Capitolo 29

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Cirilla fece cenno a Ruben di alzarsi e il cavallo, come se non avesse alcun peso, si portò in posizione eretta. Si sgranchì le zampe d'avanti battendo gli zoccoli a turno sul terreno.

Meria, quando Ruben fu sulle quattro zampe, emise un urletto stringendosi forte a Cirilla e chiudendo gli occhi. Sua madre si fece avanti ma fu bloccata da Henry che le disse invece di guardare.

La donna acconsentì e lo sguardo di puro stupore della figlia valse ogni pena. Era contenta e meravigliata come quando era bambina.

Cosa più importante non sembrava avere più paura. Non troppa almeno.

"Se vi sentite sopraffatta, stanca o anche solo un po' sconfortata, dovete dirmelo e ci fermeremo immediatamente." Le stava dicendo Cirilla ma sua sorella aveva lasciato la presa e stava accarezzando i fianchi di Ruben.

"Ma com'è morbido!" esclamò a bocca aperta e Cirilla rise.

"Lo striglio diligentemente tutte le sere." Ammise.

Henry si affrettò sul suo castrone bianco e si avvicinò alle principesse giusto in tempo per sentire cosa Cirilla stava dicendo a sua sorella.

"Vi dirò una cosa principessa, una cosa che mio padre mi disse quando montai la prima volta a cavallo."

Meria era in ascolto con gli occhi grandi e pieni di ammirazione. "Non abbiate paura di vivere la vostra vita. Lasciate che sia lei ad aver paura di voi."

Cirilla incoraggiò Ruben a partire al galoppo senza dare il tempo a Meria di pensarci. Meria strillò e sua madre quasi svenne al suono, tuttavia il re le indicò di guardare e vide sua figlia con le braccia spalancate che stava ridendo fortissimo, un po' per l'euforia un po' per il nervosismo.

"Guardate madre." I presenti furono tutti deliziati da quella vista, tutti tranne la marchesa che era sul cavallo e sembrava mormorare sentenze alla sua vicina.

"Tenetevi stretta adesso, Meria." Avvertì sua madre "Altrimenti vi faccio scendere." Meria non se lo fece ripetere e legò saldamente le braccia attorno alla sottile vita di Cirilla. Henry non l'aveva mai vista così seria a cavallo. Di solito era sempre a suo agio, ma adesso era ligia a tenere al sicuro la sua piccola ospite.

Henry apprezzò la dedizione con cui Cirilla si fermava spesso pe permettere a sua sorella di godersi l'esperienza. Henry le raggiunse e fu accolto da una Meria che aveva la maggior parte dei capelli fuori dalla treccia in una acconciatura alquanto improponibile e buffa.

Si inoltrarono nel bosco, con entrambi i giovani che tenevano d'occhio Meria che si godeva un sacco il paesaggio senza mai smettere di parlare. Proprio come i bambini quando facevano una nuova esperienza e volevano sapere tutto.

Cirilla rispondeva ad ogni quesito con stoica pazienza. Ci vollero un paio d'ore prima che incontrassero della selvaggina e Cirilla, rinunciò alla sua gloria per permettere alla principessa di tirare a posto suo mentre lei diligentemente portava Ruben in giro.

Henry sapeva che stava morendo dalla voglia di liberarsi e fare quello che riusciva meglio. Doveva volere molto bene a Meria per sacrificare una parte così grande di sé, in favore di quell'esperimento.

Meria mancò una lepre di poco e Cirilla cominciò a spiegarle alcuni segreti su come catturare la selvaggina quando alcuni dei nobili, seguiti dalla marchesa le si avvicinarono.

"Principessa Cirilla. Allora, la vostra così tanto decantata abilità nella caccia non riusciremo a vederla oggi? Ho visto che avete mancato quel leprotto che stava praticamente immobile." Iniziò la marchesa. Cirilla strinse le redini ripetendosi che non doveva provare niente a nessuno.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora