Capitolo 1

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1301 - Norvegia

"Vostra Maestà, la principessa chiede di essere ricevuta. La faccio entrare?" Il re annuì e con un lungo e sentito sospiro, si allontanò dalle scartoffie e dalle mappe per sollevare lo guardo verso le porte di faggio scuro.

"Lo sai vero che non vi è alcuna necessità di farti annunciare?" Disse il padre mentre gli angoli dei suoi occhi si arricciarono in segreto divertimento. La principessa sollevò il mento in un movimento che agli occhi di una persona non abituata alla sua presenza, sarebbe bassato inosservato; ma il padre la conosceva abbastanza da notare anche il minimo cambiamento nella sua figura.

"E voi lo sapete, padre, che se non lo facessi, Margaret probabilmente avrebbe la mia testa? Non posso proprio sopportare quello sguardo tutto tronfio che mi riserva ogni volta che manco di rispetto alla sua preziosa etichetta!" il padre rise, e posò i pugni sui fogli sparsi sul tavolo. La ragazza e suoi lunghi capelli e si fece vicina all'alto uomo con cui condivideva non solo il colorito cinereo ma anche i tratti somatici, e appoggiò il mento sulla sua spalla.

"Ancora problemi a nord?"

"Sempre, vorresti dire. Purtroppo ancora non si rassegnano che abbia spodestato il loro re. Un po' ammiro la loro fedeltà, sono passati ormai quasi vent'anni. È lodevole l'ardore con cui cercano in tutti i modi di farmi arrivare il messaggio che non sono ben accetto nel mio stesso regno." Gli occhi della fanciulla si strinsero mentre osservavano la figura del padre incurvarsi. Marcus non era un re vecchio, con i suoi ormai vicini quaranta inverni, rimaneva un uomo prestante, i cui capelli non accennavano a brizzolarsi. L'unico sintomo dell'età avanzante, era quando un'ombra di tristezza calava sul volto del padre macchiandolo per qualche momento. Gli occhi gli diventavano grigi e le ciglia pesanti e per qualche secondo attorno alla sua figura, si chiudeva in un'armatura impenetrabile chiudendo anche la sua stessa figlia fuori.

"Padre?" chiamò la figlia stringendogli il braccio.

"Perdonami, Ciri. Mi sono perso per un momento. Stavamo dicendo?"

"Nulla di importante." Lo rassicurò Ciri scuotendo il capo e regalando al padre uno dei suoi più sinceri sorrisi.

"Vi lascio alle vostre faccende padre." Cirilla fece un elegante inchino ma prima che potesse allontanarsi di un passo, il padre le prese il gomito piano per fermarla.

"Aspetta, Ciri. Queste sono cose che interessano anche te. Lo sai come la penso su tutta la faccenda. Sarai anche una donna, ma sei la futura regina e devi essere al corrente su tutto quello che accade nel tuo reame. Non permetterò che mia figlia cresca ottusa e ignorante sul proprio regno. Non è così che facciamo le cose, qui in Måne." Cirilla sollevò gli occhi al cielo e sbuffando in un modo poco elegante si approcciò ancora una volta al tavolo.

"Veramente io stavo cercando di scappare perché avevo una faccenda poco raccomandabile per una fanciulla da fare, come ad esempio prendere Ruben dalle stalle." Il padre le diede un buffetto sul naso.

Quando quelle porte si chiudevano, loro ritornavano ad essere padre e figlia. Le corone rotolavano via e così anche tutte riserve che il loro rango richiedeva. Markus era una figura autoritaria per molti, ma con sua figlia si scioglieva e mostrava la sua vera natura amorevole. Cirilla infatti, era una delle poche figlia di re che poteva davvero dire di essere amata. Di solito una figlia femmina era vista come una sfortuna, specialmente se poi si rivelava essere l'unica erede al trono, ma quando Marcus aveva scoperto che sua moglie aveva dato alla luce una bambina, il cuore gli era scoppiato di gioia. E mentre tutti bisbigliavano cose nefaste, maledicendo quella sfortunata nascita, Markus stringeva la piccola Cirilla, nata con poco più che due ciuffetti biondi sulla testa ma grandissimi occhi verdi, come il bene più prezioso.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora