cosa luccicante ci si potesse aspettare. Henry per quella sera, sapendo che ne avrebbe avuto bisogno, aveva fatto portare su una grossa tinozza per il bagno. Tirò via il vestito di Cirilla, le posò una camicia addosso e la immerse nell'acqua bollente.

Cirilla rimase come Henry l'aveva lasciata. Stava rannicchiata con le braccia al petto e nascondeva la testa. Henry la raggiunse e con una pezza bagnata, cercò di pulirle il collo che mostrava i segni delle dita di Tristan. Cirilla non glielo permise.

"Tutto quello che hanno detto oggi." Cominciò Henry. "Non è la verità, Cirilla. Quella la sappiamo solamente noi due." La rassicurò allora Cirilla sollevò gli occhi rossi verso di lui e lui le baciò la fronte prima di tornare a guardarla.

"Tristan ha ragione."

"No." rispose con veemenza Henry baciandole la guancia, poi l'altra poi il naso. "Quell'idiota non ha ragione. Una persona che ti tratta a quel modo, non potrà mai avere ragione."

"Ma sono venuta a letto con voi. L'ho tradito."

"Sì, ma non siete ancora sposati. Ed è successo-"

"Io lo volevo Henry. Con ogni fibra del mio corpo. Tristan me lo ha letto negli occhi, per questo voleva farmi male." L'innocenza con cui Cirilla lo disse, zittì Henry che si forzò di guardarla. Sembrava tanto giovane.

"Volevi me?" chiese sorpreso e lei annuì, avvicinandosi per controllare che il sangue che aveva sul viso, non fosse il suo. Tristan se n'era uscito con un labbro rotto, un sopracciglio spaccato e probabilmente una lesione alla gengiva. Henry non aveva un graffio, per fortuna.

"Perché?" le chiese semplicemente e lei gli tolse la pezza dalle mani per pulirgli il viso e poi lo abbracciò dolcemente. Chiudendo la questione.

Come poteva qualcuno come lei volerlo dopo che l'aveva visto nello stato più animale possibile?

Non aveva paura di lui?

Rimasero lì finché l'acqua non si fece fredda e Henry la portò nel lettone dove la coprì e Cirilla si addormentò contro il suo petto.

La voglia di proteggerla quel giorno, era quasi costata la vita di Tristan. Henry non sapeva cosa significasse amare una persona, ma aveva capito che per proteggerla, era pronto a rischiare una guerra intera.

Non aveva mai amato nessuno per poterlo riconoscere. Qualcuno glielo avrebbe dovuto spiegare per farglielo capire.

La mattina dopo, si svegliò per la baraonda che stava fuori dalla sua porta. Sentì la pesante porta di legno aprirsi e dei passi veloci venire verso di lui. Aprì un occhio, Cirilla era ancora abbracciata a lui e lui le tirò la coperta per coprirla meglio.

"Allora, Henry. Dobbiamo parlare." Henry si strinse la ragazza al petto e spalancò entrambi gli occhi.
"Padre?" domandò incerto sollevandosi un po'.

"Oh, Henry hai compagnia?" Henry tirò le tende ma suo padre lo fermò infilando il capo e vide Cirilla addormentata lì. "Oh." Disse solo grattandosi il capo.

"Non abbiamo fatto nulla." Ammise come se gli fosse stato chiesto. "Si è addormentata qui ieri."

"Capisco, capisco." Suo padre sembrava pensieroso e Henry sollevò piano la coperta e senza scoprire Cirilla scivolò fuori dal letto.

"Allora è proprio vero?" disse a Bassa voce suo padre raggiungendolo dietro il paravento.

"Cosa?"

"Che ti piace Cirilla?"

"Padre!" Henry era scandalizzato mentre si infilava dei calzoni. "Cirilla mi piace, è ovvio. Altrimenti non ci avrei perso tempo."

"Non abbastanza da sposarla però?" lo provocò e lui annuì triste.

"Allora non abbiamo molta scelta, purtroppo." Si stava massaggiando la barba quando henry lo prese per le spalle. Era ancora a petto nudo e aveva i capelli scompigliati.

"Non può tornare da quello lì. Hai sentito cosa vuole farle?"

"Allora sposala."

"Non vuole." Esordì Henry e si guardò i piedi. "Gliel'ho chiesto."

"Come?" Henry raccontò quello che era successo e suo padre gli diede un colpo alla testa.

"Ti ho cresciuto meglio di così. Alle donne non piacciono i contentini. Ci vuole passione e un gesto romantico. " Cirilla stessa glielo aveva detto, ora che ci ripensava. "Qual è il tuo grande gesto, Henry? Non puoi aspettarti che Cirilla creda alle tue intenzioni se le fai una domanda con lo stesso pathos di quando chiedi a qualcuno se ha mangiato?"

"Cirilla è stata categorica," cominciò Henry. "Non vuole sposarmi perché non vuole mettermi in condizioni di doverla scegliere per forza."

"Su questo, siamo d'accordo. Ma non mi sembri obbligato."

"La verità è che non so se la amo e lei se n'è accorta." Re Charles rise di gusto e diede una pacca alla spalla di Henry.

"Io non ti ho mai visto così cotto per nessuno. Non hai mai preso a pugni un estraneo e ritengo che quelle siano cose che solo l'amore può farti fare." Henry era dubbioso. Sbirciò dal paravento la chioma bionda che stava sul letto e respirava regolarmente.

"E se poi scopriamo che non siamo compatibili? Se finiamo con l'odiarci? Non voglio costringere Cirilla a farlo solo perché deve scappare da un tizio violento per finire con uno che la annoia a morte per il resto della sua vita."

"Sei figlio di tua madre tu. Sempre detto. Ci ha messo anni a decidersi che voleva figli. Tu non hai questo lusso, Henry. Devi muoverti. Vedi di darti una regolata anche. Se non hai intenzione di sposarla, dovrai lasciarla andare." Lo ammonì il padre severo.

"E se non volessi?" Henry seguì il padre fuori dal paravento.

"Allora andremo in guerra per Cirilla." Era sincero.

L'unica parte che Cirilla non doveva udire, fu proprio quella che sentì e la terrorizzò.

L'idea di una guerra per lei.

Non poteva permetterlo.

Re Charles si congedò e appena fu uscito, Cirilla si mise a sedere. Henry le portò una tazza di tè e le controllò la gola con dita delicate.

"Temo rimarrà un bel livido." Cirilla gli fece un sorriso tremendamente dolce e poi si guardò intorno mentre beveva.

"Non ci ero mai venuta qui. "confessò ed Henry arrossì distogliendo gli occhi.

"Non ci avevo mai portato nessuno, a dire la verità."

"Oh." Fu la risposta di Cirilla intanto che posava la tazza sul comodino e scendeva dal letto gigante. Andò al comò di Henry e tirò fuori una camicia e dei pantaloni. Se li infilò senza chiedergli il permesso e si sistemò in modo da non farseli cadere da dosso.

Henry osservò Cirilla piegarsi e ebbe un singultò mentre si strozzava con la restante del tè di Cirilla.

"Hai intenzione di torturarmi oggi?" domandò e Cirilla sorrise. Gli piaceva che lui fosse sempre così attento al suo corpo.
"Forse ancora un po'." E si abbassava lasciando che Henry osservasse l'apertura della camicia da dove si vedevano i due seni sodi. Il tè gli uscì dalle narici.

"Ci vediamo questa sera." Sentenziò Henry pulendo alla meno peggio il letto.

Cirilla abbandonò la stanza ridendo, però quando chiuse la porta, la pesantezza della sua decisione, fu tremenda. Con passo forzato, si diresse verso le stanze di sua maestà la regina.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureWhere stories live. Discover now